All’inizio di quest’anno un gruppo di architetti attenti alle problematiche sociali, dopo un viaggio in alcune delle regioni più aride dell’Etiopia, ha realizzato un progetto per la costruzione di un’innovativo e valido strumento di raccolta dell’acqua potabile. Il progetto è stato portato avanti in collaborazione con l’Istituto di Architettura etiope, il Ministero degli Esteri italiano e l’Istituto italiano di cultura Ethiopia, insieme ad altre imprese private.
Nasce il Warka Water

L’idea è diventata progetto grazie anche agli studi effettuati sullo scarabeo del Namib, sulle ragnatele, sui fiori di loto e sui cactus. Già sperimentato in Italia e in Etiopia, il progetto prevede di catturare l’umidità presente nell’aria, che condensandosi in acqua fluisce in una cisterna sottostante. Il Warka Water si ispira nel design, nell’architettura e negli elaborati tessili alle tecniche delle popolazioni locali, mentre la geometria si ispira al nido delle termiti. L’impatto ambientale è praticamente inesistente, dato che la struttura può essere montata in 3 ore e può essere smontata all’occorrenza. L’aspetto è quello di una torre alta 8 metri con 30 m² di superficie, la sua struttura è stata realizzata intrecciando fibre di bamboo e attraverso l’uso di corde e tiranti viene ancorata al suolo ed è capace di resistere a forti venti e intemperie. La componente fondamentale della torre è però al suo interno: una fitta rete di fili di poliestere che forma un imbuto cattura sulle sue fibre le gocce d’acqua che poi precipiteranno per forza di gravità. I materiali usati sono prevalentemente fibre vegetali, piccoli pezzi metallici e fibre bio-sintetiche. All’esterno è presente anche un ampio tendone che fa da anello alla torre. Questo può essere un elemento innovativo anche nella socialità, giacché il rifornimento prevede un momento di raccoglimento sociale, soprattutto di donne e bambini; si prevede di creare un ambiente educativo e didattico in quello che può essere un nuovo centro del villaggio, o un punto di incontro tra villaggi più o meno distanti tra di loro.
Come costruire un Warka Water

La capacità di raccolta è di 50/100 litri al giorno, a seconda delle condizioni meteorologiche annuali. Ma quanti macchinari e quanto tempo serviranno per costruire un Warka Water? La cosa sorprendente è che la costruzione di una torre richiede la forza lavoro di 6 persone e quattro giorni di lavoro, senza l’utilizzo di alcun macchinario, ma semplici utensili domestici, in questo, si stimolano le popolazioni locali ad utilizzare gli utensili tradizionali locali. Semplice da costruire, montare, smontare, trasportare e riparare, con un costo di produzione in Etiopia di circa 800 euro, questo strumento può risolvere i problemi di accesso ai pozzi delle comunità che vivono in zone aride e montuose. Se la deforestazione del warka, albero da cui prende il nome l’invenzione, per scopi agricoli in Etiopia ha aumentato i problemi di siccità, allora proprio questo albero può essere la chiave. Il progetto prevede infatti di piantarne uno accanto ad ogni torre costruita, cosicché l’umidità prodotta dall’albero acceleri la raccolta dell’acqua, e i suoi frutti contribuiscano alla sussitenza della popolazione mentre l’acqua non consumata può contribuire all’irrigazione di orti e campi, nonché ai bisogni del bestiame. Costruire più torri e piantare di conseguenza più alberi in ogni villaggio significherebbe stimolare significativamente lo sviluppo del settore primario locale. Una connessione wifi condivisa sarà attivata presso ogni Warka Water, per agevolare comunicazioni e informazioni meteorologiche, stato delle torri e prezzi delle materie prime nei vari villaggi.
Eco-sostenibile, economico e socialmente funzionale, questa invenzione è un’armoniosa fusione tra tecnologia verde, tradizione e sviluppo che potrebbe essere estesa a tutte quelle regioni dell’Africa colpite dalla siccità, adattandosi di volta in volta alle tecniche di costruzione, materiali e agli alberi presenti nei vari luoghi e nelle varie culture.
René Verneau