Essere genitori si dice sia il “mestiere” più difficile al mondo: paura di sbagliare, di prendere una decisione importante per il futuro dei figli, di non riuscire ad approcciarsi a loro, di non essere all’altezza delle situazioni che si innescano man mano che crescono. Ma queste paure sono reali o infondate? Sono paure che si hanno come conseguenza di troppo amore, quindi come un senso di protezione, o perché il tempo per i figli è talmente poco da innescare questi complessi mentali? Come un genitore può fare e dare il meglio per un figlio e non rischiare di “fallire” in questo ruolo in cui si ritrova per scelta o, alle volte, per “incoscienza”? Come può l’educazione data in famiglia influire sul comportamento di un bambino o ragazzo prima che questo inizi a far parte del gruppo dei pari?
Il futuro parte dalla famiglia
Partiamo dal fatto che esistono sempre due facce di una stessa medaglia, un po’ come il bianco e il nero, il caldo e il freddo, il buono e il cattivo. Esistono sempre due aspetti contrastanti tra loro che però partono da un pensiero comune e sta proprio in questo cercare di capire poi qual’è la strada migliore da percorrere. Esistono bambini che sono cresciuti con amore, attenzione, premura. Esistono bambini che hanno genitori che purtroppo per varie circostanze, non riescono ad accudirli, a dargli le giuste attenzioni, la corretta educazione che dovrebbe servire a far crescere i “cittadini del futuro”. Esistono bambini che nonostante abbiano alle spalle famiglie poco raccomandabili sono riusciti a crescere mettendo le distanze ad esempio tra loro e parenti tossici o criminali. Sono dinamiche che si riscontrano in varie situazioni, ognuna delle quali porta con se delle storie differenti ma che hanno come filo conduttore il rapporto, buono o meno che sia, tra persone, genitori e figli. Ciò che accade giorno dopo giorno in casa segna irrimediabilmente il comportamento generale dei bambini. È lì, in famiglia, che devono essere gettate le basi dell’educazione per poi essere quest’ultima intensificata dal sistema sociale, scuola, mezzi di comunicazione, organismi sociali. Non si deve dare la colpa, ad esempio, all’istituzione scolastica se un’adolescente è indisciplinato in classe. Se un bambino è seguito ed istruito a casa è quasi improbabile che quando inizi a frequentare altri ambienti, si lasci sopraffare da situazioni di anomia; al contrario, ma non sempre è così, bambini che non hanno una giusta attenzione è più facile che si imbattano in situazioni spiacevoli quando entrano nella fase dell’adolescenza.
Questione di dialogo
La mancanza di un sostegno familiare forte e attivo porta nel bambino ad avere delle perdite sin da piccolo. Il bambino se ha genitori assenti, genitori che non gli impartiscono regole, rispetto, principi, valori avrà disturbi di apprendimento, di adattamento che non sempre si riescono a superare con l’età adulta e questo porta poi a far andare questi individui, come si suol dire, sulla “cattiva” strada perché cercano ideali in cose diverse da quelle che possiamo definire normali. Quando non c’è dialogo con i genitori, gli adolescenti cercano fuori casa ciò che non riescono a trovare e a ricevere dall’ambiente domestico e talvolta per colmare lacune affettive, emotive e anche economiche, perché no, si imbattono in situazioni spiacevoli che il più delle volte sono anche celate dietro comportamenti che risultano agli occhi di tutti normali ma che in realtà non lo sono. Magari non si riescono a cogliere segnali di disagio da parte di un individuo che ha sofferto queste mancanze in passato e talvolta si può arrivare anche a situazioni senza una via d’uscita.
La retta via
Affinché un bambino cresca nel modo migliore possibile, affinché attraversi il periodo dell’adolescenza solo con i “problemi” legati a questo passaggio di vita, affinché possa diventare un uomo o una donna capace di rapportarsi nella società senza problemi, ha bisogno di alcune piccole ma grandi regole che solo ed unicamente i genitori devono dare e sin da piccoli. L’importanza dell’educazione, della comunicazione, ma anche quella di esternare le emozioni in tutte le loro sfaccettature, di non chiudersi in se stessi, di dire ad un genitore che ha bisogno di lui; l’importanza di una regola, di un no, di una privazione ma anche di un successo. È un supportarsi e anche “sopportarsi” a vicenda ma il ruolo del genitore è senza dubbio di fondamentale importanza nella crescita di un figlio. I genitori che sono in grado di capire le esigenze dei figli, quelli che mettono in primo piano il dialogo e poi un regalo, quelli che trascorrono del tempo con loro con qualità a prescindere dalla quantità, possono essere certi che sono sulla buona strada e che, in fondo, se si semina bene, il raccolto poi sarà senza dubbio buono.
Filomena Oronzo

Laureata in Sociologia con specializzazione in Politiche Sociali e del Territorio, ho conseguito un master in E-Government e E-Management nella Pubblica Amministrazione, adoro leggere e scrivere. Per me fare sociologia è vivere il quotidiano in tutte le sue sfaccettature e peculiarità. Oggi sono Collaboratore Amministrativo all’I.R.C.C.S Burlo Garofolo di Trieste e soprattutto moglie e mamma, la più grande ricchezza in assoluto.