Internet è tra le più grandi invenzioni di sempre. Ormai sempre più persone navigano in Rete e tra queste sono soprattutto i giovani a farne parte. Spesso si descrive il web come un luogo ambito di parità e uguaglianza, in cui scompaiono le discriminazioni di genere, di razza, di classe, religione e status. La realtà virtuale viene vista come un posto decisamente migliore di quella reale in quanto è tra quegli strumenti in grado di dare voce a chi altrimenti, nella società, non ne avrebbe. Ma ciò è vero solo in parte. Esistono delle disuguaglianze anche in rete. Se ormai l’accesso è possibile a tutti i livelli della gerarchia sociale, diverse varianti quali appartenenza sociale, lo status socio-economico e il livello d’istruzione familiare determinano un diverso uso e una diverso significato attribuito alle nuove tecnologie di informazione e comunicazione nei giovani,a cui spesso però non viene data attenzione.

L’appartenenza sociale online

Esistono diversi modelli che hanno esaminato i diversi aspetti di queste nuove disuguaglianze digitali. LivingstoneHelsper, due professoresse inglesi, analizzando le attività svolte dai giovani in Internet, affermano che è vero, in generale, che tutti gli adolescenti di qualsiasi background sociale e economico fanno uso, seppur limitato e superficiale, di tale piattaforma ma le attività più articolate come l’uso delle piattaforme peer to peer e la pubblicazione di contenuti fanno riferimento esclusivamente alle classi medio-alte. Diverse ricerche, già nel 2006, hanno evidenziato che a seconda dell’appartenenza sociale, c’è una differenza nel diverso modo di cogliere le possibilità che offre l’online. Gli adolescenti di status socio-economico elevato, infatti, sfruttano maggiormente la Rete per la ricerca di informazioni, come per difendere la loro posizione, mentre i coetanei di status inferiore sono orientati più verso il gioco e il divertimento. In altri termini, chi proviene da un contesto sociale favorevole sembra sfruttare la Rete per aumentare ulteriormente le proprie conoscenze e opportunità, mentre negli altri casi prevale un uso disimpegnato e ludico. Questa differenza la ritroviamo addirittura tra gli studenti liceali, più “interessati” sul web, mentre i compagni degli istituti professionali sembrano usare la Rete esclusivamente per scopi relazionali, di comunicazione o per informazioni al di fuori della cultura legittima valorizzata dalle istituzioni ma che spesso fa riferimento a vere e proprie subculture.

Smartphone e social media

Riflesse, tutte queste tendenze le ritroviamo nel mondo degli adulti, dove diversamente dagli status inferiori, quelli più in alto nella scala sociale usano la Rete come mezzo di potenziamento per le proprie opportunità lavorative e finanziarie. Esiste anche un divario nella partecipazione sui social media, quella che viene definito con il neologismo “participation gap“. Una ricerca americana sottolinea come i giovani con minori competenze sociali, culturali o tecniche siano meno propensi a sfruttare le possibilità espressive che offrono i nuovi media digitali maggiormente usati al contrario dai giovani laureati. Il recente arrivo degli smartphone e la crescita esponenziale dei social network, in particolare nel mondo giovanile, ha determinato qualche cambiamento in queste dinamiche. Dei cambiamenti in controtendenza che fanno sì che la situazione non appaia più così rigidamente descrivibile attraverso un quadro di stretta omologia tra l’uso dei nuovi media e la stratificazione sociale ma comunque fortemente correlabile. Oggi tablet e iPhone sono diventati i device più diffusi per l’accesso alla Rete. Sempre più giovani di tutte le classi partecipano attivamente, anche attraverso pubblicazioni proprie, su Facebook e Twitter, anche se i contenuti di tipo politico fanno ancora riferimento perlopiù agli status socio-economici più alti.

Tra socializzazione e nuove opportunità

La partecipazione invece addirittura sembra rovesciarsi a favore degli svantaggiati socialmente: da alcuni rapporti sembra infatti che la loro presenza online sia più alta, con una maggiore pervasività dello smartphone nei momenti della giornata rispetto agli avvantaggiati ma sempre caratterizzata da poca attività informativa e bassa diversità delle operazioni svolte. Al contrario degli avvantaggiati che sembrano iniziare a “snobbare” questo mondo, o perlomeno a frequentarlo di meno. Internet sembra restare un modo per distrarsi o socializzare per alcuni, informarsi e scoprire nuove opportunità per altri ma in ogni caso bisogna sempre sottolineare il rischio, sempre presente, delle fake-news o del sovraccarico informativo a cui è si è sempre esposti. Soprattutto chi è sempre online come i ragazzi. Alla fine possiamo affermare che di certo l’uso e l’accesso di Internet alla fine è realmente cosi democratico come lo avevamo pensato e immaginato. In modo capillare, questo ormai si è diffuso e si sta diffondendo sempre di più. Raggiungendo ogni parte della società. Alcuni usi specifici restano più presenti tra i segmenti più privilegiati; altri diventano un terreno trasversale di uso della Rete; altri, infine, cominciano ad essere più frequenti nei segmenti meno avvantaggiati. Ma importante è che, come dimostrato, le differenze di capitale sociale, economico e culturale, ieri come oggi, erano e restano un elemento di forte distinzione. Anche nella realtà virtuale.

Valerio Adolini

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