Cosa significa donare? La parola dono deriva dal latino donum e indica l’atto di dare qualcosa a qualcuno in forma del tutto gratuita e incondizionata. Donare un oggetto, un sorriso, un’emozione, tutto ciò fa parte della natura umana. È un modo per instaurare un rapporto di scambio e di reciprocità tra due o più persone, tra due o più gruppi di persone.

Il dono in antropologia

Bronislaw Malinowski con i nativi delle isole Trobriand
Bronislaw Malinowski con i nativi delle isole Trobriand

Nel settore antropologico, si è sviluppata una vera e propria teoria attinente al dono. Lo studioso che ha dedicato una parte considerevole del suo tempo e dei suoi studi al dono e a tutto ciò che gli ruota intorno è stato Marcel Mauss. L’antropologo francese, per arrivare alle sue teorie, è partito analizzando lo studio dei rituali potlatch di Franz Boas e l’anello di kula di Bronislaw Malinowski. I doni ci permettono di leggere i diversi legami che si creano anche tra i membri di una piccola e/o grande comunità. Un dono è prima di tutto un atto di libertà, è una forma di scelta personale ed individuale che nasce da un uomo, da una donna, da un bambino verso un proprio simile, al fine di stabilire un legame, un rapporto di diverso tipo. Il legame può essere formale, quando un dono è impersonale, generico (ad esempio, un libro o una penna) oppure personale e informale se ad esempio si regala un oggetto che ha un diverso grado di importanza solo per chi lo riceve (ad esempio, un anello o una spilla).

Il dono è un obbligo morale?

San Francesco dona il suo mantello a un povero
San Francesco dona il suo mantello a un povero

L’atto di donare, di scambiarsi dei doni, trova la radice in un atteggiamento inconscio, in uno stato d’animo di apertura verso l’altro. Nella voglia di stabilire un contatto, di costruire qualcosa di emotivo ed emozionale insieme. Sotto il profilo religioso, il dono – sia come atto materiale e sia come atto spirituale (come ad esempio regalare parte del proprio tempo ad associazioni di volontariato) – assume una connotazione aulica, perché arricchisce l’animo, la vita sia del donatore e sia del ricevente. Esso a livello morale ci eleva, compiendo un’azione che ci sradica dalla realtà contingente. Sotto il profilo laico, invece, fa aumentare lo stato di crescita personale e conoscitivo. Esso rappresenta più che altro la voglia, il desiderio di creare un punto di contatto tra individui, un punto di appoggio, tutto ad appannaggio della realtà, della vita presente e concreta.

Cuore e mente

Si vive, ci si muove costantemente in un lasso temporale incentrato sul classico ”qui ed ora”. Beneficiare di un dono aumenta anche le aspettative che la controparte può avere nei nostri riguardi, e il più delle volte crea, instaura una gara a chi dona di più e più velocemente. Questo si riduce ad essere un vero e proprio circolo vizioso, senza via d’uscita. Donare fa bene al cuore e alla mente, perché fa aumentare in noi il livello di stima generale che il prossimo nutre nei nostri riguardi e con ciò viene a fortificarsi anche la nostra personale autostima e fiducia verso gli altri e il mondo.

Concetta Padula

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