Talvolta capita di parlare con delle persone che rimpiangono i tempi andati, spesso si tratta di tempi mai vissuti. Ci si lamenta dei giovani che perdono il proprio tempo davanti a smartphone, sempre con gli occhi puntati sullo schermo. Secondo Thomas Leoncini vengono accusati di “portarsi appresso il non luogo più moderno e liquido per eccellenza (il web) e di vivere sempre in un limbo tascabile”. I giovani sono connessi tra loro e luogo comune vuole che tra loro scambino qualche parola, per poi tornare a fissare lo schermo del loro smartphone.

Chi sono i nati liquidi?

I giovani, come scrive Leoncini in Nati Liquidi, sono attratti da qualsiasi realtà che permetta di accorciare le distanze spaziali e che possano accelerare il percorso di selezione di partner sessuali. Basti pensare a Telegram, Whatsapp, Messenger o Snapchat, che hanno il potere di accorciare i tempi e permettono di arrivare velocemente all’obiettivo desiderato. Dunque la modernità liquida avrebbe modificato il nostro modo di percepire il tempo e lo spazio e grazie al web perfino ricoprire una distanza da New York a Milano appare agli occhi dei ragazzi molto più semplice. Se da un lato il web ha permesso agli individui di accorciare le distanze, non solo spaziali, anche nella scelta del partner; dall’altro ha posto gli individui in vetrina sul web, con delle conseguenze a volte tragiche. Le persone all’interno dei propri profili social indossano una maschera e danno una rappresentazione del sé che deve essere socialmente condiviso e apprezzato. È frequente che si selezioni o si contatti un ipotetico/a partner attraverso i social, sulla base dell’immagine social. Al tempo stesso è probabile che si possa essere socialmente esclusi nel caso il profilo non rispecchi i canoni imposti. Si potrebbe riflettere sull’influenza che hanno i like al giorno d’oggi nella vita dei “sempre connessi”, quanti più like si riescono a ottenere su una foto postata sul proprio profilo, tanto agli occhi della collettività “connessa” si è considerati di successo e spesso partner appetibili. Frequentemente capita che i profili social vengano utilizzati come metro di misura per la vita reale e che ci si rapporti alle persone basandosi sull’immagine che il web offre di ciascun individuo.

L’illusione in vetrina

Leoncini sostiene che su Internet si abbia l’illusione di essere persone uniche. Infatti secondo Bauman il web è entrato nel nostro mondo con la promessa di creare un ambiente ideale, politico e democratico. In realtà ci avrebbe aiutato ad arrivare all’odierna crisi della democrazia e all’aggravamento delle conflittualità e delle divisioni ideologiche. Il sociologo sostiene che sia stata accolta come chance per una seconda vita che noi abbiamo trasformato in un mondo di cyberbullismo e diffamazione. Ha illuso gli individui di poter raggiungere facilmente la notorietà, nonostante le probabilità di raggiungerla siano pari a quelle di una vincita di un jackpot. Viviamo in un mondo mordi e fuggi, fugace, dove ogni evento della nostra vita è di breve durata, dai nostri accessori al nostro posto di lavoro e perfino l’amore e i sentimenti. Per i figli di questa società sembra difficile riuscire a conciliare la velocità e la fugacità dei nostri ritmi a un amore duraturo “finché morte non ci separi”. I nativi liquidi, secondo Leoncini, si sono trasformati in professionisti della flessibilità sessuale, potersi sentire liberi di andare, non avere vincoli quali quello dell’amore a vita. Secondo lo stesso Leoncini, l’essere umano è nato poligamo e ci si dovrebbe interrogare se l’amore liquido possa essere considerato un ritorno alle origini della sessualità umana.

Luisa Cuccu

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