I simpatici ragazzi di Sociologicamente mi hanno dato una maglietta e io ho scelto Weber. I quattro grandi sociologi proposti sono tutti dei giganti, e altri ancora ne possiamo enumerare, ovviamente.
Ho dovuto pensarci poco: Durkheim sarà stato, sì, in un certo senso, il fondatore della Sociologia (cosa vera solo in parte) ma è decisamente vecchio. Più di me. La sua epoca era quella del positivismo dilagante e del tentativo di copiare quel metodo scientifico anche per le vicende umane. Insomma, Durkheim è fondamentale per una “storia della sociologia”, ma qualcuno usa ancora, realmente, i suoi concetti, nello stesso modo e senso in cui li usava Emilio un secolo e mezzo fa (‘anomia’ a parte, sì)? Poi c’è Marx, diamine! Mi sono laureato con una tesi su Marx, e il cosiddetto Marx “giovane” ha una grande attualità socio-antropologica (noi italiani, fortunati, possiamo passare anche dall’eminente lettura di Gramsci) ma – sfortuna sua – il suo pensiero politico e filosofico fu grandemente travisato da Engels che fece veramente un gran casino; tutto il leninismo e quel che seguì è una conseguenza di questa trasformazione negativa del pensiero di Carlo, e oggi gli si riconosce più un pensiero ideologico che sociologico… Bauman è un salto generazionale rispetto ai tre altri proposti. A chi non piace Bauman? Ma è troppo “giovane”… Non è per me che anziché liquido sto diventando gassoso…
Mi resta Weber. Una roccia. Un vero inizio per la sociologia. Assolutamente imprescindibile. E per me che – come sapete – mi interesso di metodo, un pilastro. Basti pensare ad alcuni concetti estremamente importanti per noi sociologi, e che io stesso uso con grande (eccessiva) frequenza: complessità, agire comunicativo, azione sociale, autorità, intellettuale… strumenti concettuali di rilevanza straordinaria e, vorrei dire, veri e proprio strumenti metodologici (nulla come un buon concetto è utile nella ricerca sociale!).
E quindi via, indosso il faccione severo di Max che fra l’altro, come potete vedere, mi somiglia come una goccia d’acqua!
Claudio Bezzi