Negli anni Settanta si è sviluppata una nuova branca della sociologia, la sociologia delle emozioni. La nuova disciplina ha lo scopo di studiare e interpretare le relazioni sociali quotidiane. Arlie Russell Hochschild può essere definita la fondatrice di questa corrente di studi, nasce a Boston nel 1940, oggi ricopre il ruolo di professoressa emerita di sociologia dell’Università di Berkley e di scrittrice.
Arlie Russell Hochschild
Si è sempre dimostrata interessata agli studi di Goffman, fin da bambina. Infatti, i suoi studi seguono un approccio drammaturgico-culturale attraverso il quale le emozioni vengono studiate come mezzi di comunicazione fondamentali per le interazioni sociali.
La sociologa Hochschild studia e interpreta le emozioni come se fossero degli oggetti sociali, ovvero create dall’individuo per la società. Secondo i suoi studi le emozioni di ogni singolo individuo sono guidate dalle cosiddette feelings rules (regole del sentire) e dalle display rules (regole di espressione). Le norme appena citate vengono acquisite dall’individuo in età prematura, così tanto presto da considerarle come naturali e automatiche. Quindi, vederle come norme inscindibili dall’uomo è uno degli errori più comuni in questo campo. Vediamo insieme queste regole sopracitate:
Le regole del sentire aiutano l’individuo a sentire l’emozione più adeguata rispetto al contesto in cui si trova ad agire, una sua violazione difficilmente comporta delle conseguenze a livello sociale per il singolo perché solo egli ne è cosciente.
Le regole di espressione, invece, indicano il modo in cui l’emozione sentita dal soggetto debba essere manifestata al pubblico.
È fondamentale, in questo caso, l’interazione sociale perché è grazie agli altri individui che si imparano le emozioni appropriate da sentire in determinate occasioni e come queste debbano essere espresse. Il risultato dell’acquisizione delle norme di manifestazione dell’emozione e il loro rispetto costituiscono la cultura emozionale. La cultura emozionale è variabile per una moltitudine di fattori come, ad esempio, la posizione geografica o un contesto storico ben determinato.
Arlie Russell Hochschild: Lavoro emotivo
Hochschild oltre ad aver teorizzato le regole di manifestazione dell’emozione ha anche specificato i campi in cui esse possono essere violate o rispettate, quali: l’emotion work (lavoro emotico) e l’emotional labour (lavoro emozionale). Termini entrambi cognati dalla sociologa.
Il lavoro emotivo è lo sforzo che l’individuo compie quotidianamente per controllare le proprie emozioni. Non è altro che l’atto di cambiare il grado o addirittura l’emozione stessa a seconda del contesto in cui ci si trova ad agire. Il lavoro emotivo è indirettamente proporzionale al grado di intimità che si ha con l’interlocutore, vuol dire che più intimità c’è tra gli individui minore sarà lo sforzo perché solitamente quando ci si trova con un amico o con il propri* fidanzat* c’è un abbattimento delle maschere. Invece, meno intimità c’è tra gli interlocutori maggiore sarà il lavoro emotivo perché, in quel caso, è importante fare una bella figura. I processi cognitivi dietro questo meccanismo sono: l’evocazione dell’emozione e la soppressione della sua espressione esterna. Il loro buon funzionamento rispecchia un’ottima capacità di misurare la competenza morale, sociale e strategica.
Arlie Russell Hochschild: Lavoro emozionale
Il lavoro emozionale è sempre legato ad un valore monetario, quindi, dipende molto dal tipo di contratto lavorativo che si ha. Il contratto di lavoro può basarsi su un contatto faccia a faccia con il cliente, potrebbe richiedere al lavoratore di generare delle emozioni nel cliente oppure potrebbe legittimare il datore di lavoro a controllare le attività e le espressioni emotive dei dipendenti. Il rapporto tra il ruolo che si ha e il lavoro emozionale dipende dall’importanza del ruolo, più è importante il ruolo che si ricopre maggiore sarà il lavoro emozionale.
Di lavoro emozionale se ne distinguono diverse tipologie, le quali dipendono dall’attività professionale svolta e dalla tempistica nel lavoro emozionale deve essere mezzo in atto, quali: preparatoria, in situ e retrospettiva. La tipologia preparatoria vede il lavoro emozionale prima di essere coinvolti nell’azione ed è fondamentale per tutte quelle professione caratterizzate da conflittualità, come ad esempio la professione dell’avvocato. Il lavoro emozionale nella tipologia in situ avviene durante l’azione, ma più è accurata la fase preparatoria minore sarà la fatica per l’individuo di mettere in atto un certo controllo sulle emozioni. Nella retrospettiva, invece, lo sforzo si compie quando la performance è terminata.
Entrambi i lavori implicano delle finzioni e dei controlli costanti sulle emozioni da parte degli individui che potrebbero rappresentare dei rischi per i soggetti, soprattutto per coloro che sono sottoposti ad un forte carico di controllo e una forte gestione delle espressioni emotive perché potrebbero non smettere di fingere anche quando sono da soli. Hochschild, infatti, ha più volte sottolineato una serie di effetti collaterali e importanti costi psicologici da pagare.
Cultura emozionale di genere
L’espressività emotiva conosce delle differenze di genere che dipendono dalla società in cui si vive. Nella cultura occidentale solitamente c’è la credenza sociale che sottolinea la differenza nell’intensità espressiva di alcune emozioni. Ad esempio, le donne sono considerate più delicate e meno aggressive mentre gli uomini sono considerati più rigidi e impulsivi. Per queste costruzioni sociali dettate dalle credenze più diffuse le donne svolgono un lavoro emotivo maggiore nella loro quotidianità perché vengono giudicate molto emotive; quindi, rispettare le regole del contesto di riferimento è uno sforzo superiore a differenza degli uomini.
Ancora oggi, ci sono delle professioni che sono vincolate dalle norme e dalle aspettative di genere, alcuni studi hanno affermato la presenza di donne che incontrano delle difficoltà nello svolgere il proprio lavoro perché spesso vengono giudicate inadeguate. D’altro canto, gli uomini vivono con il peso di non dover provare emozioni, un vero uomo è forte silenzioso e ignora i suoi sentimenti.