Siamo ancora in primavera ma la lista dei libri da leggere sotto l’ombrellone inizia a farsi discorso serio. Anche questo è (l’ennesimo!) anno particolare per via della difficile situazione geopolitica mondiale e leggere sembra essere una utile fonte di evasione. Con un libro da leggere infatti, non solo ci si accultura ma si viaggia verso altri mondi. Come spesso accade, la redazione di sociologicamente.it vi consiglia una lista di testi da prendere in considerazione. Fra testi di sociologia e di altre discipline il catalogo è sicuramente ampio.

Nuove ecologie con le scienze sociali

Il primo libro della lista è “Making Kin. Fare parentele, non popolazioni” di Donna Haraway, editore derive e approdi, un testo molto interessante e ricco di stimoli.

Donna Haraway

Con l’aumento della pressione umana sul pianeta e la diffusione di una maggiore coscienza ecologica, è con rinnovato interesse che scienze, economia e politica formulano vecchi e nuovi interrogativi inerenti famiglie e parentele. Dai programmi governativi progettati per contrastare il calo dei tassi di natalità in Europa e Asia orientale, passando per le controverse politiche di contenimento della popolazione nei paesi in cui i tassi di natalità rimangono elevati, fino all’aumento delle disuguaglianze di reddito a livello transnazionale, le questioni relative alla riproduzione sono foriere di nuovi e complessi dilemmi etici e politici. Il nuovo testo di Donna Haraway “Making Kin. Fare parentele, non popolazioni” prende parola sul tema con saggi di eminenti studiose femministe antirazziste ed ecologiste. Da prospettive molteplici, questi contributi indagano con coraggio materie complesse quali nuove pratiche di intimità e parentela, giustizia riproduttiva, giustizia ambientale e multispecie.

Mille libri ma un selfie del mondo

Il secondo libro che proponiamo è “Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo da Mark Twain al Covid-19” di Marco d’Eramo, edito da feltrinelli. Una ricerca interessante sul turismo improntata sulla realtà pre e post pandemia.

Il turismo è l’industria più importante di questo secolo, perché muove persone e capitali, impone infrastrutture, sconvolge e ridisegna l’architettura e la topografia delle città. Perché guardiamo con sufficienza chi si scatta un selfie davanti alla Torre di Pisa, attribuendogli lo stereotipo del turista? Siamo poi così diversi da quel turista quando andiamo in vacanza a Parigi, a New York o a Tokyo, sentendoci dei viaggiatori mentre ci affanniamo a visitare tutti i monumenti “imperdibili”? Per rispondere, d’Eramo ripercorre le origini del fenomeno turistico, ne segue l’evoluzione fino ai giorni nostri.

Con un percorso che si sviluppa su tutto il mappamondo, smaschera la dialettica del nostro tempo e getta luce sul significato del turismo nella nostra esistenza sociale. E, in questa nuova edizione aggiornata, riflette sulle conseguenze della prima pandemia dall’avvento dell’industria turistica, le sue ripercussioni sul settore e tutti gli aspetti critici che questa situazione eccezionale ha evidenziato. Senza mancare di metterne in evidenza i cortocircuiti rivelatori, perché “anche nel primo lockdown, quando stavamo vivendo un’esperienza senza precedenti, il turismo guidava il nostro sguardo”.

Tra tanti libri uno sui metodi qualitativi

Un altro bel libro da acquistare è “Metodi qualitativi. Pratiche di ricerca in presenza, a distanza e ibride” di Mario Cardano e Luigi Gariglio edito da carocci.

Il volume aggiorna e amplia il repertorio delle tecniche di ricerca qualitativa introducendo l’autoetnografia, i metodi visuali, lo shadowing e i metodi ibridi accanto alle tecniche ormai consolidate: l’osservazione partecipante, l’intervista discorsiva e il focus group. Forte di queste dotazioni, la ricerca qualitativa può affrontare non solo lo studio del presente, ma anche l’analisi di scenari futuri dai contorni incerti, rimanendo aperta ai cambiamenti in corso, ad esempio quelli del cosiddetto web 3.0 o web delle cose e dell’intelligenza artificiale, ancora troppo poco esplorati. Il testo – pensato per un pubblico interessato per ragioni di studio, ricerca accademica e professionale – è diviso in quattro parti. La prima illustra i tratti distintivi e pertinenti dell’arcipelago dei metodi qualitativi, insieme a una compatta discussione del disegno della ricerca; la seconda presenta le tecniche di ricerca ormai parte della tradizione; la terza introduce quattro tecniche innovative; l’ultima parte mette a fuoco l’analisi dei dati.

Libri sull’antropologia del welfare ne abbiamo?

Un altro testo interessante è “Pensare un’antropologia del welfare. Etnografie dello stato sociale in Italia” di Pozzi e Rimoldi edito da Meltemi.

Il volume indaga da una prospettiva antropologica il welfare in Italia, con due obiettivi: da un lato, proporre una ricognizione qualitativa delle declinazioni dello stato sociale contemporaneo, mostrandone ambiguità e contraddizioni; dall’altro, mettere in luce il contributo che l’etnografia può fornire all’analisi delle pratiche, delle politiche e delle rappresentazioni del welfare. Entrambi si fondano sul presupposto che il welfare sia un contesto di ricerca privilegiato per l’antropologia.

Vincere il drago

Tra tanti libri che trattano trasversalmente di sociologia vi proponiamo “Vincere il drago. Tempo, storia, memoria” di Antonino Buttitta edito da Sellerio.

A cinque anni dalla scomparsa di Antonino Buttitta viene pubblicato questo libro che sviscera i temi della storia e della memoria. Il titolo, ripreso da una raccolta di poesie di Arturo Onofri, ne riassume bene il contenuto: Vincere il drago, affermare la vita oltre la morte: nella dimensione laica della vita, l’unica immortalità possibile è affidata alla memoria che salva le parole e le azioni degli uomini. Muovendosi tra Borges – «al di là della nostra morte corporale rimane la nostra memoria, rimangono i nostri atti, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti» – e Agostino – «il presente del passato è la memoria» – questo libro affronta il tema attraverso vari saggi nati in occasioni e tempi diversi ma che si leggono come una ininterrotta riflessione.

Nel suo argomentare su storia e memoria, il volume non poteva non includere una densa analisi sulla Sicilia e sulla sua complessa vicenda culturale, sui miti e le utopie, sulle stratificazioni etniche dell’Isola, crocevia di attraversamenti umani e di contraddizioni.

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