Con quest’articolo voglio parlare o meglio gridare e dar voce a tutte quelle persone che vivono in una situazione di disagio estremo e di povertà e che spesso risultano invisibili alla società. Disperazione che a volte porta a gesti estremi come quello accaduto due giorni fa a Giussano, in provincia di Monza e Brianza.

Si impicca per non essere sfrattato

Tutto è accaduto intorno alle 9.15 quando l’ufficiale giudiziario, l’avvocato e il fabbro si erano presentati alla porta dell’anziano per eseguire lo sfratto. Non era la prima volta: l’operazione sarebbe già stata rinviata altre due volte. L’anziano si era allontanato dall’appartamento dicendo che avrebbe spostato la macchina, ma aveva utilizzato quei pochi istanti per cercare di farla finita impiccandosi. Era stato trovato pochi attimi dopo e tratto in salvo dal fabbro, successivamente era stato trasportato in codice rosso al pronto soccorso del Niguarda, dove è morto poco dopo.

Invisibili

Storie come questa non fanno più notizia o suscitano interesse. Quasi nessuno, giornali o telegiornali, hanno voluto raccontare questo dramma e quei pochi che l’hanno fatto si sono limitati a descrivere l’episodio con poche righe. I vicini di casa, rimasti costernati dalla notizia, non sapevano dei problemi economici in cui riversava l’anziano. Purtroppo viviamo in una società egocentrica dove ciò che è importante è quanto possiedi e non chi sei come persona e ci accorgiamo dell’altro spesso quando è troppo tardi, solo di fronte a gesti estremi.

Società liquida

Quando Zygmunt Bauman ha elaborato il concetto di “modernità liquida“, forse nemmeno lui si aspettava che l’espressione diventasse quasi di uso comune. Ma cosa intendeva esattamente il sociologo polacco per società liquida? “Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Si perde la certezza del diritto e le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti costi, l’apparire come valore e il consumismo. Però si tratta di un consumismo che non mira al possesso di oggetti di desiderio in cui appagarsi, ma che li rende subito obsoleti, e il singolo passa da un consumo all’altro in una sorta di bulimia senza scopo”.

Dignità

Con il termine dignità ci si riferisce al valore intrinseco dell’esistenza umana che ogni uomo, in quanto persona, è consapevole di rappresentare nei propri principi morali, nella necessità di liberamente mantenerli per sé stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta. L’indifferenza di chi non vuole vedere o fa finta di non vedere la persona nel suo bisogno o necessità è lo strumento che cancella l’accoglienza e la solidarietà. Chi è vittima dell’indifferenza soffre il doppio: a una condizione oggettivamente disumana, si aggiunge il macigno del respingimento. Quando ci si confronta con l’indifferenza è come sbattere contro un muro: ci si sente traditi, offesi nel profondo, soprattutto se a manifestarla sono coloro da cui ci si aspetta una mano tesa.

Gianni Broggi

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