Intorno al 1900, solo il 12% della popolazione mondiale risiedeva in città; nel tempo questa percentuale è cresciuta in maniera esponenziale, tanto che nel 2008 circa 3,4 milioni di abitanti, quasi il 50% della popolazione mondiale, abitava in città. Nel 2050 addirittura si ipotizza che saranno circa 3/4 gli abitanti in città, ovvero circa 9-10 miliardi di abitanti”. Questi dati, riportati da uno studio condotto dalle Nazioni Unite, sono la testimonianza di una società che possiede una cultura basata su uno smisurato spreco di risorse, una scarsa allocazione delle stesse e di un’economia che gravita attorno al petrolio.

Previsioni per l’anno 2050

2050, l’anno del sovraffollamento globale. Sarà infatti l’anno in cui il rapidissimo aumento della popolazione rischierà di mandare le più grandi città al collasso. Lo prevede il rapporto annuale sulla popolazione mondiale delle Nazioni Unite, secondo cui nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà un picco. Per poi cominciare a decrescere. Secondo tale rapporto, in quell’anno la popolazione rurale mondiale si sarà concretamente trasferita in massa nelle grandi città. Ma allora, come vivremo nel 2050? Quali saranno le nostre abitudini nelle smart cities? Cosa cambierà? Una città per essere definita smart, attraverso un percorso di innovazione continua, deve riuscire a contrastare quelle esternalità negative tipiche del processo di urbanizzazione quali, ad esempio, la gestione dei rifiuti, la mobilità, l’inefficienza dei servizi pubblici, le difficoltà dei cittadini ad accedere ai servizi pubblici, la scarsa istruzione, la poca attrattività del territorio. Alla base delle difficoltà, inoltre, vi è la difficile relazione che vede protagonisti sia cittadini provenienti dalle diverse classi sociali e di conseguenza con disponibilità patrimoniali differenti, sia l’innovazione informatica e tecnologica.

Il 2050 sarà l'anno del sovraffollamento globale

Città e comportamenti

È possibile definire la città come quel centro abitato di notevole estensione territoriale all’interno del quale vengono forniti servizi pubblici e privati e quanto altro si renda necessario per la vita sociale dell’individuo. Il concetto di città, dunque, è legato al tema della polifunzionalità di natura sociale, economica, amministrativa, culturale, giudiziaria, sanitaria. Il percorso storico di ogni città si modifica nel tempo a seconda dei modelli culturali ed economici della classe dominante, e risente dell’influenza di utopie sociali, umane e filosofiche oltreché delle grandi innovazioni tecnologiche. L’espressione “smart city” fu coniata per la prima volta intorno alla metà degli anni Novanta per segnare come lo sviluppo urbano fosse condizionato dalla tecnologia, dalla globalizzazione e dall’innovazione. La smart city diventa in tal modo quella città che, grazie alle opportunità create dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, promuove la partecipazione dei cittadini, includendoli sia nella fase di progettazione sia nella fase di realizzazione di un sistema di politiche urbane indirizzate allo sviluppo e al miglioramento della qualità della vita di chi le abita, divenendo un progetto condiviso e approvato da ogni membro del tessuto sociale e culturale della città coinvolta.

La smart city promuove la partecipazione dei cittadini

Il ruolo delle tecnologie ICT

Essere smart non significa solo essere una città digitale; le tecnologie ICT non devono essere il fine ultimo. Piuttosto le ICT sono il mezzo dal quale deve scaturire il processo di cambiamento, attraverso una serie di servizi che hanno la capacità di incidere in maniera netta e profonda sulla vivibilità urbana. Supponendo che la connessione a banda larga sia la risorsa più richiesta sul mercato, non bisogna considerarla il fine ultimo, bensì un upload che incentiva la competizione tra le aziende presenti nel tessuto urbano. La smart city è dunque innanzitutto un percorso continuo di innovazione che si sviluppa nell’erogazione di nuovi servizi e beni. Al centro della sfida del prossimo futuro vi è allora la costruzione di un nuovo bene, ovvero una grande infrastruttura tecnologica e non tangibile che faccia da collante fra persone, istituzioni e oggetti, rendendo il tutto più concreto per chiunque voglia vivere a pieno il proprio contesto urbano. È fondamentale capire che la smart city si configura come un’opportunità per ridare nuova vita ai centri urbani, avere città efficienti a livello energetico, promuovere inclusione e rimettere al centro dell’attenzione il cittadino e i suoi bisogni.

“Intervenire sulle città, riuscire a renderle più efficienti, sicure e produttive vorrebbe dire quindi migliorare la qualità della vita di milioni di persone” (Cristina Farioli).

Vincenzo Miracula

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