Ti capita mai di fermarti a chiederti cosa sia il lavoro, oltre le ore davanti a uno schermo o a un tavolo? Non è solo una lista di compiti, ma un intreccio di emozioni, progetti che prendono vita e desideri di miglioramento che ci sfiorano mentre il tempo scorre. È una parte essenziale di noi, un luogo dove investiamo energie e identità, e spesso ci troviamo a desiderare che ci rispecchi di più, che sia meno distante da chi siamo.
Da qui nasce questa rubrica: un viaggio per esplorare il mondo professionale con occhi nuovi, per capire come si evolve e come possiamo plasmarlo, restando ancorati alla realtà quotidiana che viviamo tutti, lontani da teorie astratte. Parlerà di chi lavora ogni giorno – dai “dipendenti” che cercano soddisfazione (psicologia del personale) ai “lavoratori” immersi nei loro compiti (psicologia del lavoro) fino ai “membri” di un’organizzazione che ne definiscono la cultura (psicologia organizzativa) – e offrirà spunti pratici e storie vere per trasformare la fatica in opportunità, con un linguaggio semplice e una curiosità che spinge a guardare oltre i ritmi accelerati di un mondo dove tecnologia, casa e ufficio si intrecciano.
Da dove nasce e dove ci porta la rubrica “il lavoro che siamo”
Tutto parte da un’intuizione condivisa: il lavoro non dovrebbe essere solo un’attesa della fine giornata, ma un’esperienza che ci stimola e ci fa sentire vivi. Abbiamo osservato aziende trasformarsi, persone trovare il loro spazio nel caos, e da qui è nata la voglia di raccontarlo, offrendo un percorso per comprendere e migliorare ciò che facciamo. L’obiettivo è concreto: fornire strumenti – non manuali polverosi – per rendere il nostro angolo professionale, che sia un negozio o una scrivania a casa, più nostro, con esempi come un tecnico alle prese con provette o un manager che sfida il tempo.
È per chi si sente perso in un nuovo ruolo e cerca orientamento, per chi seleziona talenti valorizzandone le capacità, per chi con esperienza vuole vivificare il proprio spazio o per chi semplicemente vuole alleggerire il peso di scadenze e stress. Non serve preparazione: si parte da zero con storie che ci riguardano, da leggere poco alla volta, magari con una tazza in mano, lasciando che ogni pezzo accenda un’idea da vivere.
Un percorso tra analisi e azione
Ci aspetta un cammino che parte da ciò che rende un mestiere unico e arriva a come possiamo farlo nostro. Esploreremo l’analisi del lavoro – uno sguardo della psicologia del lavoro per scomporre un ruolo nei suoi gesti, bisogni e capacità, valutando prestazione, sforzo e ambiente – e il job crafting – un’arte della psicologia del personale per adattare ciò che facciamo ai nostri bisogni e ambizioni di crescita, come un abito su misura. Sono pratiche che già viviamo, quando ottimizziamo orari o spazi per stare meglio, e qui le vedremo evolvere con noi.
Ci saranno esempi: un tecnico che migliora la routine con strumenti ergonomici (ergonomia fisica), un manager che gestisce lo stress con decisioni rapide (ergonomia cognitiva), o chi rafforza un team con leadership e cooperazione (psicologia organizzativa), magari ispirandosi a metodi partecipativi come WISE o WIND per il benessere. Parleremo di come la tecnologia – dal Taylorismo ai touch screen – e il tempo trasformano il lavoro, tra carico mentale e produttività, e di cosa significa oggi, con generazioni diverse (Boomers ambiziosi, Millennials orientati al team) e sfide come diversità o globalizzazione. È un racconto che intreccia passato, presente e futuro, radicato nella realtà, con uno sguardo interdisciplinare che progetta condizioni rispettose dei limiti umani e capaci di esaltarne le potenzialità, senza promettere rivoluzioni ma offrendo una prospettiva fresca.
Manuale d’utilizzo di “Il lavoro che siamo”
Con un tono amichevole e informale, questa rubrica sarà accompagnata, di tanto in tanto, da definizioni accademiche. L’idea è semplice: mentre ti racconto esempi pratici e storie, voglio assicurarmi che nulla di importante sfugga. Per questo, ogni volta che affronterò un tema chiave, troverai una definizione “scolastica” ben riconoscibile.
Se preferisci restare in superficie, sentiti libero di saltarla; se invece vuoi approfondire, avrai un punto di partenza per scavare più a fondo. Non aspettarti però un trattato esaustivo: gli argomenti non sono affrontati con la profondità di uno studio accademico. Il mio scopo è offrirti spunti, aprire finestre che potrai esplorare ulteriormente se vorrai. Ti consiglio, quando ne senti il bisogno, di fare ricerche mirate su temi specifici, usando i tanti archivi di articoli scientifici disponibili online – ne cito alcuni alla fine. Sei libero di curiosare e approfondire: io ti fornisco gli strumenti per avvicinarti a queste materie che, come ho sperimentato, sono fondamentali, perché il lavoro occupa un posto speciale nella nostra vita.
Un invito a cambiare prospettiva
Questa rubrica è più di parole: è un invito a vedere il lavoro diversamente, a sperimentare qualcosa di personale, a sentirci meno soli. Racconta le nostre giornate e ciò che possiamo diventare, un articolo alla volta, come appuntamenti che lasciano un pensiero da custodire. È per chi vuole capire, migliorare o sentirsi a casa tra scadenze e caos, con un percorso che cresce con noi. Se termini come cultura organizzativa o design incentrato sull’uomo suonano nuovi, li scopriremo insieme, partendo da quel momento in cui abbiamo reso la routine più nostra. Siamo pronti? Io ci sono, e spero di trovarci tutti, passo dopo passo, in questo spazio che parla di noi.
Amante della comunicazione, dei dati e della società, indago il legame tra tecnologia, cultura e dinamiche sociali. Mi occupo di intelligenza artificiale, media, lavoro e trasformazioni digitali, adottando un prospettiva sociologica e analitica. In questo spazio propongo riflessioni, studi e idee per comprendere il presente e prospettare il futuro.