Il fenomeno delle fake news cavalca l’esigenza di non rimanere mai a corto di informazioni. Gli stessi giornalisti oggi utilizzano il web come fonte da cui reperire materiale per i propri articoli. Nel contesto moderno non esiste più una netta separazione tra chi produce la notizia e chi la consuma: il termine “prosumer” (Toffler, 1980) ha unificato queste due figure facendoci comprendere quanto ognuno di noi può nel contempo essere generatore e fruitore di una notizia.

Autocomunicazione

Grazie a Internet, il mittente elabora in modo autonomo il messaggio e lo trasmette alle sue reti di destinatariLa possibilità di accesso ad un numero sconfinato di stimoli fa sì che spesso gli stessi siano difficilmente sottoposti ad un accertamento e che la verifica effettiva (quando avviene) giunga sempre con minor impatto ai vari utenti, rispetto alla viralità della notizia falsa. In un’epoca in cui il cittadino divenuto più consapevole ricerca un’informazione più approfondita, ci accorgiamo quanto le agenzie informative tradizionali abbiano perso la loro autorevolezza, soprattutto quando il pubblico giovanile trova in Internet il principale riscontro conoscitivo. Lo spazio informativo infatti si sta ampliando grazie a blog e social networks che permettono maggiore partecipazione ma in particolare rendono possibile una creazione interattiva di cultura e conoscenza. Dunque, quella che Castells definisce autocomunicazione di massa si realizza in un contesto in cui da una parte la comunicazione va da molti verso molti, dall’altra è “autocomunicazione”, perché il mittente elabora in modo autonomo il messaggio e lo trasmette alle sue reti di destinatari.

Notizie esca

Il clickbaiting è una pratica molto diffusa nell'ambito delle testate online

Le fake news assumono contorni di notizia grazie alla potenza della diffusione virale, generando la sensazione di raggiungere una conoscenza completa che in realtà è solo apparente. Quali sono allora i campanelli d’allarme per fuggire la notizia falsa ancor prima che possa investirci rendendoci complici del suo passaparola sul web? Pratica molto diffusa nell’ambito delle testate online e dei blog politici e di costume, della quale dovremmo diffidare, è l’adozione delle notizie-esca (clickbaiting), che essendo portatrici di un messaggio impattante ma non eccessivamente circostanziato e dettagliato, attirano l’attenzione dell’utente e raggiungono l’obiettivo del maggior numero di visualizzazioni. Il giornalista che non ha alcuno scrupolo a sacrificare la veridicità rispetto alla visibilità è consapevole che, nel dare per primo la notizia, fornirà (con un risvolto etico fin troppo articolato e di misura personale per essere analizzato in questo spazio), un consistente ritorno di immagine verso se stesso e la propria testata. Come già specificato, se non avvenuto preventivamente, un eventuale accertamento dei fatti richiederà tempo e la conseguente smentita con ogni probabilità non godrà di una capillarità tale da soppiantare una news che, pur nella sua infondatezza, si è già sedimentata nella memoria collettiva.

L’importanza del titolo

La titolazione di un articolo è un punto cruciale: spesso si scelgono frasi che non lasciano dubbio all’interpretazione per la sicurezza con la quale vengono riportate, titoli affermativi quasi sempre accompagnati da una citazione diretta. Avrà poi poca importanza se il corpus dell’articolo dovesse affermare nettamente l’opposto di quanto suddetto. L’utente che nello scorrere la propria bacheca social presta attenzione esclusivamente al titolo avrà già classificato come vera quella notizia, riportandola e condividendola. L’obiettivo di visibilità sarà stato anche in questo caso raggiunto. Si tratta dunque di capire in che misura sia possibile intervenire concretamente per mettere in guardia chi naviga sulle piattaforme web. Fornire una sorta di “libretto di istruzioni” per non lasciare che l’utente sia completamente da solo nel tentativo di scandagliare il flusso informativo dal quale è quotidianamente investito. Piccoli e fondamentali accorgimenti affinché, nonostante la prepotente pervasività di alcune news, l’individuo sia quanto più possibile messo nelle condizioni di mantenere sempre in esercizio il suo ruolo di fruitore attivo rispetto a ciò che il web propina come “verità assoluta”.

Roberta Cricelli

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