La neurosociologia ha una duplice origine: da un lato i lavori di Michael Gazzaniga, pioniere degli studi sul cervello sociale e sulle applicazioni delle neuroscienze in ambito sociale, economico e giuridico; da un altro le neuroscienze sociali, un nuovo campo di ricerca nato dalla collaborazione tra John T. Cacioppo e Gary G. Berntson, professori e ricercatori alla Ohio State University. Questi si dedicarono alla comprensione di come le forze sociali influenzavano la fisiologia e di come quest’ultima influenzasse le prime. Dalle loro ricerche emerse che gli ambienti sociali influenzavano il cervello e le funzioni biologiche neuroendocrine, metaboliche ed immunitarie di cui il cervello è l’organo di regolazione (Cacioppo, Bernston, Decety, 2011).
La neurosociologia in breve
In breve che cos’è la neurosociologia? La neurosociologia è una branca relativamente recente della sociologia che studia le interazioni umane e la socializzazione in rapporto alle strutture e alle funzioni del sistema nervoso utilizzando strumenti di analisi ed intervento sociologici supportati dalle conoscenze neuroscientifiche (Blanco, 2015).
Un’altra scoperta che ha influenzato notevolmente la neurosociologia è stata quella dei neuroni specchio, fatta nel 1992 dai neuroscienziati dell’Università di Parma guidati dal Prof. Giacomo Rizzolatti. Questi resero nota l’esistenza di cellule motorie del cervello che si attivano sia durante l’esecuzione di movimenti finalizzati, sia osservando simili movimenti eseguiti da altri individui. Nel 1995, Giacomo Rizzolatti e la sua equipe dimostrarono, per la prima volta, la presenza nell’uomo di un sistema di neuroni molto simile a quello della scimmia. Il sistema dei neuroni venne battezzato con il nome di neuroni specchio o sistema mirror. La scoperta del sistema mirror ha sostanzialmente evidenziato le basi fisiologiche dell’apprendimento per imitazione e dell’empatia, nonché creato nuove prospettive agli studi del linguaggio umano.
La neurosociologia si avvale delle conoscenze e dei metodi della sociologia e delle neuroscienze per lo studio delle interazioni umane, della socializzazione, dell’apprendimento, della comunicazione e dei fenomeni sociali partendo dalla dimensione sociale del cervello. I metodi di studio utilizzati dalla neurosociologia sono quelli della ricerca qualitativa delle scienze sociali uniti ai risultati degli studi effettuati con le tecniche di indagine neurofisiologica.
Cosa studia?
La neurosociologia esplora le problematiche legate alle influenze dell’ambiente di apprendimento e della cultura sulle strutture e sul funzionamento del cervello e del sistema nervoso in generale e, di conseguenza, le relative risposte comportamentali sociali. Infatti, grazie agli strumenti offerti dalla neurosociologia si possono individuare, interpretare ed analizzare situazioni di disagio ed implementare azioni di cambiamento sul modo di interpretare la realtà sociale ai fini del miglioramento delle relazioni e del benessere individuale e collettivo.
Grazie al contributo delle teorie dell’apprendimento e della comunicazione basate sulla stretta relazione tra processi sociali e strutture neuronali, per mezzo della neurosociologia è possibile intervenire in numerosi ambiti quali la salutogenesi, l’educazione, la devianza, la criminalità, la mediazione e la cooperazione.
Rino Carfora