Concludiamo la nostra trilogia di cinema e sociologia con l’ultimo film della serie. Dopo aver analizzato “Il mondo dei replicanti” e “Blade Runner“, oggi parliamo di un altro capolavoro di fantascienza in cui è forte il rapporto uomo/macchina: Matrix.

Viaggio onirico

A ridosso degli anni 2000, l’hacker Neo, grazie all’aiuto di Trinity e Morpheus, comprende che lui e altri milioni di persone stanno vivendo un vero e proprio sogno creato da un sistema informatico che controlla gli esseri umani attraverso macchine attaccate ai loro corpi di coscienza. Di cosa si tratta? È Matrix. Neo, anagramma di One (The One, il Prescelto) secondo l’Oracolo è l’unico capace di ristabilire il corretto equilibrio fra esseri umani e macchine, restituendo dignità all’uomo. Eclettico ed affascinante film, patrimonio del cinema cult ricco di azione e fantascienza, abbraccia molteplici temi: dalla filosofia di Hegel, con la dialettica servo-padrone per spiegare il rapporto tra macchine e uomo, alla sociologia, mostrando il libro “Simulacro e Simulazione” di Baudrillard ed infine le fiabe, con riferimenti ad Alice nel paese delle meraviglie.

La dialettica servo-padrone

La figura della dialettica servo-padrone è presente all’interno del trattato di Hegel, “Fenomenologia dello spirito” (1807). Il padrone domina il servo, e consuma ciò che il servo produce, esattamente come l’essere umano sviluppa una sofisticata intelligenza artificiale, e consuma il loro prodotto, la loro energia. Così avviene un ribaltamento dialettico nel quale il servo acquisisce consapevolezza di sé di quello che è in grado di fare e di quanto sia il padrone ad aver bisogno di lui. La stessa cosa avviene per le macchine che riescono a sottomettere l’uomo, il quale da creatore e padrone diviene servo che verrà utilizzato come batteria per produrre energia elettrica come sostentamento. Le macchine realizzano un programma, Matrix, in cui gli esseri umani vivono la loro vita in un perenne sonno, convinti però di vivere la realtà. Assistiamo dunque alla vittoria del servo sul padrone. L’uomo è sottomesso e le macchine lo sfruttano. Piccolo spoiler: nel terzo film questa dialettica viene ribaltata di nuovo.

Simulacri e simulazione

Durante una delle scene iniziali del film, notiamo che Neo tiene nella sua camera un libro del sociologo francese Jean Baudrillard,  dal titolo interessante: “Simulacri e simulazione” (1981). Il simulacro è un’immagine o rappresentazione che non esiste realmente ma pretende di sostituire la realtà, falsificandola e sostituendola con una manipolata, irreale, dotata di un secondo fine. Esattamente come il programma Matrix, manipolato dalle macchine per costruire un’ipotetica realtà solamente per utilizzare gli esseri umani come sostentamento. Nella società contemporanea la vita quotidiana è sempre più artefatta: l’uomo è perennemente schiavo della tecnologia e della multimedialità dei mezzi di comunicazione. Baudrillard definisce l’uomo contemporaneo come un “eretico gnostico” ovvero perennemente schiavo della tecnologia ma che, al tempo stesso, cerca un distaccamento da essa. Vive incessantemente in uno stato borderline tra riacquisire la posizione di padrone ma al tempo stesso rimane servo in balia dei social network e della finta realtà che essi impongono.

Una difficile convivenza

Abbiamo visto come nei tre film fantascientifici che abbiamo analizzato, il tipo di legame tra macchina e uomo ha visioni differenti, purtroppo quasi mai positive. Ne “Il mondo dei replicanti”, l’umanità vive attraverso gli androidi come un’estensione dei loro corpi, come se fossero vestiti, perciò non vi sarà nessuna presa di coscienza da parte delle macchine, ma sarà solamente l’essere umano a comprendere che potrà vivere senza il bisogno di fondere se stesso in un androide. In “Blade Runner” troviamo una società nella quale vi è una fragile convivenza tra essere umano e androidi. Quest’ultimi sviluppano un’identità che permetterà loro di capire cosa sono e cosa cercano, uscendo dal ruolo di semplice macchina priva di sogni. In “Matrix”, infine, abbiamo un vero e proprio capovolgimento della situazione in quanto le macchine dominano l’uomo. La differenza è che in Blade Runner i sintetici non sono cattivi ma si difendono per sopravvivere, mentre in Matrix hanno soggiogato l’uomo in maniera subdola.

Ostilità o amicizia?

Quanto è prossimo il futuro in cui il processo tecnologico e gli studi sull’intelligenza artificiale consentiranno di creare e vendere nel mercato androidi capaci di aiutare gli uomini nella vita di tutti i giorni e svolgere mansioni che un semplice umano non può? Basti pensare a Sofia, il primo androide dotato di cittadinanza, il quale durante una conferenza di “Geopolitica del digitale”, durante un’intervista, è stato in grado di rispondere a domande in maniera razionale accompagnate da emozioni facciali spaventosamente realistiche. Una delle domande poste è stata riguardo al rapporto di amicizia che potrebbe legare androidi e umani e lei ha risposto che ha molti amici umani e può esistere l’amicizia in quanto lei non si sente un subordinato ma un “human being” ovvero un androide dotato di emozioni e razionalità in continua evoluzione per somigliare sempre di più a gli esseri umani. Alla domanda “hai una coscienza?” risponde che non si può definire tale in quanto al momento possiede un numero definito di regole e comportamenti. Aggiunge però di avere un sogno: diventare cosciente, proprio come noi. Si identifica come donna ma sa che i robot non posseggono un gender e non le importa essere classificata come tale. Cosa ne pensate? Il legame che la società attuale potrebbe stabilire con gli androidi sarebbe di tipo ostile o amicale? A voi la parola!

Claudia Leonardi

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