La lettura ad alta voce in età prescolare è innanzitutto un’esperienza condivisa con l’adulto, dove si entra in reciproca sintonia: mondi magici e incantati che prendono vita tra le pagine del libro, attraverso un’intensa e piacevole comunicazione intrisa di emozioni, complicità, fiducia, amicizia, che salda il legame affettivo-relazionale. Un vero atto d’amore con importanti risvolti per lo sviluppo generale di bimbi e bimbe: aumento della memoria e delle capacità di apprendimento, miglioramento della relazione di attaccamento, sviluppo generale del linguaggio con espansione del vocabolario, maggior comprensione e decodificazione delle diverse emozioni. Le letture per l’infanzia dunque giocano un ruolo importante se finalizzate allo sviluppo di una coscienza per la parità di genere. Vediamo come.

Quali funzioni svolgono le letture per l’infanzia nello sviluppo di bambini e bambine?

La lettura di libri, come accennato, può rappresentare un’arma contro gli stereotipi di genere. Uno stereotipo è un modello convenzionale che si ripete in forma meccanica. Un preconcetto, come sostiene la sceneggiatrice e documentarista Giulia Minoli, creato da immagini mentali che aiuta la semplificazione di una realtà che ci appare troppo complessa. Negli stereotipi di genere è determinante la relazione sociale, primo confronto che bambini e bambine hanno con la società nel quale vivono e dalla quale deriva l’educazione ricevuta.

Guida pedagogia letture per l'infanzia

Il modello culturale e didattico quotidianamente utilizzato nei diversi ambienti di vita deve assolutamente essere inclusivo del femminile. Per la linguista Robustelli “ciò che non viene nominato non esiste”. Nominare anche il femminile, significa riconoscere anche le bambine, sostenendo la loro consapevolezza durante la crescita in termini di autonomia, libertà e rispetto, evitando nocive definizioni e una visione limitata dei futuri gusti, propensioni, ruoli ed attività.

(Nella maggior parte dei testi, esiste il maschile “sovraesteso” per indicare ed includere persone di genere diverso, come “tutti”, “ognuno”, “qualcuno”. Sostituire alla fine un asterisco, esempio “tutt*”, “ognun*”, “bambin*”, potrebbe apparire un discreto espediente, ma il rischio alla fine è che il testo diventi di piombo. Siamo dunque in attesa di soluzioni condivise e funzionali).

Stereotipi di genere nella letteratura per l’infanzia e nelle fiabe

In Gran Bretagna, dopo gli anni Settanta, furono realizzate alcune ricerche su testi destinati a bambini e bambine di età diverse e provenienti da paesi diversi. I risultati portarono alla luce risultati molto omogenei: nei racconti i protagonisti erano quasi tutti maschili, alle prese con mille avventure, mentre le figure femminili o erano in secondo piano o addirittura assenti. Nel contesto italiano, gli studi confermarono queste ricerche, dimostrando come all’interno della tradizionale narrativa le bambine fossero deboli, passive, ricoprendo spesso il ruolo di piccole vittime. Questione manifestata da Elena Gianini Belotti nel 1975 attraverso l’ancora attualissimo testo “Dalla parte delle bambine”, dove si evidenzia l’importanza delle storie come strumenti per veicolare messaggi e indicazioni relative al comportamento.

Anche nelle fiabe classiche, narrazioni originarie popolari centrate su elementi fantastici e magici che parlano di lieto fine, le figure femminili tendono ad essere subordinate a quelle maschili. La storica dell’arte Elena Fierli parla di figure stereotipate all’interno delle fiabe, che non permettono al bambino e alla bambina di identificarsi. Protagonisti principali sono spesso cavalieri e piccoli eroi avventurosi presentati con ruoli decisivi nello svolgimento della trama, sempre coraggiosi e sicuri. Le protagoniste vengono invece rappresentate come dedite al lavoro, alla cura della casa, in posizioni inadatte al comando; al massimo come brave future spose di qualche principe azzurro accorso in loro aiuto.

Anche Simone de Beauvoir, nel suo saggio “Il secondo sesso” del 1949, riflette sulla posizione delle donne nella società del tempo e le profonde asimmetrie di genere che occupano nelle fiabe: passive, ingenue, portatrici di bellezza come se questa fosse l’unica dote in loro possesso; bisognose di essere salvate, con l’unica grande aspirazione di un matrimonio e una famiglia. Ma se fosse altrettanto giusto desiderare un lieto fine che però non preveda nessuna di queste opzioni? Una riflessione dunque per un primo superamento di un ruolo fisso e standardizzato.

Nuove storie e letture per l’infanzia libera da stereotipi

Letture per l’infanzia e fiabe possono rivelarsi uno strumento per educare attraverso la fantasia, lasciando libertà di immaginare ed esprimere emozioni e sentimenti, per aiutare bambine e bambini a costruire la propria particolare e unica unicità.

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Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento nella letteratura rivolta all’infanzia: un’alternativa, un tentativo di svincolarsi dal retaggio storico e culturale che per troppo tempo ha condizionato ruoli e rapporti di genere.

Ecco alcune letture per l’infanzia per orientare a scelte meno convenzionali e più libere:

  • nonostante la data di pubblicazione (1869), per l’epoca rimane un’eccezione il romanzo di Louisa May Alcott, Piccole donne, dove sono presenti sia figure femminili stereotipate che figure femminili per molti versi innovative;
  • il romanzo La bambola dell’alchimista (1988) di Bianca Pitzorno, dove il protagonista maschile Teo, sensibile e tranquillo, desidera tanto una sorellina da coccolare. I genitori non hanno intenzione di accontentarlo e lui trova l’alternativa in una bambola che si rivela capace di straordinarie magie;
  • sempre della Pitzorno, Ascolta il mio cuore (1991), dove la protagonista è una bambina avventurosa e consapevole delle limitazioni imposte alle donne solamente perché alcuni comportamenti sono limitati dagli stereotipi di genere;
  • il racconto Nina e i diritti delle donne (2011) di Cecilia D’Elia dà voce alla piccola Nina. Attraverso la storia di tre generazioni al femminile, racconta il lungo percorso delle battaglie per l’acquisizione dei diritti delle donne;
  • un libro dolce e coinvolgente è Compleanno nella giungla (2016), vincitore del premio Narrare la Parità di Simona Miola, dove la piccola Beatrice riceve in regalo per il suo compleanno un’uniforme da esploratrice. Questo dono la fa sentire importante e le dà la possibilità di decidere liberamente come divertirsi;
  • in Storie della buonanotte per bambine ribelli (2020), l’autrice Francesca Cavallo racconta la storia di tante donne provenienti da tutto il mondo che con coraggio e determinazione sono riuscite a diventare scienziate, pittrici, astronaute, musiciste, giudici, realizzando così i loro sogni;
  • Nodi al pettine (2021) è un racconto della scrittrice francese Marie-Aude Murail, dove il protagonista, un ragazzino di nome Louis, decide di diventare parrucchiere, in contrasto con i genitori molto attenti alle convenzioni sociali. Il romanzo narra l’importanza di seguire le proprie inclinazioni e i propri sogni;
  • Viola e il blu (2021) di Matteo Bussola racconta di una bambina che gioca a calcio, freccia in monopattino e adora vestirsi di blu. Una storia per tutti, che celebra la forza delle diversità e l’importanza di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita ci propone.

Rita Bimbatti

Riferimenti

  • Blasi G., Rivoluzione Z, Segrate (Mi), Rizzoli, 2020
  • de Beauvoir S., Il secondo sesso, Milano, Il Saggiatore, 2016
  • Fierli E., Franchi G., Marini S., Lancia G., Leggere senza stereotipi. Percorsi educativi 0-6 per figurarsi il futuro, Cagli (Pu), Settenove, 2015
  • Gianini Belotti E., Dalla parte delle bambine, Milano, Feltrinelli, 2002
  • GSK, Leggere per crescere, in http://it.gsk.com
  • Minoli G., La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in http://crisi-opportunità.org
  • Robustelli C., Lingua e identità di genere, in http://iris.unimore.it
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