Gestire conflitti e cambiamenti a partire da un analisi della propria vita. E’ qui che si inserisce la filosofia orientale dell’ikigai, una diversa visione del possibile per la persona ma non solo. I principi da esso derivanti possono essere potenzialmente validi per strutturare dei nuovi piani di change management aziendali, e non solo.

Cosa significa ikigai?

Il termine giapponese Ikigai (composto da 生き vita e 甲斐 valere la pena) infatti si riferisce alla possibilità di avere uno scopo nella propria vita, all’insieme di azioni volontarie e spontanee per dare un senso alla propria esistenza.

L’ikigai è nello specifico una filosofia del quotidiano che sottolinea l’importanza delle piccole cose per trarne felicità, un processo di resilienza emotiva che tende verso uno stile di vita più sereno e contemplativo, col giusto livello di stress e responsabilità da ricercare e concretizzare (García, Miralles, 2020). Seguendo la figura è possibile dividere le aree di vita in convergenza in quattro parti:

schema dell'ikigai di Marc Winn
schema dell’ikigai di Marc Winn
  1. Quello che si ama fare (passione);
  2. Ciò che serve al mondo (missione);
  3. Quello che si sa fare al meglio (vocazione);
  4. Ciò per cui si può essere pagati (professione).

Filosofia e controllo del sè

Siffatta filosofia sembrerebbe entrare in aperto contrasto con la logica dell’immediatezza e dell’ipervelocità della contemporaneità, e in parte è così. Tuttavia l’ikigai risulta molto utile come percorso per sopperire alla mancanza del controllo di sé e del proprio vissuto in momenti di cambiamento e trasformazione.

Pensarsi come persone coscienti, immersi in relazioni cooperative e sostenibili con il mondo, non è un processo semplice se si considera l’ulteriore esigenza di fare questa sorta di autoanalisi per scoprire il proprio ikigai e metterlo in pratica. Tutto questo può sia essere utilizzato come materiale per lo sviluppo personale sia come base per un futuro costrutto teorico da integrare all’interno dei processi di formazione di enti o aziende. Qui entrano in gioco le figure responsabili della formazione del personale e i coach: nell’ottica del miglioramento continuo, tali esperti possono educarsi ed educare nella ricerca del senso, e rendere i processi di transizione quanto meno traumatici possibile (Qua, 2018).

Serve una mente da principiante

Shunryu Suzuki era un monaco e insegnante Zen Sōtō che aiutò a diffondere il buddismo Zen negli Stati Uniti, ed è rinomato per aver fondato il primo monastero buddista Zen fuori dall’Asia.

A tal proposito è utile aiutare a sviluppare quella che Shunryu Suzuki definisce ‘mente da principiante’, una forma mentis basata sul pieno sfruttamento di sé nel qui e ora, dell’esplorare e osservare le cose con mente libera da barriere quali preconcetti, aspettative, giudizi e pregiudizi (Suzuki, 1978). Possedere siffatta tipologia di inclinazione è una condizione necessaria per i processi di apprendimento.

Alcuni testi per approfondire

Bibliografia

  • García H., Miralles F. (2020), Il metodo ikigai. I segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice, Rizzoli, Segrate.
  • Qua K. (2018), Ikigai for entrepeneurs. Success is about more than money, https://kacyqua.com/blog/2018/8/28/ikigai-for-entrepreneurs.
  • Suzuki S. (1978), Mente zen, mente da principiante. Conversazioni sulla meditazione e la pratica zen, Ubaldini editore, Roma.
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