Nel 1895 Gustave Le Bon presenta al mondo intero il primo vero manuale sulla manipolazione mentale di massa in Europa dal titolo Psicologia delle folle. Tale manuale è stato letto e riletto dai grandi leader politici della storia, da Hitler a Mussolini sino ad arrivare, ai giorni nostri, a Trump e a Macron.
La Psicologia delle folle di Gustave Le Bon
Secondo Giò Fumagalli è proprio con la nascita dei nuovi social network che le idee del sociologo francese acquistano nuovamente forza e preponderanza. Infatti, la vera piazza del XXI secolo è il web. Se, un tempo, per contrastare le idee di un monarca, di un dittatore o di qualsiasi altra figura, bisognava radunarsi in massa presso la sua residenza, oggi basta radunarsi sotto il suo profilo social. Per usare le parole di Le Bon, è solo nei romanzi che gli individui mantengono un carattere costante, ma di certo lo stesso non vale per la vita reale in quanto caratteri apparentemente uguali, nella vita reale, possono rivelarsi completamente differenti se inseriti in contesti diversi.
In effetti, l’aspetto più importante che implica la formazione di una folla è la formazione di una sua specifica anima collettiva che fa sentire, pensare e agire le persone in modo completamente differente da come penserebbero, agirebbero e opererebbero se prese singolarmente. Il sociologo francese, in quest’opera, prende come riferimento il caso limite di un matematico e del suo calzolaio, tra cui ci potrà anche essere un abisso sotto il profilo intellettuale, ma caratterialmente, e a livello delle credenze, la differenza è spesso lievissima o addirittura nulla.
Le caratteristiche delle folle
Le folle sono guidate quasi esclusivamente dall’istinto mentre l’individuo possiede capacità tali da permettergli di dominarlo. A seconda dei diversi input che il leader può darle, una folla può passare in brevissimo tempo dalle più crudeli passioni agli atti di eroismo di più elevato livello morale. In una folla, tutto dipende dalla forza degli impulsi che essa riceve e non, come nel caso dell’individuo isolato, dai rapporti esistenti fra l’azione che si premedita e le ragioni che si possono opporre al suo compimento.
La folla, infatti, pensa per immagini e l’evocazione di un’immagine singola ne evoca decine di altre che non hanno con la prima alcun nesso logico. L’immagina evocata dai leader all’interno di una folla è spesso esagerata ma, allo stesso tempo, semplice, in modo tale da essere velocemente assimilata alle masse, le quali vedono le cose nell’insieme e non conoscono vie di mezzo. Se l’individuo isolato può accettare la contraddizione o il dibattito, la folla non li ammetterà mai.
Le Bon e le folle digitali
L’immagine tipica evocata dalla parola “folla” è quella di una massa informe di persone. Nonostante ciò, già dai primi capitoli de la Psicologia delle folle, si può facilmente intuire come la definizione di folla da lui fornita sia applicabile anche ai social network. Secondo Le Bon, la singola personalità cosciente svanisce mentre i sentimenti e le idee di tutte le individualità si orientano in una stessa direzione. Si forma così un’anima collettiva, senza dubbio limitata nel tempo, ma che presenta caratteri ben precisi. Dunque, per un periodo limitato di tempo, perdiamo la nostra individualità cosciente ed entriamo nel dominio di una legge ben più grande di noi, che ci orienta e tende a farci assumere i modelli di pensiero e di comportamento propri del gruppo in cui siamo inseriti.
Se, nel dopoguerra, le manifestazioni di piazza erano un ottimo mezzo per contarsi, farsi sentire, o semplicemente mandare un messaggio, oggi quel tipo di manifestazione di forza ha ormai ceduto il passo alla manifestazione di potere online. In questo contesto, la massa agisce attraverso il potere della ripetizione che fa sì che si generi il cosiddetto potere della condivisione nel quale l’individuo perde la propria individualità e acquisisce quella della folla.
Un perno inattaccabile
Tra tutte le opere di Gustave Le Bon, Psicologia delle folle è un perno inattaccabile nella storia della psicologia e, se le capacità di analisi e d critica dell’uomo, potevano essere messe in dubbio più di un secolo fa senza l’ausilio dei moderni mezzi di informazione, è facile immaginare quanto l’ausilio dei nuovi mezzi di comunicazione, nelle mani di pochissimi, possa oggi influenzare in maniera spaventosa la volontà di decine di migliaia di individui annullando, di fatto, sul nascere il pensiero critico dell’uomo, non solo mettendone in dubbio quelle innate facoltà ma anche riducendo in briciole la sua capacità di analisi e di ragionamento.
Lucia Martina Manzo
Riferimenti bibliografici e sitografici
- G. Le Bon, Psicologia delle folle, Francia, F.Alcan, 1895.
- E. Gentile, Il capo e la folla, Bari, Editori Laterza, 2021.