Per poter parlare dell’educazione come strumento essenziale nella formazione e nella trasformazione del soggetto, bisogna comprendere e analizzare cosa sia l’educazione problematizzante e che ruolo assume.
L’educazione problematizzante
Educazione e liberazione rappresentano il binomio perfetto per permettere al soggetto una piena realizzazione di sé, e una piena comprensione del mondo che lo circonda. L’educazione problematizzante riflette sui problemi concreti della società e dei singoli individui, attraverso una continua constestualizzazione nella realtà, portando con sé un atteggiamento di creazione e ri-creazione. Un pedagogista del ‘900, che tratta ampiamente dell’importanza che assume l’educazione nel processo di trasformazione e formazione, è Giuseppe Lombardo Radice, il quale affermava che

“l’educazione è compenetrazione di anime, cioè uno stato di coscienza nel quale il maestro scompare come individualità distinta dagli allievi e si adegua al loro momento spirituale, vivendolo come suo e sviluppandolo, per sospingerlo a posizioni più alte, da lui già raggiunte indipendentemente dai suoi attuali scolari, nella formazione della propria cultura; e nelle quali deve ritornare, riconquistandole con loro”[1].
Il compito dell’educazione oggi
Questa frase fa molto riflettere sul rapporto educatore-educando, su come l’educando vive questa esperienza di crescita, permettendogli di superare la situazione di oppressione e marginalità in maniera cosciente, e, soprattutto, una continua e intensa crescita. All’educazione è affidato il compito di
“elaborare una formazione dell’uomo totale, offerta egualmente a tutti, che lasci ciascuno libero delle sue ultime prospettive, ma prepari per la comune città uomini equilibrati, fraternamente preparati gli uni con gli altri al mestiere di uomo”[2] .
L’educazione nell’era della globalizzazione
Con l’avvento della globalizzazione e con la diffusione dei media, è diventato più semplice offuscare la mente e il pensiero critico delle persone. Marshall McLuhan, uno dei maggiori esponenti dell’analisi dei media e dell‘impatto che essi hanno nella coscienza delle persone ha adottato per l’osservazione dei nuovi media elettrici una soluzione simile a quella suggerita dal marinaio di Poe: anziché spaventarsi e abbandonarsi passivamente agli eventi, rischiando così di essere travolto dagli stessi, magari in modo subliminale, egli decide di distaccarsene per ricercare nuovi punti di osservazione [1].

Nel corso degli ultimi anni il dibattito si è contraddistinto per due posizioni molto nette e lontane tra loro: pro globalizzazione e media e contro la globalizzazione e i media. Alcuni studiosi tra cui sociologi, psicologi, filosofi e pedagogisti hanno cercato di far convergere le posizioni nette sostenendo l’importanza dei media, della globalizzazione, del progresso educando la società all’utilizzo e alla partecipazione attiva in essi. E’ necessario quindi educare la società alla globalizzazione e alla cooperazione rendendoli strumenti di crescita, di educazione alla libertà, creando una coscienza critica e attiva.
Veronica Iannone
Alcune letture per approfondire
[1]E. Lamberti, Marshall McLuhan: tra letteratura, arte e media. Bruno Mondadori ,p.6
[1]G. Lombardo Radice, Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale, Sandron, Palermo 1913, p.13.
[2]E. Mounier, Che cos’è il personalismo, tr. it., Einaudi,Torino 1948, p. 115.