Un team di ricercatori dell’Università di Miami ha sviluppato un’equazione per identificare i modelli di comportamento dei gruppi online di sostenitori dell’ISIS. Questa equazione potrebbe fornire, alla polizia informatica ed altri organismi anti-terrorismo, importanti informazioni sulle loro attività in modo tale da prevedere  eventuali possibili attacchi terroristici.

I ricercatori, che hanno identificato e analizzato assiduamente i dati online di 196 gruppi pro-ISIS operativi nel corso dei primi otto mesi del 2015, hanno rilevato che anche se la maggior parte dei più di 108mila membri di questi gruppi auto-organizzati non ha mai avuto contatti dal vivo, questi gruppi avevano una sorprendente capacità di adattarsi e di aumentare la loro dimensione e numero di iscritti. Questi gruppi pro-ISIS hanno avuto il più delle volte la capacità di ispirare e coinvolgere in azioni terrificanti individui senza nessuna storia di estremismo alle spalle, “lupi solitari” incubatori di rabbia e frustrazione.

L’approccio della ricerca

Neil Johnson
Neil Johnson, fisico dell’Università di Miami, e il suo algoritmo.

Il team di Neil Johnson si è concentrato sull’ecologia dei comportamenti collettivi, non su singoli individui; ha affermato che la loro tabella di marcia potrebbe eventualmente aiutare i funzionari di sicurezza, monitorare individui come Omar Mateen, che ha sostenuto l’ISIS e altri gruppi estremisti e ha ucciso 49 persone ferendone altre 53 alla discoteca Pulse di Orlando.

Neil Johnson e il suo team di ricerca ha così monitorato i gruppi pro-ISIS su VKontakte, il più grande servizio di social networking on-line in Europa, che ha sede in Russia e conta più di 350 milioni di utenti provenienti da più culture e che parlano più lingue. A differenza di Facebook, che molto rapidamente elimina questi gruppi, su VKontakte questi sono in grado di sopravvivere più tempo. I ricercatori hanno iniziato la loro caccia online di gruppi pro-ISIS, individuando specifici hashtag dai social media, in diverse lingue, che hanno usato come “segnali” per tracciare i gruppi più estremi.

Potenzialità e limiti di questo algoritmo

Screenshot di un profilo social pro-ISIS.
Screenshot di un profilo social pro-ISIS.

Gli hashtag più frequentemente utilizzati da questi gruppi online pro-ISIS sono stati monitorati e sono stati inseriti in un sistema software che ha reso possibile individuare una specifica relazione in un algoritmo; i risultati sono stati ripetuti fino a quando la ricerca ha dato come risultato i gruppi precedentemente tracciati dal sistema che nel frattempo avevano cambiato nome o non esistevano più nella precedente forma.

Gli esperti del settore, sebbene abbiano apprezzato i risultati della ricerca e la condivisione su larga scala dei dati raccolti, si sono professati relativamente scettici riguardo la possibilità di anticipare gli attacchi terroristici, poiché dipenderebbero da una molteplicità di fattori difficilmente correlabili. J.M. Berger – coautore di ISIS: Lo Stato del Terrore e ricercatore del programma sull’estremismo presso l’Università George Washington –  sostiene che, prima che un algoritmo del genere possa diventare di una qualche utilità e pienamente operativo, andrebbero raccolti molti più dati e servirebbe ancora molto lavoro.

Rino Carfora

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