Il concetto di profezia che si autoadempie è stato introdotto in sociologia da Robert K. Merton nel 1948, nel suo libro Teoria e struttura sociale, per indicare quei casi in cui una supposizione – per il solo fatto di essere creduta vera – alla fine si realizza, confermando la propria veridicità seppur inizialmente infondata.

La genesi della profezia che si autoadempie

Il sociologo americano William Thomas
Il sociologo americano William Thomas

Merton prese ispirazione dal celebre teorema di Thomas, sociologo americano della scuola di Chicago, il quale affermò che “se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. Egli sottolineò l’importanza della definizione della situazione, ovvero l’interpretazione del contesto da parte degli attori sulla base delle loro conoscenze e informazioni, nel determinare la condotta sociale, sottolineando come l’azione non sia determinata solo dai mezzi e dai fini, ma anche dalle risorse cognitive e culturali dell’attore. L’esempio celebre della profezia che si autoadempie, fornito dallo stesso Merton, riguarda il caso nel quale un insieme di risparmiatori, temendo il crollo finanziario di una banca, si reca in pochi giorni a ritirare i propri risparmi. Fino a quel momento la banca era un istituto solido e garantito, ma quando i risparmiatori, oltre che credere, agiscono come se il fallimento fosse davvero imminente recandosi tutti quanti a ritirare i depositi, allora essi fanno in modo che le loro aspettative diventino reali, ossia la banca fallisce.


Gli sviluppi della profezia

Schema effetto Rosenthal
Schema effetto Rosenthal

Le teorie successive che riprenderanno questi concetti sono oggi definite teorie situazioniste, proprio per il ruolo centrale dell’interpretazione della situazione. Uno dei più importanti studiosi di questo concetto è stato il ricercatore americano Robert Rosenthal, che nel 1974 ha messo in luce quello che fu definito l’effetto Pigmalione o effetto Rosenthal. Egli propose un esperimento da compiere all’interno di una scuola elementare. Fingendo di aver somministrato un test alla classe, informò le maestre del fatto che i bambini del gruppo x erano risultati più predisposti allo studio e più intelligenti rispetto a quelli del gruppo y. Il risultato finale fu il fatto che, a conclusione dell’anno scolastico, i bambini del gruppo x ottennero valutazioni più elevate da parte degli insegnanti e questo portò l’autore a ipotizzare che l’atteggiamento degli insegnanti, influenzato dalle previsioni, avesse condotto alla realizzazione della previsione stessa.

Questo è presente nella nostra vita di tutti i giorni, dall’oroscopo mattutino ai mercati finanziari, e ha diverse conseguenze sulle nostre percezioni, che alla fine tendono a confondersi e ad essere influenzate sempre più da opinioni di terzi.

Rino Carfora

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