Alain Touraine è morto la scorsa notte all’età di 97 anni. Sociologo francese di fama internazionale, è stato una figura di spicco della scena intellettuale internazionale. Da tempo era direttore degli studi allEcole des hautes études en Sciences sociales. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia al quotidiano “Le Monde”.

Touraine si è occupato prevalentemente di sociologia industriale e in particolare dei livelli di “coscienza” della classe operaia, nonché dei “movimenti sociali” ed ha, inoltre, prodotto importanti contributi alla teoria dell’azione sociale. Touraine è stato uno dei primi sociologi a studiare i movimenti sociali e la loro importanza nella società contemporanea. Nella sua formazione Touraine ha risentito soprattutto della lezione di Max Weber e dell’influenza della scuola storica francese delle Annales (Lucien Febvre e Fernand Braudel).

Morto Alain Touraine: non solo post industriale

Era noto soprattutto per essere stato uno dei principali teorici del concetto di società post-industriale, una società che secondo Touraine si è sviluppata soprattutto nel secondo dopoguerra nei paesi economicamente avanzati, dove il progresso tecnologico ha permesso a sempre più persone di emanciparsi dal processo produttivo industriale. Touraine aveva introdotto per primo il concetto nel saggio La société post-industrielle del 1969.

Dai primi lavori sul campo nelle fabbriche Renault agli ultimi testi sulle metamorfosi del capitalismo speculativo, Touraine non ha mai smesso di osservare il mondo sociale, i suoi profondi cambiamenti, le sue nuove linee di faglia, le sue risorse di indignazione e libertà. Ha sviluppato una teoria dei movimenti sociali che ha influenzato molti altri studiosi della disciplina, ha studiato la sociologia della modernità e la sociologia della cultura. Ha scritto numerosi libri sia sulla sociologia che sulla politica, tra cui “Libertà, uguaglianza, diversità” (2002), “La ricerca di sé” (2003), “La globalizzazione e la fine del sociale” (2008), “Noi, soggetti umani. Diritti e nuovi movimenti nell’epoca postsociale” (2017), “Il mondo è delle donne” (2021).

E ancora, “La coscienza operaia” (Franco Angeli Editore, 1975), “Le società dipendenti” (Liguori, 1980), “L’evoluzione del lavoro operaio alla Renault” (Rosenberg & Sellier, 1983), “La democrazia come politica del soggetto” (Il Mondo, 1997), “Eguaglianza e diversità. I nuovi compiti della democrazia” (Laterza, 1997), “Dopo la crisi. Una nuova società possibile” (Armando Editore, 2012), “In difesa della modernità” (Raffaello Cortina Editore, 2019).

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