Seconda parte della ricerca sociale che ha come oggetto di studio la famiglia e il rapporto che intercorre tra genitori e figli in relazione ad essa. Nella prima parte dell’articolo sono stati descritti i dati anagrafici del campione, la situazione familiare, la tipologia di famiglia e cosa rappresenta la famiglia per loro. Adesso è il momento di scendere più in profondità.

Rapporto genitori/figli

Questa sezione, l’ultima, è quella che mette in relazione il rapporto tra genitori e figli all’interno della famiglia. Rapporto molto spesso contrastante soprattutto nel periodo adolescenziale dei figli. Una variabile da tenere in considerazione è data dall’impostazione “diversa” dei ruoli all’interno della famiglia. I tempi e la società cambiano e in alcuni casi c’è una perdita di coscienza di alcuni ruoli sociali acquisiti. Essere genitori oggi non è facile: il 95,4% del campione afferma che oggi è difficile essere genitori e la società odierna non aiuta in questo compito per l’87,5%. Sono dati allarmanti e che sono in netto contrasto con quanto detto precedentemente. Se una famiglia è considerata come luogo amorevole, sicuro e in cui è proposto il dialogo, perchè ci ritroviamo ora con queste percentuali? È una visione distorta tra l’ideale è il reale? Sicuramente le caratteristiche di una famiglia “perfetta” rientrano tra quelle enunciate dal campione ma resta il fatto che comunque oggi si registra una perdita di valori e ruoli un pò in tutti gli ambiti istituzionali. Può risultare difficile essere genitori perchè ci sono molte distrazioni dal mondo esterno o perchè non sono più definiti i ruoli all’interno delle mura domestiche? Alla domanda “un genitore può essere amico del figlio?” il 42, 5% dà un punteggio di 3 su una scala numerica da 1 a 5 dove il valore numerico più basso sta ad indicare “per niente” e quello più alto sta per “assolutamente sì”.

Perdita dei ruoli

Sicuramente avere un rapporto aperto con i propri figli aiuta i genitori ad interagire meglio con loro ma non bisogna dimenticare il ruolo che ricoprono. Essere amico di un figlio porta, anche se marginalmente, alla perdita dei ruoli. Un genitore è un punto di riferimento, come possono esserlo gli amici, ma c’è senza alcun dubbio una grossa differenza tra entrambi i rapporti. Essere genitori vuol dire educare, impartire regole e tramandare valori che molto spesso, nel gruppo dei pari, per varie ed eventuali vicissitudini, si perdono o si riproporzionano. Nonostante le difficoltà riscontrate, comunque il 54,6% afferma che è molto importante che i genitori appoggino i figli nelle scelte di vita. Ogni individuo è libero di decidere della propria vita sulla base delle proprie inclinazioni naturali e in base a quello che vuole ricercare nella vita. Sicuramente il ruolo dei genitori aiuta la prole nelle scelte e questo solidifica i rapporti e intensifica la fiducia reciproca.

Perché è difficile essere genitori oggi?

Essere genitori oggi è più difficile rispetto al passato. Il rapporto con i figli è cambiato, per i più, drasticamente. Ma quali sono i motivi che hanno portato le persone ad affermare quanto detto? Alla domanda “Il rapporto tra genitori e figli è cambiato nel corso degli anni?” doveva essere motivata anche la risposta e quasi tutte avevano come comun denominatore la mancanza di rispetto e la perdita di valori. Di seguito le risposte più significative.

I compiti di un genitore sono sempre gli stessi, ovvero prendersi cura del proprio figlio e promuoverne lo sviluppo e l’indipendenza. È la visione di questo ruolo che nel tempo è cambiata. I ruoli, attualmente, hanno dei confini permeabili, ovvero sia il genitore, sia il figlio, possono mettere in discussione le visioni e l’approccio l’uno dell’altro. In passato i confini erano assolutamente rigidi“;
Al giorno d’oggi vedo sempre più amici e sempre meno genitori attenti alla crescita dei figli“;
Abbiamo di fronte una generazione di persone ineducate: basti pensare all’esempio più comune del rapporto genitori/figli/scuola. Se un bambino prende una nota, il genitore anziché punire il ragazzo, mette in discussione la figura dell’insegnante dando un esempio di dubbio gusto al ragazzo“.

Oltre a queste considerazioni, molte mettevano in discussione anche la società, ovvero se il rapporto tra genitori e figli è cambiato è anche perchè oggi la nostra società è sempre più tecnologica e c’è meno empatia, meno considerazione verso le altre istituzioni sociali.

Considerazioni conclusive

Questo lavoro mi ha permesso di approfondire un argomento molto importante e in continua evoluzione. La famiglia è senza dubbio un’istituzione dinamica che cambia volto in base a molte variabili che vanno dall’acquisizione di nuovi diritti, alla nascita di nuove tipologie di famiglie e quindi va di pari passo al cambiamento che si registra a livello sociale. Genitori e figli, d’altro canto, assorbono questi cambiamenti e se da un lato questi possono portare a delle conquiste positive, dall’altro tagliano un pò certi valori che prima erano di fondamentale importanza. Sicuramente ogni famiglia ha le proprie caratteristiche e peculiarità e nonostante differenze e/o somiglianze, resta una delle basi della società. I rapporti dei suoi conviventi cambiano e si adattano talvolta a determinate situazioni. Una considerazione importante da fare verte sulla questione proprio dei cambiamenti che non interessano soltanto il singolo individuo ma l’individuo inserito in un gruppo sociale. Sarebbero da rivalutare valori che sembrano superati, ridefinire ruoli che sembrano essere meno distinti rispetto ad un passato non troppo lontano.

La famiglia è l’area in cui l’individuo si adatta o non si adatta a vivere in società, nella quale costruisce la sua ostilità o integrazione nel sistema sociale“. (Sabino Acquaviva)

Filomena Oronzo

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