Lo scorso 21 ottobre, il comico genovese Beppe Grillo è intervenuto alla kermesse “Italia a 5 Stelle” a Circo Massimo attaccando verbalmente con toni ironici anche determinati intellettuali da salotti televisivi. Nelle sue parole, però, ha inserito i cosiddetti “soggetti aspie“, ai quali viene riconosciuta la disabilità nella forma di autismo.

L’autismo come identità sociale lesa

Il garante dei Cinque Stelle dal palco ha affermato: “L’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci“, così da scatenare reazioni di rabbia nei soggetti che ogni giorno vivono la loro diversità, e nelle famiglie che hanno figli autistici. Grillo ha continuato: “È pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è la sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano nulla con quello che stanno dicendo. Hanno quel tono sempre uguale“. Il paragone è stato duro e doloroso sia per chi è coinvolto direttamente nell’autismo sia per chi è attento a queste tematiche che ledono le persone svantaggiate.

Tre dimensioni

Nella sociologia della malattia, si parla di tre dimensioni di malattia: disease, illness e sickness (Maturo, 2007). Con “disease” s’intende la malattia dal punto di vista bio-medico, cioè un guasto biologico “oggettivamente” misurato. L’”illness” è, invece, il modo attraverso cui una persona vive e interpreta il proprio disease, la propria sofferenza. Essa, nel caso specifico, è stata esperita da personaggi quali l’artista Elio, che ha affermato:

Egregio sig. Grillo, come forse sa, sono genitore di un bimbo autistico, il che significa molto sinteticamente: disperazione, fatica, sofferenza, frustrazione, fatica, ricerca di una soluzione, fatica, dolore, incubo, fatica, inferno, fatica, litigi, fatica. H24. Tutti i giorni. Pensi che solo in Lombardia si stima che le famiglie interessate da questa orribile sensazione siano centomila”.

Identità sociale

Anche il giornalista Gianluca Nicoletti si è espresso a riguardo. “Dovresti sapere che chi ha un figlio autistico già deve ogni istante combattere perché il figlio non sia discriminato, non debba subire lo scherno di chi non capisce che proprio quel suo ‘non capire’ non è dovuto a cattiveria ma a un suo modo d’essere, al suo ‘cervello diverso’”. Infine l’ultima dimensione della malattia, la “sickness” – di cui si è servito Beppe Grillo in modo inopportuno – riguarda l’interpretazione che i “sani” danno circa la malattia di altri individui. Per Twaddle, “la sickness è un’identità sociale. È la cattiva salute o il problema (o i problemi) di salute di un individuo così come altri lo definiscono riferendosi alle attività sociali di quell’individuo“.

Simone Frezzato

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