Le ragioni su cui si fondano i processi migratori hanno una stretta relazione con le reti migratorie. Il concetto di rete migratoria è definito da Douglas Massey nel 1988 e fa riferimento ad aspetti socio-economici, quanto a quelli soggettivi, propri di ciascun migrante. Da un punto di vista individuale (dimensione micro), il singolo può contare su una serie di soggetti a cui è legato da rapporti parentali, amicali o di comunanza etnica per raggiungere i suoi scopi. La rete (dimensione macro) svolge un ruolo fondamentale perché risente di fattori che hanno a che fare con le dinamiche storiche ed economiche.

Che cos’è una rete migratoria

Reti come ponti sociali che attraversano le frontiere (Portes 1995). Migrante come attore sociale dinamico in grado di mutare la realtà di destinazione e di provenienza.

La definizione di reti migratorie riguarda complessi di legami interpersonali che collegano migranti e potenziali migranti nelle aree di origine e destinazione, attraverso vincoli di parentela, amicizia e comunanza di origine. Si parla frequentemente di reti etniche come sinonimo di reti migratorie, connotate poi come specializzazioni etniche quando le reti di connazionali si insediano in maniera significativa in una determinata nicchia del mercato del lavoro.

Recentemente ha avuto una certa diffusione anche il concetto di enclave etnica, che indica una concentrazione urbana di una popolazione immigrata, con la formazione di imprese e istituzioni proprie (scuole, chiese, giornali, banche) soprattutto nei paesi con storie di immigrazione più antiche (si pensi a Chinatown, Little Italy). Questo fenomeno può assumere risvolti diversi: può determinare l’isolamento della comunità immigrata, ma può essere anche una contaminazione positiva sotto il profilo culturale ed economico del Paese ricevente.

Rete migratoria e capitale sociale

Il capitale sociale è la risorsa che si produce sulla base delle relazioni a rete tra gli individui in un dato contesto; rappresenta anche il potenziale di interazione che una certa organizzazione mette a disposizione delle persone. La rete sociale rappresenta una forma particolare di organizzazione delle relazioni interpersonali che per gli immigrati si gioca su più livelli. La potenzialità dell’approccio è quello di riuscire a cogliere le diverse sfere di appartenenza individuale e collettiva, che sono caratterizzate da una realtà multidimensionale, fluida, che consente la circolazione di una risorsa – il capitale sociale appunto – che molti studi considerano sempre più strategica nei percorsi di adattamento e di integrazione degli immigrati.

Funzione delle reti: virtù e limiti

Tre ipotesi sule reti migratorie

Le reti migratorie svolgono diverse funzioni:

  •  canalizzano informazioni;
  •  forniscono un punto di riferimento per i nuovi arrivati;
  •  aiutano nella ricerca del lavoro e dell’alloggio;
  •  realizzano opportunità di incontro e socializzazione, offrendo sostegno emotivo.

Si tratta di reti più concentrate ed esclusive di quelle della popolazione autoctona, caratterizzate da legami forti. In realtà è proprio di questi legami che gli immigrati avrebbero bisogno per uscire dall’ambiente ristretto della rete e trovare una maggiore integrazione nella società ospitante. Le reti consentono di uscire dai livelli più bassi (lavorativi e non solo) in cui vengono relegati gli immigrati. Questa è una delle cause delle concentrazione di determinati gruppi immigrati in determinati settori lavorativi, identificata appunto come specializzazione etnica.

Le reti migratorie non possiedono però soltanto virtù ma presentano anche dei limiti. Possono limitare la mobilità individuale, rafforzare la segregazione occupazionale, coinvolgere i partecipanti in attività devianti. Possiamo dunque concludere che nonostante l’inserimento nelle reti possa avere conseguenze indesiderabili, senza di esse i processi di integrazione degli immigrati sarebbero più difficili. L’importanza delle reti migratorie è infatti inversamente proporzionale all’incidenza dell’intervento statale. La rete sopperisce alle crepe istituzionali di una nazione in materia di inclusione lavorativa ed integrazione, che si tratti di nativi o immigrati, divenendo decisiva per quest’ultima categoria che si trova in una indubbia condizione di svantaggio dal punto di vista socio-economico.

Roberta Cricelli 

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