Leon Festinger (New York, 8 maggio 1919 – 11 febbraio 1989) è stato un noto sociologo e psicologo sociale statunitense. Grazie ai suoi cospicui studi e agli insegnamenti del maestro Kurt Lewin è stato possibile valicare i confini di quel paradigma dominante da inizio 900 chiamato “comportamentismo”. Una prospettiva che analizza il comportamento umano in base agli stimoli e alle risposte dell’individuo, eliminando di fatto l’elemento introspettivo e considerando la mente come una scatola nera inaccessibile. Festinger ha dato luce a diverse ricerche che hanno rivoluzionato il panorama psicologico-sociale ma nell’articolo si cercherà di approfondire La teoria della dissonanza cognitiva.

la teoria della dissonanza cognitiva
Il concetto di “dissonanza cognitiva” si plasmò dal 1957 in un volume dello stesso Festinger che divenne presto molto conosciuto. Egli partì da un assunto comune secondo il quale l’uomo tende in generale a essere coerente con se stesso nel modo di pensare e agire (Festinger, 1957). Quest’armonia intrinseca viene a mancare nel momento in cui due credenze, opinioni, idee vanno in contrasto tra di loro e producono uno stato di disagio che l’individuo vuol presto eliminare o ridurre. Ciò è possibile in due modi prevalentemente differenti: riportando una consonanza tra dato cognitivo e comportamentale oppure attraverso una ristrutturazione cognitiva. L’esempio più semplice che viene posto è quello riguardo il fumo.
Un individuo che ha il vizio del fumo ed è a conoscenza che sia deleterio (e eventualmente vorrebbe smettere), sperimenta la dissonanza cognitiva. Egli infatti assume un comportamento che fa deliberatamente male alla sua salute. A questo punto l’individuo può agire cambiando il proprio comportamento (ossia smettere di fumare) oppure può iniziare a cercare informazioni che lo conforterebbero nella decisione di fumare (es. il fumo rilassa e stimola l’attività mentale).
La dissonanza cognitiva inoltre, non si verifica se non esiste una qualunque tipo di “pressione” sull’individuo. Occorre che quest’ultimo, per sperimentarla, debba ritrovarsi nella sua esperienza personale a dover prendere una decisione.
Distinguo
E’ bene chiarire che esiste differenza tra il concetto di “conflitto” e “dissonanza cognitiva”. Il primo si risolve nel momento in cui si ristabilisce una situazione di equilibrio e si fa una scelta ben precisa; il secondo prevede che le incertezze continuino a pervadere l’individuo anche in una fase post-decisionale, a causa dell’eco della scelta compiuta.
Es. Una donna decide di cambiare il colore della propria porta d’ingresso ma dopo averlo fatto, diverse amiche le dicono che quel colore non si abbina all’arredamento della casa. Inizia a prevalere nella mente della donna uno stato di incertezza per la scelta fatta e inizia la dissonanza.
la ricerca sulla profezia smentita
Festinger teorizzò il concetto di “dissonanza cognitiva” a partire da alcuni studi che fece un anno prima (1956), convertiti in un libro chiamato When Prophecy Fails: A Social and Psychological Study of a Modern Group That Predicted the Destruction of the World. Egli iniziò a osservare gruppi millenaristici americani, in particolare uno che si costruì sulla personalità di una fantomatica veggente che aveva contatti con i “guardiani” dello spazio. La donna annunciò che dopo due mesi, ossia il 21 Dicembre, la città sarebbe stata distrutta da un alluvione (cosa che ovviamente non avvenne).

In generale, gruppi del genere sono il terreno fertile per studiare fenomeni di questo tipo. Essi permettono di comprendere come un individuo possa reagire quando la realtà smentisce una certezza per la quale avrebbe messo la mano sul fuoco. In questo caso particolare, i ricercatori si aspettavano che dopo la smentita della notizia il gruppo si sciogliesse ma invece avvenne l’esatto opposto. Gli adepti interpretarono lo scampato pericolo come una grazia ricevuta e il gruppo divenne più coeso. Dunque ricapitolando, l’aspettativa di una catastrofe che non si verificò causò una dissonanza che convinse le persone in questo caso a operare una ristrutturazione cognitiva. In altre parole,trovare nuovi elementi per rinforzare la credenza. In generale, un individuo che nutre delle convinzioni radicate e agisce nel loro nome è poco propenso a cambiare.
la dissonanza cognitiva generata dal senso comune.
La nozione di “senso comune” è stata ampiamente approfondita dalla sociologia fenomenologica e etno-metodologica. In sintesi risulta essere un sistema socialmente costruito dagli individui stessi (Schütz, 1932). Secondo il sociologo austriaco esiste uno stock di conoscenze condivise inteso come quell’insieme di informazioni relative alla conoscenza ordinaria che le persone danno solitamente per scontate.

Spesso la dissonanza cognitiva si viene a creare proprio perché due cognitions possono essere dissonanti per motivi di logica interna, perché in contrasto con norme culturali e/o senso comune. L’unico metro per valutare la dissonanza di due elementi cognitivi è la logicità che essi possiedono in un SISTEMA CONCETTUALE E/O CULTURALE. (Amerio, 2007).
il politically correct oggi e le sue conseguenze
“L’espressione angloamericana politically correct (in ital. politicamente corretto) designa un orientamento ideologico e culturale di estremo rispetto verso tutti, nel quale cioè si evita ogni potenziale offesa verso determinate categorie di persone” (Treccani)
E’ doveroso fare una riflessione sul concetto di “politicamente corretto”. Negli anni questo atteggiamento sociale è divenuto sempre più parte della realtà sociale in cui l’individuo vive. Non risulta essere altro che un canone ideologico che produce di giorno in giorno una vera e propria mutazione lessicale nei confronti di una realtà delle cose governata dall’imperfezione e dalle ingiustizie. Un tipo di realtà che ha difficoltà a rivoluzionarsi e che copre e inganna questa forte problematica con la creazione di un linguaggio insincero. Il politically correct parte con buoni propositi ma con il suo eccessivo “voler tutelare” diventa una censura vera e propria.

Le conseguenze dell’eccessivo utilizzo del politicamente corretto si notano sulla coscienza collettiva: le persone hanno timore di dire le cose come stanno e in maniera diretta, sostituendo parole che non sono nemmeno definibili offensive in alcuni casi ad altre espressioni più formali. Sperimentano anche in questo caso una dissonanza cognitiva che porta loro a modificare il proprio atteggiamento per paura di essere stigmatizzati da chi è invece un cultore di questo tipo di atteggiamento sociale.
conclusioni
Sebbene gli studi di Festinger risalgano agli anni 60, si adattano complessivamente a contesti odierni. Il fenomeno della dissonanza cognitiva è sempre esistito. Lo psicologo sociale statunitense ha avuto l’onore di teorizzarlo e oggi assume molti più volti di quanti ne poteva assumere ieri. Il fatto che il fenomeno si palesi in maniera ancor più diversificata è indice del fatto che siamo molto più insicuri di ieri. Per questo motivo tendiamo ad aggrapparci a qualcosa di “temporaneamente” protetto e cambiare il nostro atteggiamento in virtù di questi elementi, come la morale, il senso comune o un gruppo misticheggiante che afferma profezie fasulle.
Diana Francese
Bibliografia
- Ruth A. Wallace, Alison Wolf La teoria sociologica contemporanea, Il Mulino
- Piero Amerio, Fondamenti di psicologia sociale, Il Mulino