Riprendiamo l’argomento smart city, stavolta analizzando il ruolo che rivestono gli attori protagonisti di questo processo creativo e innovativo, per la costruzione della città intelligente. Ciò che appare fondamentale comprendere oggi è il grado di consapevolezza degli stakeholders nei riguardi delle opportunità date dal processo della smart city. Ma da chi è composta la parte attiva del movimento “intelligente”?
Modello della tripla elica
In base alla teoria della tripla elica di Henry Etzkowitz, si ipotizza che l’incremento di interazioni fra università, imprese e Stato porti a realizzare nuovi progetti e strategie innovativi, che sono alla base di un nuovo sviluppo economico e sociale. La tripla elica diventa così anche uno strumento per la nascita di nuove forme organizzative per sostenere l’innovazione, come gli incubatori, i parchi scientifici e le startup. Queste organizzazioni rappresentano una sintesi perfetta degli elementi della tripla elica. L’innovazione nell’innovazione è dunque un fenomeno globale che implica il “learning by borrowing” (imparare prendendo in prestito, da altri). “Il modello a tripla elica dell’università-governo-industria è un modello analitico che descrive la varietà delle politiche delle istituzioni e una spiegazione delle loro dinamiche. Questa rete di relazioni genera intenzioni, strategie, e progetti che aggiungono plusvalore per riorganizzare e armonizzare continuamente l’infrastruttura sottostante al fine di raggiungere gli obiettivi” (Etzkowitz).
La prima elica: l’università
L’analisi delle tre eliche parte dalle università (prima elica), che si distinguono come il luogo entro il quale si elaborano modelli di sviluppo sociale, economico e culturale, oltre ad essere lo spazio dove l’innovazione teorica trova il suo campo di applicazione. Coadiuvano sia l’ente pubblico, sia l’impresa privata nell’elaborazione di studi e progetti. Il ruolo fondamentale svolto dalle università è quello del trapasso delle nozioni alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Si parla di “terza missione” in riferimento alle università e al loro ruolo nel tessuto sociale, culturale ed economico, per sottolineare la grande importanza che hanno i vari atenei nella formazione di manager, classe dirigente, creativi e professionisti di diversi settori.
La seconda elica: il governo
La seconda elica è il governo. Il termine “governo” qui viene inteso nel senso più ampio del termine: comuni, aziende municipalizzate, ministeri, governo nazionale. I comuni esercitano funzioni di gestione dei processi tecnologici attraverso le aziende municipalizzate. Le aziende municipalizzate, che operano come distributori della tecnologia (ad esempio, energia, gestione dei rifiuti, acqua, illuminazione). Infine, governo nazionale, ministeri, regioni, provincie, il cui ruolo è quello di formazione di leggi e atti aventi forza di legge per indirizzare lo sviluppo della smart city e perseguire scelte politiche che mirino a stimolare il tessuto socioeconomico, rendendo attrattivo il territorio.
La terza elica: le industrie
La terza elica è relativa alle industrie, le quali vanno intese non solo come le attività economiche svolte nel settore secondario, ma anche in quello terziario e nel terziario avanzato. Vanno individuate imprese, poli tecnologici e consorzi, le cui funzioni vanno analizzate sotto una duplice prospettiva. Infatti, come soggetti attivi, svolgono un ruolo importantissimo nell’offerta e produzione di servizi e soluzioni tecnologiche (e non tecnologiche); come soggetti passivi, cioè come beneficiari delle politiche governative. Inoltre, sono responsabili dello sviluppo di nuove conoscenze e tecnologie e della loro condivisione con altri soggetti. In questo senso è importante il concetto di impresa-rete e di rete di imprese, dove si crea una cooperazione tra le imprese che aumenta la capacità di innovazione e la competitività sul mercato delle stesse.
Una quarta elica
Ma accanto alle tre eliche è possibile individuare una quarta elica ovvero i cittadini. Perché includerli nel modello? Semplicemente perché, essendo la parte viva e attiva del paese, è da essi che nasce il movimento economico e innovativo per la realizzazione di progetti che possono coinvolgere concretamente le società a collaborare in sinergia per il raggiungimento di scopi comuni. Mai andrebbe sottovalutato il potenziale umano nella progettazione di grandi rivoluzioni e processi innovativi. Il modello originale ipotizzato da Etzkowitz prevedeva soltanto la presenza di tre eliche, escludendo di fatto dal circuito i cittadini, che grazie ai sempre maggiori spazi di partecipazione pubblica non possono che rivestire un ruolo attivo nella società, come ad esempio con le associazioni culturali, volontariato e cittadinanza attiva. La presenza del cittadino è dunque fondamentale per il processo di costruzione della città intelligente, poiché essi non sono soltanto fruitori di servizi e quindi hanno un ruolo passivo, ma principalmente svolgono un compito partecipativo essenziale per lo sviluppo, in quanto attivano il processo di inclusione tra la vita politica, economica e quella sociale della città.
Vincenzo Miracula
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Laureato in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione, attualmente sono iscritto alla Magistrale in Sociologia delle reti, dell’innovazione e dell’informazione. Mi interessano temi di attualità come politica, tecnologia, smart city.