La scuola, oggi, può essere considerata come quella di un tempo? A chi non è mai capitato di ascoltare almeno una volta questa affermazione? Negli ultimi anni sempre più ragazzi hanno abbandonato il percorso scolastico. L’abbandono scolastico, come riportato dalla Commissione europea, è un problema serio che rappresenta un ostacolo per la crescita economica e l’occupazione di un paese e alimenta povertà ed esclusione sociale. Quali sono le cause dell’abbandono?

La scuola non serve a niente!

La scuola ha perso il suo ruolo di “maestra di vita” o effettivamente i giovani non si sentono realizzati dopo aver concluso il percorso scolastico? Partiamo dal fatto che in Italia l’obbligo scolastico è sancito in minimo 10 anni, range compreso tra i 6 e i 16 anni di vita di un individuo. I programmi scolastici aiutano gli studenti a formarsi affinché possano arricchire il loro bagaglio culturale e possano crescere per diventare i cittadini del futuro. Può sembrare questa una frase fatta ma la scuola è una delle istituzioni più importanti nella formazione di un individuo. D’altro canto, sembra che i giovani d’oggi abbiano come maestri di vita non più gli insegnamenti scolastici ma gli influencers, alcuni dei quali magari hanno fatto fortuna senza aver studiato a lungo. Molti vedono la scuola come un luogo noioso in cui dover stare, in alcuni casi, per obbligo. Molti ritengono più importante il fatto di trovare un lavoro anche se a nero e di aiutare la famiglia se magari versa in condizioni economiche precarie ed è proprio questo uno dei fattori legato all’abbandono. In alcuni casi le famiglie spronano i figli a lavorare e non andare a scuola. La scuola è considerata una perdita di tempo…

Cosa è cambiato?

Oggi comunque la scuola ha un aspetto diverso rispetto al passato. Non parliamo solo di un’impostazione estetica diversa: il passaggio dalla lavagna tradizionale a quella LIM che è interattiva, o gli ambienti più stimolanti. Si parla di un cambiamento interno, quello conseguente alle riforme avvenute dagli anni Novanta o al ruolo che hanno i docenti oggi rispetto al passato. Una considerazione importante la si può fare proprio in relazione al rapporto tra docenti e alunni e docenti e genitori. Questo è cambiato radicalmente. Se un tempo i maestri erano considerati come dei “secondi genitori”, oggi ci sono sempre più scontri tra alunni/genitori e maestri. Il ruolo ricoperto un tempo, non solo di maestro ma anche di educatore, è andato via via scemando perché oggi i ragazzi vivono in un mondo molto permissivista e privo di regole e se solo gli insegnanti si permettono di giudicare in maniera poco conforme rispetto ai pensieri dei suddetti, si innescano scontri che ormai sono quasi all’ordine del giorno.

Insegnare a ragionare

Questo non aiuta l’istituzione scolastica a recuperare il ruolo fondamentale che dovrebbe avere in società. I più tendono a ribaltare o addirittura annientare determinati comportamenti. Ovviamente il ruolo degli insegnanti non deve mai e comunque oltrepassare quello consono alla morale, lo stesso vale per alunni e genitori. Per alcuni aspetti, invece, si parla di incongruenze tra la teoria e la pratica. Oggi i lavori più richiesti riguardano l’ambito tecnologico e, in aumento, tutto ciò che concerne il terzo settore. Alla scuola di oggi manca la parte pratica, quella che non si impara tra le pagine dei libri. Ma ammesso e non concesso che aumentino le ore di pratica nelle scuole, non devono comunque essere ridotte le ore che insegnano ai ragazzi a ragionare. Può sembrare un po’ una provocazione quanto detto ma siamo ormai quasi nel 2020 e molti ragazzi non riescono ancora a fare un discorso, non sanno scrivere con la penna e, utilizzando sempre la scrittura abbreviata sui cellulari, scrivono temi con “x” o “xkè”.

Cambio di rotta

Affinché la scuola possa ritornare ad essere considerata importante, dobbiamo renderci conto, in primis gli adulti, di quanto questa possa aiutarci nella vita. La soddisfazione e la realizzazione personale dipendono anche dagli obiettivi che un individuo si prefigge di raggiungere e molti di questi obiettivi si raggiungono percorrendo strade fatte da manuali, esami, prove e titoli di studio. La scuola dovrebbe consegnare alle generazioni future le capacità di affrontare le sfide del nostro periodo pensando al bene comune, dell’intera società. Molti vedono la scuola come un incubatore della conoscenza e del progresso. Altri affermano che è la prigione della creatività e dell’immaginazione. C’è chi sostiene che la scuola non sia al passo con i tempi e sia antica e chi invece ribadisce che nonostante la globalizzazione e Internet, le disuguaglianze sociali continuano negli anni a riprodursi, attraverso l’inclusione o l’esclusione dal sistema scolastico. In questo senso la scuola continua a essere il campo di gioco di questa partita fondamentale tra l’avere successo nella vita e il non averlo.

Filomena Oronzo

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