Le imprese vivono sempre cambiamenti frenetici. Tuttavia, sia il periodo che stiamo vivendo, sia le prospettive per il futuro, stanno orientando le aziende verso una certa direzione. Curare il benessere dei propri dipendenti significa curare l’ambiente dove l’impresa agisce. Bisogna quindi lavorare su due fronti: la corretta selezione e valorizzazione del personale e lo sviluppo sostenibile. Proviamo a dare qualche delucidazione in merito.

Aspetti salienti dell’utilizzo del bilancio di competenze

Il bilancio di competenze è il primo strumento utile da cui partire per mappare tutte le esperienze acquisite di una persona nella sua vita professionale. Si tratta precisamente di ricavare, attraverso differenti tipologie di test di auto-valutazione, un identikit della persona quanto più esaustivo possibile. Esso non riguarda soltanto le sue competenze auto-certificate ma soprattutto la somma dei valori accumulati nel tempo, la motivazioni, le aspettative e le differenti sensibilità che la contraddistingue.

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Ciò è necessario per comprendere quali sono i propri punti di forza e di debolezza. Cosa è necessario migliorare e cosa deve essere corretto per creare un percorso chiaro di crescita lavorativa personalizzato.

Assessment center

È da questi presupposti che un azienda o un ente preposto struttura un assessment center (Del Pianto, 2015). Quest’ultimo è una metodologia d’indagine di selezione sofisticata. Le aziende (solitamente di grandi dimensioni) grazie a esso, tentano di minimizzare le possibili fonti di errore nella valutazione dei potenziali candidati. Per fare ciò l’assessment center deve essere strutturato in modo rigoroso. Innanzitutto comprendendo una serie di professionisti di varia provenienza (assessor) che possano valutare – senza commettere errori di pregiudizio e di superficialità – quanti più aspetti possibili delle persone esaminate.

Inoltre, si necessitano metodologie diversificate di analisi per consentire una chiara identificazione delle possibilità, delle motivazioni e delle potenzialità dei candidati. Seguendo un calendario temporale e quindi una selezione step by step, è facile pensare di affiancare, ad esempio, il classico colloquio individuale con un business game. Ciò permette di confrontare determinate variabili, come la gestione dello stress e la capacità di definire strategie efficaci con tempestività (Gandolfi, 2003). Testando in questo modo le persone, si mettono in relazione le informazioni che i candidati hanno dato in sede di colloquio e la pratica effettuata durante le prove.

Cosa si intende per “Impresa sostenibile”?

L’idea – e l’applicabilità – del concetto di sostenibilità dell’impresa nacque nel 1987 alla stesura del Rapporto Brundtland[1] da parte della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo. La sostenibilità venne identificata con “la soddisfazione dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

svilippo sostenibile schema
Schema dello sviluppo sostenibile

Seguendo questo principio le imprese hanno dovuto, nella maggior parte dei casi, riformulare la propria identità e il criterio di gestione delle attività produttive. Esse hanno dovuto (ri)considerare non solo l’impatto ambientale nei luoghi dove andavano a operare ma hanno dovuto coinvolgere maggiormente tutti gli stakeholders (sia effettivi che potenziali) nella progettazione dei bilanci di sostenibilità. In azienda la sostenibilità è una sfida costante, che chiede cambiamenti e controlli continui soprattutto nell’agire quotidiano. Si deve infatti prestare attenzione, oltre che la dimensione economica, anche alle dimensioni sociali e ambientali (Totàro, 2005, pp 87-88).

Qual è la sua mission?

Da questo si comprende il carattere immanente, ossia l’importanza dell’impresa nella società. L’impresa è soprattutto una comunità di uomini il cui scopo primario è garantire l’esistenza stessa di quest’ultima. La vera mission dunque non si relega al mero profitto economico e all’employer branding, ma si estende al benessere collettivo delle comunità. Si tratta ovvero della capacità di fare rete e di agire con lungimiranza (Ruffini, 2008). Tuttavia, ciò che bisogna tener maggiormente presente quando si parla di impresa sostenibile è il concetto di ambiente.

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Esso non è solamente da ricondurre al termine natura (Camorrino, 2018) ma è da considerarsi come una risorsa collettiva, un ambiens simpoietico (Haraway, 2019) dove l’equilibrio nella rete emerge grazie alla collaborazione sinergica tra le sue diverse parti, come per esempio sembra essere accaduto, secondo la celebre teoria dell’endosimbiosi di Lynn Margulis, all’origine della vita[2].


[1] https://www.are.admin.ch/are/it/home/sviluppo-sostenibile/cooperazione-internazionale/agenda2030/onu-_-le-pietre-miliari-dello-sviluppo-sostenibile/1987–rapporto-brundtland.html#:~:text=Nel%201987%2C%20Gro%20Harlem%20Brundtland,sviluppo%20sostenibile%20ancora%20oggi%20valida.
[2] https://oggiscienza.it/2017/08/24/lynn-margulis-endosimbiosi-evoluzione/

Per approfondire

Bibliografia

  • Camorrino A., La natura è inattuale. Scienza, società e catastrofi nel XXI secolo, Napoli, Dante & Descartes editore, 2018;
  • Del Pianto E., Assessment center. Tecniche e strumenti per il valutatore, Milano, Franco Angeli, 2015;
  • Gandolfi G., Il processo di selezione. Strumenti e tecniche (colloquio, test, assessment di selezione). Manuale pratico applicativo con test ed esercitazioni, Milano, Francoangeli, 2003;
  • Haraway D., Chtulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto, Roma, Nero editore, 2019;
  • Ruffini R., Oltre l’impresa. Come la cultura d’azienda genera cambiamento sociale, Milano, Mondadori, 2008;
  • Totàro A., E., Dalla educazione ambientale alla comunicazione ambientale ed etico sociale d’impresa, Napoli, Loffredo editore, 2005;
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