L’avvento del capitalismo realizzò la costituzione di nuove forme organizzative e di gestione dell’economia. In particolare, ci riferiamo a un periodo nel quale la crisi economica in Europa e, di conseguenza, le varie riforme atte alla liberalizzazione degli scambi commerciali, portarono alla costituzione di un nuovo modello di burocratizzazione e di rivoluzione all’interno dell’assetto sociale e organizzativo europeo, con lo sviluppo della nuova classe industriale. L’oggetto dell’opera di Max Weber, la Borsa, tratta, in particolar modo, le dinamiche dello sviluppo della finanza europea nel periodo intercorrente tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.
Weber, nella sua analisi, ha inteso non solo approfondire gli aspetti economici e strutturali del tessuto sociale, ma ha contribuito a dare un forte impulso ad un’indagine dinamica e completa sui modi di strutturazione delle principali istituzioni finanziarie. Weber utilizza diversi indicatori, per poterne studiare le caratteristiche, come: Il tipo di organizzazione, il sistema di mercato, l’assetto normativo e il tipo di ruolo delle istituzioni.
Obiettivo del lavoro è quella di ricavare un’analisi dei principali modelli di organizzazione finanziaria presenti nell’epoca ottocentesca, utilizzando il modello sviluppato da Weber, nel suo studio sulle principali borse europee, e, in conclusione, si tratterà della Borsa Italiana spa individuandone le caratteristiche strutturali e normative. Il periodo di riferimento è l’era guglielmina, che si apre con una situazione economica tedesca in lenta caduta dopo la massiccia importazione di grano. Verso gli anni 80, si è cercato di sottoporre al Reichstag una riforma di legge che permettesse di risanare la situazione, affidando all’istituzione statale il principale compito di essere importatore del grano, statalizzando l’economia e consentendo ai produttori agricoli di acquistarlo a un prezzo pari alla media e di rivenderlo a un prezzo più elevato.
La proposta fu respinta perché dannosa all’ accordo commerciale con gli altri paesi esteri. Questa situazione favorì la trasformazione del settore economico da agricolo a industriale. Con essa, cambia anche la struttura sociale con l’entrata di nuove figure dominanti, come l’aristocrazia industriale, attore principale dei transiti economici e speculativi e delle dinamiche di creazione delle nuove istituzioni finanziarie.
Il mercato finanziario
In questo periodo nel mercato finanziario si sviluppò una nuova concezione burocratica e verticistica, non solo nell’industria ma anche nel mercato borsistico. La nascita della nuova professione finanziaria rispecchia il senso di una società stratificata e sclerotica atta al calcolo razionale, trascendendo fortemente dalla persona libera da ogni costrizione logica. Il tipo di modello verticistico, con al comando professionisti, prevedeva una massiccia conoscenza del mercato, e un maggior reddito, ma anche una maggiore speculazione che pesava direttamente sui piccoli speculatori poco benestanti e inesperti. Chi non conosceva pienamente il mercato, doveva sempre rivolgersi a qualche esperto, provvisto di forti capitali e diventare un loro cliente. In conseguenza di ciò si profilava un’idea distorta sulla concezione borsistica, in realtà, era uso comune credere che statalizzare la borsa, potesse evitare le problematiche inerenti ai rischi finanziari.
Weber, fortemente contrario contestò, dicendo che ciò avrebbe permesso la nascita di un vertice di potere statale con la conseguenza di una forte battuta di arresto sull’economia. Egli era convinto, che il sistema finanziario e la borsa in particolare, combinassero la capacità di mercato con un metodo razionale; per cui chiudendosi verso l’esterno sarebbero stati ammessi solo i commercianti più capaci, in grado di portare una maggiore redditività al mercato. Il sistema chiuso e privatistico di Weber avrebbe permesso una specializzazione, che garantiva la valorizzazione della propria borsa evitando speculazioni dannose. Quindi bisognava garantire che lo Stato non manipolasse il mercato e l’organizzazione interna, ma vigilasse attraverso un intervento esterno, per permettere l’adattamento all’ambiente e una maggior crescita del mercato, controllando e eliminando ogni tipo di abuso. Questa manovra permetteva allo Stato di avere un ruolo di garante all’interno della borsa e di abolire ogni forma di sopruso.
Organizzazione della borsa ottocentesca in europa
Utilizzando un metodo comparativo– analitico, cercheremo di spiegare la variabile statale nelle varie figure organizzative, negoziali e finanziarie, individuando le nazioni di riferimento: le città anseatiche e la Prussia (quest’ultima riconosciuta come modello tedesco). Il periodo della grande industrializzazione, porto un’eccessiva sovrapproduzione da parte dei grandi capitalisti e alla precarizzazione dell’uomo-operaio, con la conseguente necessità, da parte dello stato- protettore, di garantire al proletariato maggiore sicurezza, impedendo gli eventuali soprusi operati dalla classe capitalista. Preso ispirazione dalla logica garantista dello stato, in Inghilterra, nel 1864, nacquero le Trade Union delle associazioni di sindacato nate per proteggere i diritti del proletariato inglese.
La nascita dei sindacati avrebbe influenzato il mondo finanziario e politico degli anni a venire. Andando a concentrarsi sull’ingerenza statale, Max Weber sosteneva che lo stato non dovesse riformare l’organizzazione interna della borsa, ma doveva agire all’esterno, pertanto, doveva garantire una sorveglianza globale, vietando l’accesso agli inesperti speculatori, ciò per evitare che le grosse perdite gravassero sui poveri commercianti e quindi assumersi un ruolo di controllore e protettore del povero perseguitato.
Il modello prussiano era il più complicato e artificioso, esso presentava delle enormi carenze, sia a livello organizzativo che regolamentativo. Il primo per quanto riguardava la sua vera natura strutturale, infatti, era difficile da distinguere se fosse una corporazione pubblica o semplicemente un’associazione di libero mercato. Il secondo, per via della persistenza di alcuni tipi di comportamenti all’interno della borsa, che fecero presupporre a un mancato controllo da parte dello stato e quindi alla non selezione di professionisti capaci e competenti. Cominciamo a delineare le tappe che portarono a una autonomia ed una diversa strutturazione.
La borsa berlinese
La borsa più rappresentativa del modello prussiano è la borsa Berlinese. Nata nel XVII secolo per iniziativa di una gilda di merciai e di commercianti di materia greggia. Si ebbero i primi presupposti per la nascita della Corporazione Unitaria dei mercanti francesi e tedeschi:
- Nel 1738, primo regolamento della borsa, anno in cui il re Federico Guglielmo I concede la dirigenza della Corporazione. Essa appariva come una struttura elementare, poco progettata e adatta al bisogno dell’epoca. Alla guida furono messi due anziani, che avevano il compito di dirimere le controversie interne;
- il 5 luglio 1805 il quadro si fece più complesso con l’introduzione di quattro anziani nell’organo direzionale; si cominciò a pensare a un sistema un po’ più tecnologico e organizzato, si introdusse un registro di annotazione per controllare ogni affare concluso, il quale doveva essere consegnato al presidente tramite i sensali giurati, (organi mediatori), quindi si cominciò con la prima suddivisione dei compiti e i primi strumenti atti a fronteggiare il nuovo mercato.
- 2 marzo 1820, nasce la nuova corporazione dei commercianti di Berlino, il regolamento subisce delle modifiche. Si verificò un processo di reclutamento, alla ricerca di una figura che potesse corrispondere a delle determinate caratteristiche, quali: una libera disponibilità patrimoniale, il diritto di cittadinanza e una fama di persona affidabile. Per poter poi essere selezionata ed operare al suo interno, questi requisiti dovevano essere accertati e vagliati attraverso il consenso maggioritario dell’intera corporazione. La novità del nuovo ordinamento è la costituzione di un organo amministrativo: il Commissariamento di borsa, i cui membri erano eletti dagli anziani che sorvegliavano le operazioni e adottavano i provvedimenti disciplinari.
- 7 maggio 1825, modifica del regolamento e precisamente dell’articolo 1, che rende la borsa di Berlino unica sede di tutta l’attività azionistica, conferendole carattere nazionale e impedendo la nascita di nuove borse. Questo però non arrestò la formazione di borse private da parte dei commercianti. L’ingresso alla Borsa di Berlino era precluso alle donne, agli insolventi in situazioni fallimentari e ai minorenni. I commissari costituirono un corpo di sorveglianza assumendo un suo istituto, regolamentato da alcune funzioni tipiche come il vigilare sulle operazioni dei sensali, determinare i corsi di borsa e proporre delle modifiche interne in presenza di alcune lacune.
- Con gli ultimi regolamenti, del 20 aprile 1866 e del 15 giugno 1884, si stabiliscono nuove norme a livello operativo. La partecipazione alle riunioni nella borsa, era subordinata al possesso di un biglietto d’entrata, che il vertice senatoriale (organo dirigenziale ed esecutivo della borsa), negava alle persone che non ne avevano diritto: come i minorenni, le donne, i malati mentali e i commercianti soggetti a fallimento e accusati di bancarotta fraudolenta. Il biglietto era gratuito per i membri del collegio senatoriale, mentre i membri all’interno della corporazione dei commercianti lo ricevevano dietro pagamento di contributi statutari, calcolati in base alle loro operazioni in borsa. Si stabiliva che chiunque non appartenesse alla corporazione, poteva ottenere il biglietto con previa autorizzazione da parte di tre membri della corporazione stessa. Il soggetto che si tratteneva per lungo tempo all’interno della borsa o chi commetteva atti illeciti poteva essere allontanato, in questo caso, se si riteneva ingiusta la pena comminata, la persona colpevole poteva difendersi davanti a una commissione di tre membri del “senato”, più il sindaco di Berlino.
- Progressivamente i membri del commissariato aumentarono e il lavoro si intensificò. Un terzo di loro era nominato dal collegio e gli altri due terzi dai membri dalla Corporazione; questo corpo commissariale si suddivideva in due sezioni autonome, una per la borsa valori e l’altra per la borsa merci, ad entrambe era consentito controllare i titoli di nuova accettazione. I commissari assumendo il potere di nomina eleggevano un presidente e un vicepresidente.
Altri tipi di istituti
Oltre agli organi di line, che erano le figure dirigenziali per eccellenza, subentrarono altri tipi di istituti, ad esempio:
- Il commissario di scrutinio del collegio senatoriale, il quale fungeva da corpo disciplinare ed escludeva alcuni tipi di operazioni;
- commissione di periti della borsa e dei titoli, composta dai sei commissari della borsa valori e da quattordici membri della corporazione, eletti per tre anni, decideva sulle relative questioni dei contratti in titoli in base a un prontuario sulle “condizioni commerciali”, che era pubblicato dal collegio senatoriale;
- commissione arbitrale del senato: composta da cinque membri anziani e da un consigliere giurista, con funzione consultiva;
- la deputazione permanente della borsa merci: formata da quattro senatori e da undici membri della corporazione eletti per tre anni, decideva sulle questioni giuridiche sorte dagli affari della borsa merci;
- società dei periti giurati: formati da tre o quattro membri che giudicavano la validità di una merce per la messa in consegna, sulla base anche dei regolamenti specifici.
Facendo una prima riflessione sulla struttura della borsa prussiana, abbiamo avuto modo di constatare una progressiva diversificazione organizzativa a partire dal 1738, anno in cui da una struttura elementare, dove la dirigenza era affidata a due membri anziani, gradualmente cominciò a strutturarsi fino alla nascita di alcuni organi importanti come il commissariato di borsa, al quale venne conferito il compito di sorveglianza. Questo dava alla Corporazione un senso di autonomia e capacità di impiantare propri organi, mettendo nelle condizioni di autogestione la società. Arriviamo così ai primi anni dell’Ottocento, con l’introduzione di organi di staff, istituiti per fronteggiare un nuovo tipo di logica di mercato.
Notiamo che in avanzamento con gli anni cambia anche il tipo di competenze, per cui era necessario un processo di reclutamento e selezione del personale in possesso dei requisiti necessari come: una buona disponibilità patrimoniale e la cittadinanza prussiana. A Berlino era ancora presente l’istituto dei sensali, che erano nominati dal senato e approvati dall’Ufficio governativo di sorveglianza.
Nonostante le normative e le strutture operative attuate, l’organizzazione si presentava molto disorganizzata, non era presente una selezione adeguata, il controllo della Camera di Commercio era assente e quindi si poteva introdurre con facilità qualsiasi membro impreparato e inficiato di gravi reati civili e commerciali, mancava quindi un piano di reclutamento progettato, per portare la corporazione a ristabilire l’efficienza interna.
Borsa anseatica
Passiamo alla borsa anseatica, che presentava caratteristiche di mercati completamente liberi, ove l’accesso era consentito a tutte le persone oneste, anche straniere. Essa ebbe inizio con il primo regolamento del XIX secolo, nel quale confluì la situazione creatasi fin dal 1665, in cui l’unione di gilde mercantili si era trasformata in una riunione di “commercianti rispettabili”. Da questo evento, che cambiò la situazione sociale all’interno del paese, derivò la nascita (con il decreto della camera del senato), della Camera di Commercio amburghese. Quest’ultima, nel 1841, fu incaricata di dirigere la borsa, di sorvegliare l’operato della stessa e di nominare una commissione per individuare sia i prezzi da applicare che degli usi interni.
La borsa veniva suddivisa in due sezioni: la borsa merci e la borsa valori. La prima era caratterizzata da circoli privati, che mantenevano la loro autonomia e in caso di controversie aveva una commissione interna, eletta dai membri, che decideva sulla regolarità delle azioni. La borsa valori, invece, con la dirigenza della Camera di commercio e in base all’emanazione della legge del 23 gennaio 1880, disponeva di una commissione formata da quattro banchieri e quattro mediatori, con funzioni sia di tribunale arbitrale che da regolatore degli usi interni, essa determinava i corsi di borsa e stilava i resoconti degli affari conclusi durante la giornata. Anche nella borsa merci era presente un tribunale arbitrale formato da membri eletti dalla Camera di Commercio. La conoscenza esplicita dei nuovi membri, alla sorveglianza dell’operato borsistico, ha permesso la risoluzione delle controversie e delle varie problematiche, portando a una funzione più ottimale della borsa.
La borsa amburghese
Nella borsa amburghese notiamo due tipi di ingerenza statale: nella borsa valori assistiamo a un controllo che avviene solo esteriormente, nella borsa merci vigeva il principio di libero mercato.
L’assenza del controllo statale, all’interno del settore mercantile, fu la causa di un forte associazionismo tra mercanti dello stesso settore: produttori di caffè, cereali, prodotti alcolici e prodotti ricavati dalla produzione delle patate, costituendo di fatto una barriera d’entrata per i nuovi novelli imprenditori. Confrontando i due settori di riferimento notiamo che il primo, il modello prussiano, soggetto a un controllo statale, presentava una mancata organizzazione e selezione dei membri all’interno. Una delle minacce riscontrate è la perdita di efficacia all’interno della borsa e la nascita di nuovi vertici di potere del personale all’interno, che avrebbero portato a una maggiore facilità di accesso a commercianti non idonei secondo i requisiti.
Mentre nel mercato anseatico si ha un mercato frazionato, con pochi attori commerciali chiusi ma tendenti a monopolizzare il mercato stesso, di conseguenza si determina la minaccia per i piccoli commercianti di non riuscire ad entrare, impedendo così l’ingresso nella borsa valori, che dunque diviene un punto d’incontro tra cricche all’interno del mercato. Queste associazioni presentavano un’organizzazione di stampo privato, con una propria struttura interna formata dall’assemblea dei soci e da un presidente.
Caso pratico
In questo capitolo cercheremo di osservare e di studiare l’organizzazione strutturale e le varie strategie all’interno della Borsa Italiana spa, leader nazionale e internazionale, capace di attirare capitali da tutto il mondo.
La società nasce nel 1998, con l’attuazione del decreto sulla privatizzazione e con l’effettivo divieto di intervento dello Stato sul mercato e nell’organizzazione interna. La Consob e la Banca d’Italia hanno un ruolo di vigilanza esterna e di controllo delle varie immissioni di informazioni fornite dalle società quotate sul mercato; mentre alla borsa è demandato il ruolo tecnico e operativo all’interno del sistema finanziario, si occupa dell’esclusione di strumenti finanziari e controlla e gestisce le negoziazioni e gli obblighi di operatori e emittenti. Parlando di organizzazione, la Borsa si coordina attraverso un tipo di modello funzionale, atto alla concentrazione di funzioni e processi simili, che racchiudono conoscenze e capacità analoghe.
L’oggetto delle analisi è basato su un’alta specializzazione, in proporzione al tipo di prodotto immesso, in questo caso si parla di azioni e i prodotti finanziari. Abbiamo analizzato le varie strategie aziendali effettuate dalla borsa. L’intesa con il gruppo di London Stock Exchange, nel 2007, ha permesso l’introduzione di nuovi imput strategici, consentendo l’introduzione di nuove tecnologie e strumenti come l’EFT, che hanno attratto un gran numero di investitori all’interno del mercato italiano favorendo un processo di espansione e permettendo a quest’ultimo di mirare a un nuovo tipo di nicchia di mercato, come ad esempio le piccole e medie imprese. Non più stato manipolatore di mercato, ma stato garante e vigilante.
Abbiamo parlato di nuovi strumenti, in questo caso, la Borsa italiana adopera diverse strategie e tra le più innovative sono presenti: il sistema telematico Azionario (MTA), ovvero un mercato che risponde alle migliori esigenze dei clienti internazionali, dove si negoziano obbligazioni, azioni, diritti di opzioni e warrant; il mercato derivato ,nel quale si contrattano titoli a termine, per cui si può acquistare una determinato titolo nello stesso luogo e pagarlo in una data differita, uno dei mercati di derivati più utilizzati è l’INDEM , che scambia al giorno 150000 contratti; l’ETF, che consiste in una gestione passiva di un fondo e consente di acquistare un determinato paniere d’investimento con il quale ricavare introiti per un nuovo investimento.
Il vantaggio strategico, derivante dall’intesa con la borsa di Londra, ha consentito anche di far entrare una quantità di capitale straniero all’interno della borsa italiana, sviluppando una nuova concezione di mercato, atta alla conservazione del patrimonio investito e alla copertura dei rischi dovuti al mancato equilibrio di mercato.
Organi e struttura
Una delle missioni aziendali prevedeva anche l’introduzione di un riassetto delle figure istituzionali. All’interno della borsa sono presenti organi dirigenziali e di staff come:
• L’assemblea dei soci;
• Il consiglio di amministrazione;
• Il comitato esecutivo;
• Comitato per la nomina;
• Collegio Sindacale;
• Commissione disciplinare;
• Collegio Probiviri.
La struttura funzionale opera per soddisfare l’efficienza interna della società e per fronteggiare le maggiori richieste di mercato. La struttura comprende cinque organi di line, che sono gli organi dirigenziali della società è composta da:
- Un’assemblea dei soci: che è l’organo deliberativo e rappresentativo della società, essa si definisce straordinaria o ordinaria.
- Ordinaria è convocata una volta all’anno per l’approvazione dei bilanci;
- Straordinaria, quando verte su modifiche dello statuto.
- dal consiglio di amministrazione: organo esecutivo, che si occupa della gestione ordinaria e straordinaria della società;
- dal Comitato di Consultazione: composto dai membri che esprimono le esigenze dei soggetti interessati al funzionamento dei mercati, in particolare: emittenti, intermediari ed investitori istituzionali. È nominato dal consiglio di amministrazione;
- dal Comitato esecutivo: è un organo preposto all’esame dei piani strategici del gruppo e al controllo dell’andamento della sua attività. Il consiglio delega alcune funzioni;
- dal Comitato per le nomine: è un organo che delibera nelle grandi società controllate e partecipate.
- Abbiamo elencato i cinque organi di line, adesso elencheremo i due organi di staff, che supportano e coadiuvano l’attività dirigenziale e comprendono:
- il Collegio Sindacale, che ha l‘obbligo di vigilare sull’operato degli amministratori della società, nel rispetto della legge e dell’atto costituente;
- il Collegio dei Probiviri, che è l’organo arbitrale e giudicante, atto a risolvere i problemi dei soci, con la facoltà di assegnare la questione a un solo membro del collegio. Abbiamo elencato i variorgani, ora illustreremo con un organigramma, le varie disposizioni della struttura organizzativa.
Conclusione
Con questo breve progetto ho voluto evidenziare quanto il pensiero di Max Weber è ancora presente nel nostro contesto moderno. Weber rifletteva sul ruolo del potere in un sistema sociale, in questo caso in quello finanziario, dove abbiamo analizzato due modelli principali: quello prussiano e quello anseatico. Il primo denota la mancanza una selezione, capace anche di far fronte a delle problematiche riguardanti alcune speculazioni pericolose, il modello risulta poco strutturato e con una burocratizzazione accentuata da parte di alcuni organi centrali, si evince anche una mancanza di controllo da parte delle autorità locali. Il modello anche se di libero mercato presenta alcune anomalie di input da utilizzare e da selezionare, in esigenza alle richieste di mercato.
Nel modello anseatico invece troviamo, da una parte una concezione di mercato libero e dall’altra una forte presenza statale. Il mancato controllo statale ha portato alla nascita di nuove forme di associazionismo, le quali costituivano di fatto un ostacolo che rendeva difficile l’attecchimento di nuovi mercati.
In ultima analisi abbiamo preso a modello il nostro contesto e la nostra epoca, soffermandoci sulle nuove strategie adottate dalla Borsa Italiana Spa. Si rileva una pianificazione di obiettivi ottima, con una crescente internazionalizzazione del mercato finanziario italiano, ma anche la capacità di pensare a nuovi input, che siano risorse tecnologiche e risorse finanziarie, permettendo così il raggiungimento di una diversa nicchia clientelare. Questo ha consentito di avere un mercato più flessibile ed adatto all’esigenze del cliente che acquista determinate azioni. La borsa italiana, quindi rispecchia il pensiero weberiano, con il ruolo della Consob e della Banca d’Italia che sorvegliano e controllano il mercato esterno ed eventuali reati commessi all’ interno della borsa.
Francesca Scarpino
Riferimenti
- Max Weber, La borsa, Edizioni Unicopli, 1985
- Borsa Italiana Spa URL: https://www.borsaitaliana.it/borsaitaliana/chi-siamo/home/chisiamo.html