Le batterie, ora come non mai, stanno rivestendo un ruolo centrale nel processo di transizione ecologica che riguarda, ormai, molti ambiti della produzione industriale e della vita in generale.
Dalle più comuni pile a bottone, montate sui più diffusi dispositivi elettronici di uso quotidiano, come orologi, bilance, calcolatrici e torce, fino a quelle stilo e ricaricabili, al litio o agli ioni di litio, esistono molteplici tipologie di batterie, alcune più funzionali di altre e tutto volte a ridurre l’impiego di combustibili fossili, inquinanti per l’ambiente e poco sostenibili.
A dare maggiore sprint a questo virtuoso processo di trasformazione, che mira verso uno stile di vita più green, ci pensa il concetto di economia circolare.
L’economia circolare
L’economia circolare si fonda principalmente sul caposaldo del riciclo, il riutilizzo di tutte quelle componenti e materie prime montate su dispositivi ormai obsoleti, così da ridare loro nuova vita, permettere di essere sfruttate a fondo e ridurre sprechi e sfruttamento di risorse.
Un approccio, quello dell’economia circolare, che ancora coinvolge poco il comparto delle batterie a bottone, perdendo di fatto l’occasione di rimpiegare quegli elementi e materiali che possono mantenere una prospettiva di vita molto elevata.
Basta prendere, ad esempio, il litio che compone molte batterie ricaricabili e che, se opportunamente recuperato e riciclato, può abbassare notevolmente i costi di approvvigionamento da parte delle aziende produttrici.
In questo scenario e con questo obiettivo si inserisce un nuovo progetto portato avanti da alcuni grandi enti e società dell’Unione Europea, il progetto Acrobat.
In cosa consiste il progetto Acrobat
Il progetto Acrobat si pone come obiettivo, di qui ai prossimi anni, il recupero del 90% dei materiali che compongono le batterie LFP (litio-ferro-fosfato) migliorando i processi di riciclo di questa particolare tipologia di pile.
I partner coinvolti sono 5 e spaziano dall’italiano ENEA alla tedesca Fraunhofer ILT, alla belga Vito, e coinvolge anche la PMI Accurec, e l’Institute for Sustainable Metals and Minerals consede in Germania.
Un ruolo cruciale è giocato proprio dell’Enea, che provvederà al recupero dei materiali elettrolitici, tipici delle batterie agli ioni di litio.
Si tratta di un progetto che muove da un’importante carenza che ha caratterizzato il mercato sino ad ora, con una grande assenza di processi e attività dedicate al riciclo delle batterie agli ioni di litio, in Europa, e un notevole dispendio e spreco di risorse tutt’altro sostenibili per l’ambiente.
In questo modo, Acrobat intende invertire la tendenza produttiva degli ultimi anni, promuovendo quell’economia fondata sul riciclo che fino ad ora è mancata in un comparto così delicato come quello delle batterie piatte o di altri tipi.
Che fare nel frattempo?
In attesa che il nuovo progetto porti i risultati sperati, è bene adottare precise scelte d’acquisto e propendere per quelle tipologie di batterie in grado di immagazzinare una grande quantità di energia, rendere autosufficienti i dispositivi che le montano per un tempo più lungo e, soprattutto, che abbiano una vita piuttosto duratura.
Le pile bottone sembrano essere, sul mercato, quelle che meglio rispondono a queste caratteristiche, proprio perché possiedono dei livelli di autoscarica bassi e possono garantire durata e potenza a lungo.