Il sociologo Franco Crespi è morto a Perugia all’età di 92 anni. Uno dei maestri della sociologia italiana, ha dedicato numerosi studi all’analisi delle complesse trasformazioni culturali in atto nella modernità e nella post-modernità. Famoso testo di riferimento per studiosi di tutte le età è “Teoria dell’agire sociale” (Il Mulino 1999).
La storia della sua famiglia si intreccia con quella dell’industria lombarda: il bisnonno, l’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi, fondò nella seconda metà dell’Ottocento il villaggio operaio di Crespi d’Adda, nella Bergamasca, sorto attorno al cotonificio. Villaggio dal 1995 annoverato fra i siti patrimonio Unesco, per il perfetto stato di conservazione del patrimonio architettonico, vestigia di un’era dell’industria italiana. Franco Crespi nacque il 24 maggio 1930 proprio a Crespi d’Adda. Nel 1954 si laureò in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, specializzandosi poi in sociologia. Negli anni ’60, Franco Crespi fondò l’Istituto di Studi Sociali e la Scuola di specializzazione in Sociologia nella neonata università romana LUISS. Si trasferì poi a Perugia, dove diventò titolare di cattedra in quello che è l’attuale Dipartimento di Scienze Politiche, dove ha creato una scuola di sociologia e teoria sociale (l’Istituto di Studi Sociali), oggi condotta dal suo allievo Ambrogio Santambrogio.
La Teoria dell’agire sociale di Franco Crespi
L’agire umano per Crespi è da sempre un tema privilegiato di riflessione per la filosofia e, in tempi a noi più vicini, per le scienze storico-sociali. L’agire rimane tuttavia, ancora oggi, una dimensione difficile da decifrare, in quanto, nella sua complessità e imprevedibilità, esso si rivela, in ultima analisi, irriducibile ai diversi schemi teorici che hanno tentato di definirlo. La proposta dell’autore, sottolineando il carattere ambivalente del rapporto tra agire e ordine simbolico-normativo denuncia le tendenze univoche presenti in diverse teorie sociologiche e pone al centro dell’attenzione la funzione del potere, inteso, in modo originale, come capacità di gestire, a più livelli, le contraddizioni che inevitabilmente emergono a causa di tale costitutiva ambivalenza.
In questa prospettiva, possono essere colte direttamente anche le dimensioni relative alla responsabilità politica e morale dell’agire stesso. Il testo non solo offre un contributo teorico del tutto innovativo, ma costituisce anche, per la chiarezza dell’esposizione e la precisione con la quale vengono analizzati i diversi elementi soggettivi e strutturali della dinamica sociale, una lettura indispensabile per quanti vogliono approfondire, nei suoi risvolti psicologici, sociologici, politici e storico-culturali, la conoscenza dell’agire sociale.
Sociologia della cultura
Nella vastissima produzione di Franco Crespi è parso ricordare un testo fondamentale che molti studenti e studentesse hanno incontrato nel loro percorso di studi: il manuale di sociologia della cultura. Una aggiornata introduzione ai molteplici temi della sociologia della cultura, che permette di orientarsi all’interno delle diverse posizioni teoriche e dei diversi metodi che la caratterizzano.
Uno strumento indispensabile per quanti operano nell’ambito delle relazioni sociali, della linguistica, della produzione artistica, dei mezzi di comunicazione di massa, dell’educazione, del diritto, della cultura politica e della vita religiosa.
Hr specialist, orientatore, docente e giornalista pubblicista laureato in Sociologia con lode. Redattore capo di Sociologicamente.it.
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