Ci vuole sempre qualche cosa da bere, ci vuole sempre vicino un bicchiere!”, cantava Vasco Rossi. L’adolescenza è la fase per eccellenza di sperimentazione, d’inevitabile caos. Diverse ricerche hanno dimostrato un aumento fra gli adolescenti dei consumi delle cosiddette sostanze psicoattive come alcol, cannabis, cocaina e nuove droghe consumate congiuntamente (poliassunzione), soprattutto nei fine settimana in contesti individuali o di gruppo. La poliassunzione è influenzata sia dalla facile reperibilità, sia dalla relativa economicità. Secondo Lombi e Bertolazzi, tale fruizione è divenuta un atto normalizzato non più stigmatizzante e deviante.

Vecchie e nuove dipendenze

Il fenomeno dell’abuso di sostanze fra i giovani può essere interpretato in tre modalità: sia come fattore che favorisce le azioni a rischio, sia come sintomo di disagio psico-fisico-sociale, sia come atto normalizzato, o meglio, un aspetto socio-culturale connesso ai modi e ai significati di divertimento, di espressione tra coetanei. Non dimentichiamo che, tra le ultime forme di addiction giovanili, si annoverano la diffusione di un mix di nuove droghe sempre più devastanti; l’associazione di droghe con alcol o farmaci; l’eyeballing, che consiste nel versare l’alcol direttamente negli occhi al fine di percepire un effetto sballante immediato, come mostrano i molteplici documenti consultabili su YouTube; binge drinking, cioè un consumo smodato di alcol per raggiungere rapidamente l’ebbrezza; abbassamento dell’età media d’iniziazione al consumo, l’aumento del consumo femminile e l’emulazione di atteggiamenti tipici delle culture nordico-europee come bere fuori pasto. Inoltre esistono dipendenze senza sostanze, come ad esempio l’uso continuo e assiduo di social network, shopping compulsivo, gioco d’azzardo.

Un rituale sociale

Ormai il web è diventato parte integrante della vita di ciascuno di noi. Esso è altresì strumento di visibilità e d’interazione sociale. Sono numerosi i filmati relativi allo “sballo” adolescenziale, poi condivisi sui social network. Infatti l’abuso di sostanze tra i giovani rientra in un rituale sociale, come ha asserito Émile Durkheim; il suo scopo è simbolico, una sorta di coazione che marca di senso certi comportamenti come la condivisione di sensatezza all’interno del gruppo o di un contesto. È difficile effettuare stime quantitative definitive del reale numero di fruitori di alcol e droghe, in quanto i dati utilizzati nelle ricerche fanno riferimento ai soggetti presi in carico dai servizi, alle fonti statistiche, alle indagini nazionali, alle infrazioni del codice della strada. Se già i dati certi risultano allarmanti, sicuramente il fenomeno sommerso non può che aumentare tali stime, e, soprattutto, le preoccupazioni dei genitori. Purtroppo il consumo di sostanze psicoattive viene sempre più ritenuto dagli adolescenti come fatto abitudinario e, al tempo stesso, simbolo di riconoscimento nel gruppo e di divertimento. Se una volta ci si divertiva con poco, oggi ci si “diverte” tristemente così.

Arianna Caccia

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