Se dovete fare un’indagine per un oscuro ufficio federale americano, per verificare se la popolazione crede possibile la presenza di alieni sulla Terra, avete il problema di far capire una cosa così inusuale a una platea di intervistati che forse sanno a malapena che la Terra gira attorno al Sole. Occorre quindi utilizzare flessibilità nelle domande superando d’un balzo la standardizzazione nel porgere le domande.
I questionari saranno pure “standard”, ma chiedere a tutti le stesse cose, rigorosamente nello stesso modo, per raccogliere proprio le stesse variabili… Le stesse? Siete sicuri?
Domanda ipotetica in un questionario immaginario:
– Lei ritiene che ci siano presenze di alieni sulla Terra?
Il povero intervistato o la povera intervistata vi risponderanno:
a) in base alla conoscenza del termine ‘alieno’, che è già polisemica di suo;
b) in base alla generica conoscenza di un filone cinematografico (o complottistico, o entrambi) che sostiene questa cosa;
c) in base alle loro conoscenze astronomiche, perché gli alieni esistono (almeno come concetto) con riferimento a un Universo con innumerevoli stelle etc.
Supponiamo che il povero o la povera non conoscano la parola ‘alieni’; non credete sia il caso di spiegarla? Ma supponete che costui risponda:
– Ma che? Gli omini verdi di Marte? Ma via…
Oppure:
– Ma no, siamo stati sulla Luna e non abbiamo trovato nessuno…
In questi casi vedete facilmente come ci sia un’ignoranza di base (se non altro cinematografica) e il povero o la povera non hanno opportunamente contestualizzato il tema degli alieni. La risposta “No” (probabile conseguenza delle due precedenti risposte) non riguarderebbe quindi il tema degli alieni che da stelle lontane potrebbero essere giunti sul nostro pianeta, ma semplicemente il fatto che non si crede agli omini verdi di Marte o a presenze aliene sulla Luna, che rappresentano due concetti di intensione ed estensione differente da ‘alieni sulla Terra’; la risposta in matrice, conseguentemente, rappresenterebbe la registrazione di una variabile errata.
In casi di questo genere, quando cioè sapete di dovere fare domande difficili a un pubblico almeno in parte non competente, conviene “preparare la scena” (come si dice in gergo) e prendere l’argomento da più lontano. Ci sono diverse maniere:
1. domande preparatorie, che non vi servono tanto in matrice quanto a far capire di cosa state parlando; per esempio:
I. “Lei ha visto recentemente film di fantascienza? Quali?” (piccola verifica dialogica per capire se sono film con alieni);
II. “Sa che secondo alcuni, degli alieni come quelli di quel film, ma buoni e senza cattive intenzioni, sono da tempo qui sulla Terra come visitatori?” (anche qui piccolo eventuale dialogo, sempre di natura neutrale);
III. “Ma secondo lei è possibile? Lei ritiene possibile che ci siano degli alieni sul nostro pianeta?”.
2. piccoli spezzoni di filmati, in questo caso con alieni “buoni”, non più di un minuto, poi domande precedute da un incipit tipo: “Questo è un film americano di fantasia dove si vedono degli alieni / extraterrestri / esseri di un altro mondo… Al di là della fantasia, comunque, ci sono alcune persone che ritengono che effettivamente potrebbero esserci dei visitatori alieni sul nostro pianeta. Secondo lei è possibile? Perché?”.
3. gadget; questo termine indica cartoncini, gettoni, strumenti che l’intervistato può maneggiare liberamente; potete pensare a una sequenza di foto: la Terra vista dallo spazio, il sistema solare, la Via Lattea… e poi chiedere:
I. “L’Universo è veramente grande; lei pensa che solo l’Umanità abbia sviluppato una civiltà intelligente, sulla Terra, o che possano esistere altre civiltà di extraterrestri?“.
II. “Ma questi extraterrestri, secondo lei, potrebbero viaggiare fin sul nostro pianeta?“.
III. “Alcuni sostengono che degli extraterrestri siano presenti come ospiti sul nostro pianeta. Lei lo crede possibile? Perché?“.
La preparazione della scena, l’uso eventuale di filmati, foto e gadget, la possibilità di dialogare – entro certi limiti – con l’intervistat* per essere certi che abbia chiaro il concetto sul quale indagate, rende pochissimo standard l’approccio alla domanda, garantendo però – grazie alla comprensione del medesimo concetto da parte di tutti gli intervistati – la standardizzazione delle variabili in matrice.
Claudio Bezzi