Partendo dai suoi due maestri, Gesù (“il santo delle intuizioni”) e Socrate (per l’importanza del sociodramma come tecnica educativa), Jacob L. Moreno nel saggio Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma parte con il considerare l’umanità “come una reale ed organica unità sociale” la quale “si dispone e si ripartisce nello spazio secondo una legge di gravitazione sociale” basata sulle affinità fra gli individui e i pattern che risultano dalle loro interazioni spontanee, con la costruzione di gruppi sociali. Tale legge si basa sul “ritmo dialettico” di forze di contrazione, dovute al processo di differenziazione che divide e allontana i gruppi gli uni dagli altri, e forze di espansione, grazie al processo di trasmissione e comunicazione che li avvicina.

Lo studio delle leggi che garantiscono la sopravvivenza sociale e le tecniche terapeutiche ad esse collegate sta alla base della sociometria.

“La sociometria è la sociologia della gente, fatta dalla gente e per la gente”.

La sociometria ha per oggetto lo studio matematico delle caratteristiche psicologiche delle genti, attraverso un’indagine metodica sullo sviluppo e sull’organizzazione dei gruppi e sulla posizione degli individui nei gruppi.

Uno dei suoi principali obiettivi consiste nel misurare l’intensità e l’estensione delle correnti psicologiche che si infiltrano all’interno delle popolazioni e le pervadono. L’aspetto qualitativo della struttura sociale non viene soppresso né dimenticato, ma integrato in operazioni quantitative.

Può essere considerata come lo studio preparatorio a tutti i campi della ricerca sociale (antropologia, sociologia, psicologia sociale, psichiatria sociale) e come afferma Ferrarotti andrebbe a configurarsi, quasi utopisticamente, come “una specie di terapia universale per i mali che affliggono l’umanità” in quanto, citando Moreno, “accettati universalmente, gli standards di misura dei fatti sociali potrebbero anche aiutare a risolvere le tensioni internazionali che contrappongono le une alle altre le società comuniste e quelle occidentali”.

Come gli elettroni, che quando sono isolati hanno lo stesso peso e la stessa carica di elettricità, ma quando sono riuniti a formare un atomo cominciano a presentare differenze individuali, lo stesso si verifica per gli uomini: quando formano un gruppo si manifestano differenze individuali che fino a quel momento non erano emerse.

La sociometria e l’atomo sociale

Andando ad analizzare la complessa struttura del gruppo nel suo insieme globale, è stato infatti possibile studiarlo anche nei dettagli: osservando la geografia sociometrica di una collettività, vediamo la posizione occupata da ciascun individuo e il nucleo di relazioni che si è formato intorno, che ne costituisce la più piccola concreta struttura sociale: l’atomo sociale. Alcune parti di questi atomi sociali si legano con parti di altri atomi sociali, formando delle catene complesse di interrelazioni: le reti sociometriche.

Quanto più una società tende a differenziarsi, tanto più sono vari gli atomi sociali che genera. Quanto più l’organizzazione dei gruppi che formano questi atomi si differenzia, tanto più appaiono diversi e vari i sottogruppi che si costituiscono nei gruppi.

I processi di attrazione o repulsione che si esercitano fra individui, e che danno vita all’atomo sociale e alla rete, sono indicati come “tele”, la più semplice unità di sentimento: un’empatia a due direzioni o sensi multipli, vale a dire sentimenti complementari o reciproci, “ricambiati”.

Il concetto di atomo sociale ci offre così la possibilità di raggruppare sotto un denominatore comune l’immensa complessità delle strutture che si delineano nell’universo sociale: “la costruzione dell’atomo sociale mostra in modo drammatico che viviamo in un mondo ambiguo, per metà immaginario e per metà reale, che spesso viviamo e lavoriamo con persone che non abbiamo scelte, che fingiamo simpatia per persone che ci sono antipatiche, che talvolta ignoriamo e respingiamo coloro dei quali abbiamo più bisogno, che spendiamo la nostra vita per persone e per principi che non ne valgono la pena.”

Sociometria: i concetti di spontaneità e di creatività

Si tratta delle pietre angolari del sistema sociometrico. Rappresentano categorie ben distinte ma strettamente legate l’una all’altra, sono l’una funzione dell’altra, tali per cui “senza la spontaneità, la creatività rimane senza vita” e “senza la creatività la spontaneità è vuota e sterile”.

La spontaneità infatti trasforma in azione le attitudini virtuali attraverso la forza di liberazione delle energie dai modelli culturali cristallizzati (warming up process) su tutti i piani delle relazioni tra gli uomini (mangiare, passeggiare, dormire, intrattenere rapporti con l’altro sesso o sociali). La maggior parte dei disturbi psichici e sociali può essere attribuita proprio ad un’insufficiente “effusione” della spontaneità; l’ansia infatti segnala tale “perdita” di spontaneità ed è in funzione della spontaneità: essa si manifesta quando viene meno la spontaneità; se la risposta alle circostanze è adeguata, se c’è pienezza di spontaneità, l’ansia decresce e scompare.

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La definisce “fattore s” e, al contrario di quanto sostenuto da Freud e dalla dottrina psicoanalitica, afferma che l’individuo non disporrebbe di un serbatoio di spontaneità, in quantità e volume dati. La spontaneità funzionerebbe invece improvvisamente, come una lampada, nel momento in cui si manifesta, secondo una serie di gradi, in base alle circostanze. Pertanto, se la spontaneità è un tipo di energia, ne costituisce una forma particolare che non sottostà alla legge di conservazione. Tuttavia nell’uomo la spontaneità è poco sviluppata, in quanto egli, fintanto che non impara ad esercitarla e a servirsene, la teme.

Sociometria: il gioco delle interazioni e i gruppi sociali

Se il principio che sta alla base della sociometria è il duplice principio di spontaneità e creatività, la sua più ovvia manifestazione è rappresentata dal gioco delle interazioni fra due persone, fra una persona e delle cose, fra una società e l’altra etc.

Gli individui e le loro interrelazioni vanno a determinare in ogni istante la struttura sociale, in quanto ne costituiscono la struttura nucleare. I gruppi caratterizzati da una certa continuità nel tempo danno vita ad una struttura verticale: un certo numero di individui dipendenti formano la base del gruppo, al suo vertice si pongono i capi e tra i due gruppi si ripartisce un certo numero di persone in posizione intermedia.

Ciò che riesce a dare ad ogni gruppo, in senso sociometrico, la sua forza particolare è il suo “criterio”, vale a dire “il motivo comune che trascina gli individui, in uno stesso slancio spontaneo, verso un determinato obiettivo” (nutrirsi o dormire, l’amore, il desiderio di fare una partita a carte) – che siano valori, fini, modelli, norme.

Tricotomia sociale

Possiamo a questo punto sottolineare che esistono tre ordini di realtà:

  • la società esterna, vale a dire tutte tutti i gruppi visibili e tangibili della società umana, che possono variare da un tipo culturale all’altro;
  • la matrice sociometrica, ossia le strutture sociometriche interne invisibili a livello macroscopico ma individuabili con l’analisi sociometrica, costituite da diverse costellazioni – il tele, l’atomo sociale, il super atomo o molecola sociale (più atomi legati insieme), il “socioide” (un’agglomerazione di atomi legati ad altre agglomerazioni con catene o reti inter-personali, l’equivalente sociometrico della struttura esterna di un gruppo sociale), e i “classoidi” (strutture sociometriche di classi sociali);
  • la realtà sociale, cioè la sintesi e l’interpenetrazione dinamica delle due dimensioni precedenti, che non sono identiche ma sono l’una funzione dell’altra, tali per cui i conflitti e le tensioni sociali si accrescono in proporzione diretta dell’entità delle differenze sociodinamiche esistenti tra la società ufficiale e la matrice sociometrica.

Metodi e tecniche sociometriche

Lo psicodramma in primis è la scienza che ricerca la “verità” mediante l’impiego di metodi drammatici, ossia di azione scenica, costituita da:

  • la scena, dove l’attore può liberarsi dalle costrizioni della vita reale e dare libero corso ai propri sentimenti. In essa realtà e fantasia non sono più in conflitto ed hanno entrambe diritto di esistenza; il soggetto o paziente, che deve agire liberamente in autonomia per liberare le tensioni (si può trattare della riattivazione di una scena passata, dell’espressione vissuta di un problema o di una sperimentazione delle proprie risorse in vista del futuro – tramite tecniche quali la presentazione di sé, il soliloquio, la proiezione, l’interpolazione della resistenza, l’inversione dei ruoli, il doppio io, la tecnica dello specchio, il mondo ausiliario, le tecniche di realizzazione e le tecniche psico-cliniche);
  • il direttore, che di volta in volta è direttore di scena, terapeuta ed analista;
  • il gruppo degli io ausiliari, o attori terapeuti, in quanto rappresentano i personaggi reali o immaginari del dramma del soggetto, sosia o specchi del suo spirito;
  • l’uditorio, che rappresenta l’opinione pubblica con le sue manifestazioni verbali, e le cui risposte e commenti sono altrettanto spontanei di quelli del soggetto.

Quando il soggetto arriva ad incarnare i personaggi che lo turbano nelle sue allucinazioni, questi perdono il potere che avevano su di lui; la sua personalità ha un’occasione per ritrovarsi e riorganizzarsi: è una “catarsi d’integrazione”.

Il sociodramma

Il sociodramma è un metodo di ricerca sulle relazioni che si formano tra gruppi e sulle ideologie collettive. E’ una forma di rappresentazione visiva dei rapporti che si rivelano; rappresenta il pattern di una struttura sociale nel suo insieme e indica la posizione occupata da ciascun individuo in questo pattern. Qui il vero soggetto è il gruppo nel suo insieme, formato da un pubblico già organizzato secondo i ruoli sociali e culturali ai quali partecipano tutti gli individui che portano in loro questa cultura. Vengono dunque trattati problemi sociali e si mira ad ottenere una catarsi sociale.

sociologia indagine

Attraverso il sociodramma, un intero sistema culturale può venir messo in scena da “attori” che giocano il loro “ruolo” con spontaneità, come se fossero impegnati nella loro vita autentica (creazione del ruolo o role creating, in una situazione poco strutturata con formazione del proprio ruolo in statu nascendi). Infine, il test del ruolo e role-playing misura il comportamento di un soggetto in ruoli convenzionali e stereotipati, quali il medico, l’agente di polizia etc., senza copione, ossia la sua interpretazione di una certa cultura, dunque la sua età culturale.

L’indagine sociometrica nelle collettività e lo psicodramma nelle situazioni sperimentali hanno dunque lo scopo di introdurre i soggetti in uno stato sperimentale che li rende sensibili alla comprensione delle loro esperienze vissute e dei loro tipi di reazione. In questo “stato di spontaneità” i soggetti sono in grado di aiutarci a scoprire la trama delle reti sociali nelle quali si muovono e le situazioni reali nelle quali si trovano inseriti, attraverso processi di liberazione della spontaneità. Ciò è possibile però solo se i soggetti hanno imparato ad attivare la loro spontaneità in funzione della situazione data.

In tale contesto l’osservatore-partecipante non resta obiettivo e distante nei confronti delle persone che deve studiare, ma si fa loro amico, si identifica con le loro situazioni particolari, diventa un’estensione dei loro “io”. Diventa così partecipante “soggettivo”, in grado di penetrare nella vita di più individui tra i quali esercita una funzione di equilibratore.

Cosa ci insegna la sociometria?

La sociometria dunque ci insegna che la società umana è una forza reale, governata da leggi e da un ordine propri, indagabili tramite metodi sociometrici.

Come scrive Moreno, “tutto accade come se il direttore di un grande teatro avesse predisposto una serie di scenari e di sfondi fra i più variopinti e seducenti, con grande profusione di maschere di protagonisti e di dialoghi sull’eternità per dimostrare alle nostre menti dei fatti che ci sono prossimi. Analogamente sulla scena dell’universo sociale si dispiegano ai nostri occhi milioni di gruppi sociali in cui noi stessi siamo gli attori e ci troviamo impigliati in questa rete, per scoprire che l’universo umano in ogni sua forma è soltanto la forma, l’interpenetrazione e la moltiplicazione dinamica degli atomi sociali.”

In tal senso, un governo sociometrico permetterebbe alla reale organizzazione della collettività di esprimersi nella sua pienezza. Parallelamente all’eugenia di Galton, Moreno propone infatti la sociogenia, quale arte “di studiare e preparare nell’universo delle condizioni che permettano ad ogni essere umano di vivere e non interdicano ad alcuno l’accesso alla vita (..) per assicurare a tutti gli esseri umani, nati o nascituri, le stesse possibilità di sviluppo biologico e di prosperità sociale”.

Ilaria Borrelli

Riferimenti bibliografici

  • Moreno Jacob L., Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma, 2a ed., Milano, ETAS libri, 1980 (ed.orig. 1953)
  • Ferrarotti F., Trattato di sociologia, 2a ed.,Torino, UTET, 1972
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