Molto spesso ai sociologi viene chiesto chi sia e cosa realmente faccia il sociologo. A questa domanda si potrebbe rispondere in maniera esemplificativa e allegorica, dicendo che il sociologo ha un super-potere: “l’immaginazione sociologica“. Come ha affermato il sociologo statunitense Charles Wright Mills nella sua opera più importante:

l’immaginazione sociologica permette a chi la possiede di vedere e valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane. Gli permette di capire perché, nel caos dell’esperienza quotidiana, gli individui si formino un’idea falsa della loro posizione sociale. Gli offre la possibilità di districare, in questo caos, le grandi linee, l’ordito della società moderna, e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una gamma di uomini e di donne. Riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli a turba-menti oggettivi della società e trasforma la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici“.

Vedere e prevedere

Charles Wright Mills
Charles Wright Mills

Charles Wright Mills, morto a soli 46 anni, è stato una delle voci più critiche della democrazia del suo Paese. “Gli Stati Uniti di oggi sono democratici essenzialmente nella forma e nella retorica dell’aspettativa. Nella sostanza e nella pratica sono molto spesso non democratici, e ciò appare in modo chiarissimo in determinati campi. L’economia delle grandi società non è gestita né sotto forma di assemblee di cittadini né mediante un complesso di poteri responsabili verso coloro che subiscono direttamente le conseguenze della loro attività. Lo stesso può dirsi sempre più per la macchina militare e per lo stato politico”.

Copertina del libro "L'immaginazione sociologica"
L’opera più famosa di Mills

Non era ottimista riguardo alle probabilità che i sociologi potessero “salvare il mondo” ma riteneva che, dato che comunque potrebbe essere possibile riuscirvi, essi avessero in ogni caso il dovere di tentare l’impresa. Ma soprattutto era capace di prevedere alcune problematiche allora inimmaginabili, in un tempo che riponeva una fiducia senza riserve nella tecnica di cui si coglievano unicamente le valenze salvifiche.Nella sua opera più famaosa, L’immaginazione sociologica, scriveva: “Non dobbiamo forse, nella nostra epoca, prepararci alla possibilità che la mente umana, come fatto sociale, si deteriori qualitativamente e si abbassi ad un livello culturale inferiore, senza che molti se ne accorgano, sopraffatti come siamo dalla massa delle piccole invenzioni tecnologiche? Non è forse questo uno dei significati della frase “razionalità senza ragione“? Del termine alienazione umana? (…) L’accumularsi degli espedienti tecnologici nasconde questo significato: coloro che se ne servono, non li capiscono; coloro che li inventano, non comprendono molto di più. Ecco perché non possiamo, se non con molti dubbi e riserve, prendere l’abbondanza tecnologica come indice di qualità umana e di progresso culturale“.

L’immaginazione sociologica nella quotidianità

Wright Mills fornì molte argomentazioni a sostegno del perseguimento di un’immaginazione sociologica che cercasse di creare una conversazione con le donne e gli uomini per mostrare come i “guai personali” siano inestricabilmente legati a “questioni pubbliche”. L’immaginazione sociologica rende ciò che è personale politico al pari della narrativa e del giornalismo, rende possibile lo sviluppo di una “qualità della mente” che può rendere coscienti gli individui di ciò di cui fanno parte, in questo modo creare un cambiamento dove necessario.

Rino Carfora




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