Secondo i media i rave non sono altro che raduni di giovani drogati e indisciplinati, che assordati da una musica alienante fuggono dai problemi mettendo in pericolo l’ordine pubblico. Ma che cosa sono davvero i rave party?

Le molteplici origini dei rave party

Strada dedicata al "padrino" dell'house music, Frankie Knuckles
Strada dedicata al “padrino” dell’house music, Frankie Knuckles

Il rave è un fenomeno dalle molteplici sfaccettature e origini, prima fra tutte la musica. La musica su disco, nata agli inizi del ‘900 e pensata per un uso esclusivamente domestico, iniziò ad ottenere maggiore legittimazione negli anni ’70 quando si iniziò a ballare la musica registrata anche nei locali. In quegli anni nacque la cultura dance e, se il disco divenne protagonista delle scene notturne, la figura del disc jockey acquisì sempre più importanza diventando una star. Ne è un esempio Frankie Knuckles, uno dei personaggi più influenti di questa nuova era dance che si stava delineando nelle città di Chicago e Detroit. Dj resident del Warehouse di Chicago, Knuckles fu tra i primi ad utilizzare tecnologie quali drum machine, sequencers e campionatori per modificare le tracce dance, fondando così le basi della house music e mandando in visibilio il dancefloor.

La nascita della techno music

La massa di giovani durante un rave party
La massa di giovani durante un rave party

Nel frattempo a Detroit stava iniziando ad affermarsi la musica techno. Negli anni ’80 l’industria automobilistica ebbe un crollo, molte fabbriche chiusero e la desolazione invase la città. La techno apparve dunque come l’unica forza in grado di riprodurre quel rumore macchinoso delle officine, rompendone il silenzio. Così con la diffusione della techno poco adatta agli spazi ridotti e con l’aumento dei partecipanti, i club diventarono insufficienti, e proprio dall’esigenza di cercare spazi più ampi, le feste iniziarono a spostarsi fuori dalle città. Un’altra origine dei rave si può far risalire ai free festival la cui storia affonda le sue radici nel 1967 quando in California nacque la prima Summer of Love, una manifestazione dallo spirito hippy e pacifista, basata sull’idea della liberazione del corpo e dell’anima a base di LSD ed acid rock. La Second Summer of Love si svolse nel 1988 in Inghilterra dove le protagoniste divennero non solo l’acid house e l’ecstasy (introdotta dai dj che l’avevano scoperta ad Ibiza), ma anche la volontà di sentirsi fuori dalla società e dalle sue restrizioni.

Il rave party: la festa del qui ed ora

Hakim Bey ha introdotto il concetto di Zone Temporaneamente Autonome
Hakim Bey ha introdotto il concetto di Zone Temporaneamente Autonome

I rave (il cui significato è “andare in delirio”) sono dei laboratori del presente, in cui il tempo ordinario si cancella e diventa puro qui ed ora, senza passato né avvenire. Durante le feste a ritmo di techno, il senso di legame come forma di resistenza e compresenza è fondamentale, ma i raver non vogliono sentirsi in obbligo di appartenente a nessun carattere fisso; vogliono solo sentirsi parte dello spirito del dancefloor, dove le gerarchie dominanti all’interno del sistema sociale vengono sovvertite trasgredendo ordini e proibizioni. Hakim Bey definisce questi luoghi momentaneamente occupati come Zone Temporaneamente Autonome, spazi in cui è possibile sentirsi liberi, indipendenti e allo stesso tempo invisibili. Lo spirito del rave party è essenzialmente quello di dimenticare e scomparire, al di là degli sguardi delle autorità e dalle rappresentazioni mediatiche. Il suo motto è PLUR: Peace, Love, Unity, Respect.

L’importanza del passaparola

La smiley face tipica delle pasticche di ecstasy
La smiley face tipica delle pasticche di ecstasy

Le feste in genere sono pubblicizzate attraverso volantini e scritte sui muri, anche se il passaparola è il mezzo preferito, in quanto il mistero, soprattutto rispetto al luogo, è fondamentale per evitare repressioni anzitempo della polizia. Poi qualche giorno prima dell’evento, attraverso i flyers, vengono date le informazioni riguardanti data, città, ora e dj; spesso viene fornito inoltre un numero di telefono utile per avere indicazioni più precise sulla festa e sul posto. Quando la serata ha inizio, la musica domina; e tutto, dalle luci ai laser, dalle immagini ai battiti cardiaci, segue il suo ritmo crescente. La musica techno, martellando costantemente, permette al corpo di avvertire un tempo sempre presente e tutto ciò che esiste appare modificato. Questo particolare effetto è definito come “stato alterato di coscienza”: le sensazioni visive come i colori e i movimenti appaiono distorti, le percezioni cutanee, emozionali, psicologiche come la confusione, la fatica e il piacere risultano alterati. Tali effetti sono amplificati dall’MDMA, distribuita sotto forma di pasticche dalla smiley face e assunte per non sentire la fatica e per riuscire a socializzare senza remore.

Tutti gli accessori indossati dai raver hanno quindi un ruolo tattico e complementare all’interno del contesto: i tessuti uv-reactive, i capelli dai colori shocking, gli starlight e i fischietti per accentuare gli effetti dati dalle luci e dall’ecstasy, i ciucci per contrastare il digrigno provocato dalla droga, le tute da lavoro, gli anfibi e gli abiti larghi per ballare comodamente tutta la notte. Quando  la serata raggiunge il suo culmine verso le 3-4 del mattino, le pulsazioni cardiache e le percussioni della drum machine coincidono all’unisono. La musica continua fino all’alba, momento in cui i raver hanno 2 scelte: continuare all’after party o far scemare gli effetti della serata tornando poco alla volta alla realtà.

La fine di una scena autentica

Reclaim the Streets
Reclaim the Streets

Secondo i puristi del movimento, la scena rave morì in UK nel 1992, anno in cui le pressioni del governo si fecero sentire insistentemente. Nel 1994, con l’approvazione del Criminal Justice Act, venne ridefinito il concetto di trapassing, ossia di violazione della proprietà privata. Ai raver fu vietato riunirsi in più di dieci persone su un suolo pubblico senza autorizzazione, venne considerato reato non abbandonare il rave, fu reso necessario il sequestro o la distruzione della strumentazione, fu vietata la vendita di alcolici. In risposta a questa legge iniziarono le prime manifestazioni di protesta con cortei che raccolsero fino a centomila persone, a cui si aggiunsero i sound system per permettere alla gente di ballare durante la sfilata. Nel 1996 fu organizzata “Reclaim the Street” come protesta al CJA: gli spazi metropolitani vennero occupati e vi furono blocchi stradali da parte di centinaia di ciclisti che, pedalando in mezzo alla strada, produssero enormi ingorghi di auto. La degenerazione del “Reclaim the Street” portò poi alla famosa “Love Parade” di Berlino, ma dato che in poco tempo le varie street parade iniziarono a diventare eventi sempre più turistici e commerciali, nel 1997 iniziarono delle contromanifestazioni a cui parteciparono soprattutto gli irriducibili amanti della musica e dello spirito originario delle parate, le cosiddette “Fuck Parade”.

Universo subculture

1) Subculture e nuove tribù: l’esigenza di distinguersi
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Alice Porracchio

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