La vita sociale degli attori che presentano elementi stigmatici, legati alla salute ed a elementi culturali, sociali, religiosi, è un argomento sempre attuale nella ricerca scientifica sociale (Scambler, 2009). L’effettiva problematica dell’esibizione dell’elemento stigmatizzante, come le tecniche di dissimulazione di esso, principalmente il passing ed il covering (Goffman, 1963), sono state studiate soprattutto in correlazione con l’aumento dell’utilizzo dei social media (Tyler, Slater, 2018). Altresì mezzi comunicativi che espongono ulteriormente l’immagine di sé e di conseguenza l’elemento che porterebbe ad essere screditati (Warr, 2005).

La problematica della tensione
Uno dei problemi che gli attori hanno a che fare nel sistema sociale è quello di gestire la tensione (Howson, Inglis, 2001), soprattutto quella legata alla frustrazione (Lewandowski, 2003) e all’essere screditati (Bavelas, 1985). Di fatto gli attori sociali, necessitando di far parte di una struttura funzionale e funzionante (Merton, Merton, 1968), attraverso i vari simboli riconosceranno chi possa esser reputato un elemento inferiore gerarchicamente (Stryker, 2001) o con devianza (Taylor, 1971), conducendo quindi ai vari processi di labelling e di distanziamento/ sfogo della tensione nei confronti di questi ultimi (Davis, 1972).

I sistemi di adattamento
Ervig Goffman nel testo “Stigma” (1963) , fondamentale per lo studio della stigmatizzazione all’interno del sistema sociale, differenzia i portatori di devianza fra screditabili, ovvero soggetti il cui stigma non è stato esposto e gli screditati, ovvero gli attori il quale stigma è stato esposto nei confronti degli attori reputati esser normali.
Attualmente gli screditabili, per non esser sottoposti al giudizio, attuano come sistemi di attuamento principali il passing, ovvero il presentare le conseguenze del proprio stigma come se fossero altri elementi (Kando, 1972) ed il covering, ovvero il nascondere gli elementi che portano alla luce il proprio elemento deviante (Rayburn, Guittar, 2013).

Per chi invece è stato sottoposto al giudizio degli elementi normali, i processi di adattamento saranno principalmente accettare la nuova situazione e la differente simbologia sociale a lui assegnata (Luckin. 1986), condurre la propria vita sociale all’interno di un gruppo di altri attori con lo stesso stigma (Markowitz, 2005) oppure aderire alle percezioni che le persone “normali” hanno delle personalità aventi quella particolare devianza (Carling, 1962).
La “normalità”
Il precedente citato Goffman, sempre in “Stigma”, determina come il problema in sé sia l’uso della normalità come metro oggettivo per la valutazione degli attori sociali. Come indicato nel testo, il sociologo canadese determina come la normalità, come metro di analisi, sia molto controverso, essendo essa basata su metri reputati esser oggettivi, quando in realtà sono cristallizzati e basati su elementi culturali spesso legati alla cultura dominante. Per questo Goffman conia il termine di “normalità fantasma” quando descrive il processo di normificazione da parte dei soggetti screditati e screditabili.
Giovanni Carlo Bruni
Per approfondire
Bibliografia
- Scambler, G. (2009). Health‐related stigma. Sociology of health & illness, 31(3), 441-455.;
- Goffman, E., “Stigma. Notes on the Management of Spoiled Identity”, 1963;
- Tyler, I., & Slater, T. (2018). Rethinking the sociology of stigma.;
- Warr, D. J. (2005). Social networks in a ‘discredited’neighbourhood. Journal of Sociology, 41(3), 285-308.;
- Howson, A., & Inglis, D. (2001). The body in sociology: tensions inside and outside sociological thought. The Sociological Review, 49(3), 297-317.;
- Lewandowski, C. A. (2003). Organizational factors contributing to worker frustration: The precursor to burnout. J. Soc. & Soc. Welfare, 30, 175.;
- Bavelas, J. B. (1985). A situational theory of disqualification: Using language to “leave the field”. In Language and social situations (pp. 189-211). Springer, New York, NY.;
- Merton, R. K., & Merton, R. C. (1968). Social theory and social structure. Simon and Schuster.;
- Stryker, S. (2001). Traditional symbolic interactionism, role theory, and structural symbolic interactionism: The road to identity theory. In Handbook of sociological theory (pp. 211-231). Springer, Boston, MA.;
- Taylor, L. (1971). Deviance and society. London: Joseph.;
- Davis, N. J. (1972). Labeling theory in deviance research: A critique and reconsideration. The Sociological Quarterly, 13(4), 447-474.;
- Kando, T. (1972). Passing and stigma management: The case of the transsexual. Sociological Quarterly, 13(4), 475-483.;
- Rayburn, R. L., & Guittar, N. A. (2013). “This is where you are supposed to be”: How homeless individuals cope with stigma. Sociological Spectrum, 33(2), 159-174.;
- Luckin, B. (1986). Time, Place and Competence: Society and history in the writings of Robert Edgerton. Disability, Handicap & Society, 1(1), 89-102.;
- Markowitz, F. E. (2005). Sociological models of mental illness stigma: Progress and prospects. On the stigma of mental illness: Practical strategies for research and social change, 129-144.; – Carling, F. (1962). And yet we are human. Ayer Publishing.