La Rete si è progressivamente imposta come spazio di costruzione della cittadinanza e della dimensione sociale dell’individuo. Per questi motivi, già a partire dalla sua diffusione, si è cominciato a pensare a Internet come strumento di emancipazione dei cittadini dagli squilibri di potere, portati in essere dal sistema capitalista. Parallelamente, è nata la speranza che la Rete potesse contribuire a costruire una sfera pubblica caratterizzata da maggiore partecipazione e maggiore inclusione: grazie all’interattività e alla diffusione capillare casa per casa, Internet sarebbe potuto diventare uno strumento di superamento delle disuguaglianze sociali e delle discriminazioni politiche e di costruzione di una società più equa.

Disuguaglianze sociali 2.0

L’esperienza ha dimostrato che non è così. Anche Internet produce e riproduce disuguaglianze sociali, che sarà poi compito della politica cercare di ridurre e depotenziare. Essa crea un “divario digitale”, meglio noto come digital divide, tra coloro che posseggono le tecnologie digitali e coloro che non le posseggono; tra coloro che dispongono di quelle tecnologie e coloro che non ne dispongono; tra coloro che sono costantemente aggiornati sul piano tecnologico e coloro che devono accontentarsi di tecnologie obsolete. Questi ultimi subiscono uno svantaggio dal fatto di non accedere a Internet, o di accedervi in condizioni disagiate: carenza di informazioni, accesso ritardato alle informazioni, limitazioni nelle possibilità della vita reale. Ma chi subisce il digital divide Gli abitanti delle zone povere del pianeta, dove mancano la tecnologia e le risorse economiche per far giungere la rete; inoltre anche le classi economicamente più svantaggiate del mondo occidentale, coloro che hanno maggiori difficoltà a investire denaro nell’acquisto di un computer o a pagare i costi d’accesso.

Internet crea un divario digitale tra coloro che posseggono le tecnologie digitali e coloro che non le posseggono

Dal prestigio all’emarginazione

Fin qui si tratta di disuguaglianze “antiche”. Ma Internet ne crea anche di nuove. Il digital divide colpisce in maniera impressionante gli anziani, e in generale le fasce di età superiori ai cinquant’anni, indipendentemente dal reddito; in questo modo viene sancito il passaggio, in atto da tempo, da una società in cui la vecchiaia era fonte di prestigio sociale a una società in cui essa è causa di emarginazione. Inoltre, il digital divide colpisce le persone meno istruite, soprattutto chi non conosce l’inglese. Infine, e in particolar modo, esso colpisce i disoccupati, i pensionati, i lavoratori agricoli, cioè coloro che non frequentano un posto di lavoro dove avrebbero la possibilità di familiarizzare con l’uso delle nuove tecnologie.

Il digital divide colpisce in maniera impressionante gli anziani, e in generale le fasce di età superiori ai cinquant'anni

Sempre connessi

In contrapposizione al digital divide, si sta affermando il modello always on, ovvero “sempre connessi”. Le nuove tecnologie della comunicazione tendono ad essere percepite come strumenti tecnologici addomesticati e perfettamente inseriti nella quotidianità delle nostre esistenze. Nel processo di riconfigurazione delle tecnologie, il nuovo prodotto tecnologico permette all’utente di essere sempre potenzialmente connesso al resto del mondo, in ogni luogo e in ogni momento, accorciando le distanze e rendendo quasi nullo lo spazio fisico. Tempo e spazio, di conseguenza, acquistano un altro significato; essere dunque always on, sempre connessi, diventa così una condizione che investe l’uomo contemporaneo e che sempre di più caratterizza le nuove generazioni, cresciute navigando in rete, tablet e smartphone in mano.

Vincenzo Miracula

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