Nelle tre precedenti puntate abbiamo trattato, molto velocemente, di questionario, di focus group e di Delphi. Nel terzo articolo ho accennato al fatto che si trattava di un trittico, intendendo che queste tre tecniche (ma ne potevo scegliere altre) coprono una certa quantità di tipi di strumenti e procedure che utilizziamo solitamente nella ricerca sociale: la ricerca standard (o quantitativa) col questionario e la non standard (qualitativa) con le altre due. Queste seconde, della famiglia delle “tecniche di gruppo”, sono, la prima, una tecnica di gruppo reale (si intende: le persone possono interagire liberamente) e, la seconda, una tecnica di gruppo nominale (si intende: le persone non possono interagire liberamente; anzi, nella Delphi non interagiscono affatto).

La classificazione delle tecniche

Sistematizzazione grafica della tipologia di tecniche
Sistematizzazione grafica della tipologia di tecniche

Se aggiungiamo l’intervista (detta ermeneutica o biografica) che è tecnica non standard non di gruppo, avremmo davvero completato abbastanza il quadro. Più o meno tutte le altre tecniche che vi possono venire in mente sono o standard o non standard, in questo secondo caso sono di gruppo oppure no, e se sono di gruppo possono essere di gruppo reale o nominale. In realtà sto, come sempre, semplificando, ma neppure troppo. Dobbiamo ora chiederci se, al di là delle mille proposte operative del supermarket delle tecniche (un grande emporio che vive moltissimo di marketing e brevetti, spesso di scarsissimo rilievo) ci siano delle basi comuni fra queste tecniche, degli elementi semplici, basilari, coi quali le tecniche sono costruite, allo stesso modo in cui ogni cosa dell’universo è costituito da atomi, e questi di neutroni e protoni, e questi ultimi di quark (non sono un fisico e mi fermo qui, anche se so che è tutto più complesso). C’è un quark della ricerca sociale? Di che materia sono fatte le tecniche? Ragioniamoci assieme.

La “materia” delle tecniche

Il questionario è fatto di domande, scale, altri oggetti utili per sollecitare un parere, una descrizione, una dichiarazione del nostro intervistato. Il focus group è una modalità di discussione fra individui che dibattono, interloquiscono e semmai litigano, mentre la Delphi è un’interazione a distanza, scritta, fra esperti e valutatore. Vedete bene che c’è un elemento in comune: la parola, il discorso, la produzione di asserti. Il quark della ricerca sociale è quindi la parola, così come espressa dai nostri interlocutori (se non siete già affezionati lettori di questa rubrica direi che ora è il momento di rileggervi la seconda puntata: Tecniche e formato informativo dei dati e semmai, a seguire, la terza: I numeri sono un linguaggio). Tutte, assolutamente tutte le tecniche e gli strumenti di ricerca sociale si basano, esclusivamente, su ciò che altri ci dicono. Le loro dichiarazioni, registrate in maniera differente a seconda delle diverse procedure, sono ciò che tutto noi abbiamo.

Il linguaggio come metodo

Naturalmente non vi farete ingannare dai dati di secondo livello, dagli indicatori, dai “numeri”. Anche quelli hanno, a monte, delle procedure di rilevazione che hanno a che fare con le parole, col chiedere qualcosa, semmai fissando preliminarmente convenzioni, modalità di arrotondamento, di validità e così via. I problemi veri sono altri: come registrare adeguatamente la parola, sapendo che è imprecisa, che può mentire, che è sempre oggetto di una necessaria interpretazione? Come scegliere, quindi, quale tecnica sia più idonea a cogliere adeguatamente il discorso, sotto un profilo che non è semplicemente comunicativo ma tecnico, necessitato di precisione? Se avete seguito questa rubrica avrete già notata una certa enfasi sul linguaggio. Il linguaggio è davvero qualcosa di importante che non può restare sullo sfondo e, a partire dalla prossima puntata, dovremmo guardare ad esso come metodo. Il “linguaggio come metodo” significa avere una teoria linguistica capace di orientare le nostre procedure operative; significa intendere il metodo come una forma di linguaggio e le tecniche come strumenti che agiscono a livello linguistico e che devono essere costruiti con specifiche avvertenze linguistiche. Avremo molte puntate per discuterne.

Claudio Bezzi

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