La Smart City necessita di scenari dove è richiesta progettualità e investimenti, come in tutte le grandi e ambiziose rivoluzioni; i soggetti pubblici e privati che possiedono la conoscenza e le tecnologie devono condividere i processi e produrre innovazione. Questo contribuirà a generare un nuovo modello di città sostenibile che ha le sue basi su interventi tecnologici e su accorte abitudini di consumo?
Da government a governance
Negli ultimi anni, grazie soprattutto alla rivoluzione digitale, si è registrato un mutamento dal government alla governance. La governance va interpretata come fenomeno collettivo, che permette di superare la tipica forma di gestione del potere del government, cioè la gestione centralizzata dello Stato, con limitate possibilità di partecipazione a scelte gestionali da parte di terzi. Quindi la governance si propone come un sistema di mediazione e partecipazione al potere pubblico che permette lo sviluppo della città secondo la prospettiva dei privati, i quali possono così orientare in maniera più opportuna le politiche di organizzazione dello sviluppo territoriale. Si può in tal modo raggiungere una crescita più armoniosa del tessuto urbano, creare valore per le imprese, attrarre i “creativi” e generare un maggiore consenso nella classe dirigente politica.
La ruota di Giffinger
Quando si affronta il tema della Smart City, oltre ad analizzare il ruolo dei vari stakeholder, è di fondamentale importanza comprendere in che misura una città può essere definita smart. Risulta pertanto necessario dotarsi di un sistema di misurazione che possa valutare la vicinanza o la lontananza dal modello teorico di Smart City. Le difficoltà dei sistemi di misurazione della smartness sono legate soprattutto all’eterogeneità dei differenti contesti territoriali e socioeconomici. Numerosi sono stati i contributi offerti per la costruzione di adeguati strumenti di analisi e valutazione, tuttavia il lavoro più importante è da individuare nel contributo dato da Rudolf Giffinger, e allo studio intitolato “Smart cities Ranking of European medium-sized cities” su come misurare la smartness (intelligenza) della città. È doveroso sottolineare questo strumento poiché, a differenza di altri, non dà una definizione univoca di cosa sia una città smart, ma invece analizza e valuta i risultati che si conseguono attraverso sei dimensioni.
Le 6 dimensioni per la misurazione della smartness
Lo studio individua sei dimensioni che mettono in risalto il carattere multidimensionale della Smart City e permettono una valutazione del grado di smartness quanto più affidabile. Le dimensioni sono:
1) Smart People
2) Smart Economy
3) Smart Environment
4) Smart Living
5) Smart Governance
6) Smart Mobility
1) Con Smart People si è solito riferirsi a quei cittadini che sono incoraggiati a sviluppare, sperimentare e fornire servizi alla comunità, a partecipare alla vita politica della città, a cercare soluzioni per i problemi quotidiani. Il cittadino intelligente è capace di fornire input alla sua comunità per la realizzazione di servizi e progetti a misura d’uomo.
2) La Smart Economy interessa tutte le dimensioni di una smart city. Il cuore della smart economy è identificabile nel sostegno delle attività imprenditoriali, a favorire non solo l’innovazione ma anche l’applicazione delle tecnologie in contesti produttivi. L’idea alla base della smart economy è che la conoscenza produce crescita economica.
3) Con la Smart Environment, l’obiettivo è quello di tutelare l’ambiente che circonda la città, attraverso un uso consapevole delle risorse, una gestione dei rifiuti efficiente, una limitazione degli sprechi e una riduzione delle emissioni di CO2 e di fonti di energia rinnovabili.
4) La Smart Living è quella dimensione nella quale l’uso delle tecnologie è orientato al miglioramento della qualità della vita del cittadino; un cittadino è smart non solo in base a quanti servizi sono presenti, ma anche in relazione alla sua capacità di fruizione degli stessi.
5) In una situazione di Smart Governance, le pubbliche amministrazioni e gli abitanti possono dialogare in modo semplice e funzionale, usufruendo di strumenti in grado di favorire le possibilità di partecipazione al gioco democratico. Con questo tipo di approccio le decisioni che vengono prese non sono più soltanto frutto di un’azione del governo centrale, ma di un coinvolgimento sia di altri livelli di governo sia di attori privati.
6) La Smart Mobility, infine, propone soluzioni sia per ridurre l’inquinamento sia per migliorare l’efficienza del trasporto attraverso l’utilizzo delle tecnologie ICT per risparmiare tempo e costi. La mobilità efficace ed efficiente non rappresenta solo una sfida ma un’esigenza che diventa uno strumento abilitante per realizzare modelli smart.
Vincenzo Miracula
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Laureato in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione, attualmente sono iscritto alla Magistrale in Sociologia delle reti, dell’innovazione e dell’informazione. Mi interessano temi di attualità come politica, tecnologia, smart city.