Spesso nei percorsi universitari di scienze sociali ci si trova difronte a una serie di insegnamenti trasversali. Filosofia, Linguistica, economia politica… molte volte Antropologia. “Cugina” della sociologia, l’antropologia si sta ritagliando sempre più spazio nei corsi di laurea non specificamente a indirizzo M-DEA01. Può essere utile a questo proposito proporre alcune letture che, tra classici trans-disciplinari e nuove prospettive di ricerca, possono stimolare ancor di più studenti e appassionati.

Partire dai classici

Molti studiosi risultano talmente importanti per le scienze sociali che definirli con una sola categoria non solo è riduttivo ma in alcuni casi un insulto. Ancor più se sussiste un rapporto parentale, uno maestro-allievo e via discorrendo. Un caso interessante è quello di Emile Durkheim e Marcel Mauss. In un testo edito da Paperbacks del 1976 dal titolo sociologia e antropologia sono stati inseriti tre saggi le cui tematiche si intersecano.

Émile Durkheim
Émile Durkheim
  • Il primo di Durkheim Sulla definizione dei fenomeni religiosi e rappresentazioni individuali e collettive;
  • il secondo di Durkheim e Mauss, su alcune forme primitive di classificazione;
  • il terzo di Mauss sulle variazioni stagionali della società esquimesi;

Etnografia del quotidiano

Capire l’attuale è una sfida più ardua di quanto si pensi. Nell’immaginario collettivo lo sguardo dell’antropologo è quello di chi vive la ricerca sulla propria pelle, sporcandosi le mani. Alcuni brevi saggi che possono chiarire questa impostazione da “ricercatore perennemente sul campo” sono Etnografia del quotidiano. Uno sguardo antropologico sull’Italia che cambia e il dono al tempo di internet di Marco Aime.

L'Antropologo Marco Aime
L’Antropologo Marco Aime

Nel primo testo L’Italia appare come una società frammentata che di conseguenza agisce in modo disordinato. Un modo di fare che impedisce il nascere di una coscienza collettiva. Da qui deriva anche la criticità del rapporto tra cittadino e Stato, un’istituzione che nel nostro paese conserva i tratti tipici dei regimi autoritari. Uno stato di cose che traspare in modo evidente se si analizzano alcuni momenti topici della nostra vita pubblica, sia a livello istituzionale, sia a livello della quotidianità di massa. 

Nel secondo testo Aime insieme con Anna Cossetta, rintracciano nello scambio offerto dalla rete alcuni equivalenti del paradigma del dono in quei “dati” che viaggiano rapidamente da un computer all’altro. Nel testo ci si domanda se gli scambi in rete possono essere dei nuovi promotori di socialità. Ci si chiede in pratica se i loro modelli relazionali abbiano ripercussioni sugli schemi e le dinamiche più tradizionali della società in cui viviamo.

Prospettive Orientali

Tipica colazione di Nara, antica città del Giappone
Tipica colazione di Nara, antica città del Giappone

L’antropologia, insieme con la filosofia e l’archeologia, è la disciplina che più facilmente tratta di intercultura. Per molti studiosi vi si possono trovare addirittura le radici per il dialogo tra le discipline stesse. Non è difficile infatti trovare testi di Antropologia russa e in genere orientale. Seguendo quindi una curiosità esotica e per nulla orientalistica, un testo interessante da leggere è I linguaggi del rito. Prospettive antropologiche sulla religiosità giapponese di Giovanni Bulian. Il libro offre una chiave di lettura antropologica della cultura rituale giapponese analizzandone alcune espressioni cerimoniali, rituali e festive in aree urbane e rurali. In questo percorso l’accento viene posto in particolare su elementi distintivi delle nuove forme della cultura rituale. Vengono evidenziati infatti sia il peculiare sincretismo sia la creatività culturale della religiosità nipponica nell’elaborare nuove pratiche rituali in risposta alle problematiche e alle esigenze della società contemporanea.

Francesco D’Ambrosio

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