“Con la camorra non ci si siede a parlare, non è possibile discutere. Mi rifiuto di legittimare politicamente la camorra”

Questa è una delle frasi più celebri di Amato Lamberti, sociologo e studioso, nato in Piemonte ma che ha vissuto a Salerno dall’età di 15 anni. È stato docente di Sociologia della devianza e della criminalità presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel dipartimento è presente un aula dedicata a lui.

A difesa dell’ambiente

Fondatore e direttore dell’Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto, la sua passione per la politica lo portò ad essere uno dei maggiori esponenti dei Verdi in Campania ricoprendo prima il ruolo di assessore della Normalità e nel 1995, fino al 2004, presidente della Provincia di Napoli. Muore nel 2012, in seguito ad una malattia. Conosciuto per la stesura di molti saggi, libri e ricerche sulla criminalità organizzata, viene ricordato dai colleghi, nei diversi ambiti, per le lotte contro l’infiltrazione camorristica. Oltre a lottare contro i tanti volti della camorra, lottò per la difesa dell’ambiente, creando commissioni per denunciare le terre contaminate quando parlare di “terra dei fuochi” era pura fantasia.

La camorra come fenomeno sociale

Le organizzazioni camorristiche sono intese come fenomeni organizzativi e territoriali. La camorra in sé viene vista anche come un comportamento collettivo, perché diversi comportamenti, anche inconsci, possono alimentarla. Diventa quindi una vera e propria istituzione con ideologie e valori condivisi. Contro un’istituzione del genere, un azione repressiva come quella di magistrati e polizia, secondo Amato Lamberti, non è ottimale. Bisogna investire in politiche sociali per valorizzare il territorio. E come scrisse, “solo i giovani possono dare nuova voce alla voglia di legalità delle nostre terre“, ed è proprio sui ragazzi che bisogna investire per immaginare realtà nuove fatte di senso della responsabilità e ordine civico.

In memoria di Amato Lamberti

Nel giugno 2013 nasce l’Associazione Amato Lamberti, presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli studi di Napoli Federico II. Il Presidente è Roselena Glielmo e il coordinatore Amedeo Zeni. La commissione scientifica è formata dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, l’Assessore alla Cultura Nino Daniele, dallo storico della camorra e docente all’Università Suor Orsola Benincasa Isaia Sales e dai docenti della Federico II Enrica Amaturo, Gabriella Gribaudi, Giuseppe Acocella, Annamaria Zaccaria, Arnaldo Capezzuto e Luciano Brancaccio. La Federico II ha inoltre istituito un premio in nome del sociologo scomparso. La finalità è contribuire a formare giovani studiosi in grado di elaborare e diffondere strategie efficaci per il contrasto alla criminalità organizzata, in Italia e nel mondo. Quest’anno la cerimonia di premiazione si è tenuta il 19  giugno nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli.

Barbara Petrano