Jannik Sinner, tennista italiano capace di raggiungere il primo posto nel ranking mondiale, di vincere tre titoli del Grande Slam, un ATP Finals, due Coppe Davis con l’Italia e, in totale, diciannove titoli del circuito ATP, rendendolo il più grande tennista italiano della storia. Sinner è divenuto una figura di riferimento nel tennis e nello sport mondiale anche grazie alle modalità con cui incarna il rapporto con la celebrazione della vittoria e la gestione della pressione sociale a cui è sottoposto, oltre che per la sua immagine di bravo ragazzo modello per le giovani generazioni.

L’importanza dell’ambiente familiare e sociale

Il suo percorso non narra soltanto l’ascesa verso l’olimpo del tennis, ma anche un insieme di dinamiche sociali che coinvolgono la sua famiglia e il luogo in cui è cresciuto – un piccolo paese di montagna, Sesto Pusteria – fondamentale nella formazione dell’uomo prima che dell’atleta. In primis traspare un contesto familiare ricco di valori quali l’umiltà, il sacrificio, il lavoro e il rispetto; in secondo luogo, emerge l’importanza dell’ambiente sociale – le montagne, gli affetti, lo sci – con cui Sinner ha instaurato un legame solido e nel quale torna spesso per ricaricarsi dopo le fatiche fisiche e mentali dei tornei. La psicopedagogia ci insegna quanto questi due elementi siano cruciali nella formazione degli esseri umani, contribuendo a strutturare i valori e le norme che guidano l’individuo nell’integrarsi nella società.

Jannik Sinner come “divo”

Edgar Morin
Edgar Morin

Il termine “divo” in sociologia si riferisce a personaggi pubblici che assumono un ruolo attivo nella cultura, andando oltre la loro dimensione artistica o professionale per diventare vere e proprie icone. Secondo Edgar Morin, nel testo “L’industria culturale” (1962), l’industria culturale e i mass media trasformano alcune figure in oggetti di culto, mercificandole e rendendole accessibili al grande pubblico, un concetto ripreso anche da Roland Barthes, che in “La morte dell’autore” (2018) sostiene che l’immagine pubblica di un divo possa essere separata dalla sua persona, divenendo un mero prodotto della cultura popolare.

Nel caso di Jannik Sinner, il processo di divinizzazione si manifesta non solo attraverso l’eccellenza sportiva, ma anche nella costruzione di un’immagine pubblica e di marketing che lo rende un modello a cui ispirarsi accessibile. A differenza dei divi tradizionali dello sport, spesso caratterizzati da un’aura di inaccessibilità e superiorità (come nel caso di Roger Federer, descritto più come un artista che un atleta), Sinner si distingue per la sua autenticità, umiltà e costante dedizione, che contribuiscono a creare una connessione più profonda con il pubblico. La sua dimensione globale, favorita dalla diffusione dei social media, dalla globalizzazione e dalla democratizzazione del tennis, ha permesso a Sinner di essere riconosciuto e seguito anche da chi non è appassionato di questo sport

L’eroe Jannik Sinner e le aspettative sociali

Sinner rappresenta certamente un modello di successo, impegno, dedizione, integrità ed etica del lavoro, che lo rende un “eroe” in quanto possiede valori tendenzialmente ammirati nella società moderna, sempre alla ricerca di figure che incarnino principi socialmente desiderabili. L’immagine del ragazzo perfetto, che non cede mai agli eccessi nemmeno quando festeggia un’importante vittoria sportiva e che mantiene un certo riserbo nella sua vita privata, lo porta anche a dover fronteggiare una serie di pressioni sociali.

Queste si traducono nell’aspettativa della vittoria da parte dei suoi tifosi e, più in generale, dell’intero movimento tennistico mondiale, nella curiosità per gli aspetti della sua vita privata che i mass media tentano di svelare e nelle costanti aspettative riguardo al suo atteggiamento in campo e fuori. In questo senso, l’immagine di Sinner è soggetta a una costante tensione tra la celebrazione del successo e la necessità di mantenere un profilo umile. Il pubblico vuole eroi, ma non vuole che questi diventino inaccessibili. Questo equilibrio è difficile da mantenere e, nel lungo periodo, potrebbe diventare una fonte di stress per l’atleta.

Jannik Sinner è più di un campione di tennis: è un fenomeno sociologico che incarna valori positivi, ma è anche un prodotto culturale su cui vengono proiettate aspettative e ideali collettivi. La sua capacità di rimanere autentico, pur sotto i riflettori, sarà determinante per la sua carriera e per il modo in cui verrà ricordato nel tempo.

Andrea Zampieri

Riferimenti