Esistono caratteristiche di un territorio che possono influenzare la costruzione di una identità collettiva? Che tipo di rapporto esiste tra appartenenza territoriale e identità? Che connessioni ci sono e quali potenzialità? Inoltre, esiste un rapporto tra territorio e identità collettiva di genere? Domande di interesse rilevante e strategiche per cercare di capire dove la nostra società può andare, verso quali possibili scenari evolutivi. Abbiamo tentato di rispondere prendendo il caso di Seniga (BS). Ma andiamo per ordine.

Ma cosa è l’identità?

Parlare di identità collettiva in rapporto all’appartenenza territoriale è una frontiera di ricerca. Anche il filone della sociologia moderna che sta studiando il tema non è ancora arrivato ad una visione univoca di quali siano i meccanismi e le azioni di indagine più idonee al fine di studiare tale rapporto, che di fatto, si sa esistere. Ovviamente la definizione di “identità” utilizzata ha un notevole impatto sul tipo di cornice concettuale di cui i “ragionamenti possibili” necessitano per avviarsi ed evolvere in maniera costruttiva.

Allo stato attuale esistono due filoni di ricerca fondamentali:

  • Quello psicologico che lavora sull’identità del singolo. Definisce a tal proposito l’identità come “l’autopercezione del soggetto di sentirsi un’entità che si mantiene tale lungo il tempo ed è distinta da tutte le altre”. L’identità è quindi una costruzione soggettiva che ha a che vedere con la memoria dell’essere persona. Secondo H. Erikson (1950) l’identità è “La riflessione che il soggetto fa sulla proprio continuità temporale e sulla sua differenza dagli altri.” Questa definizione centrata sul soggetto è interessante ma non è questo l’aspetto su cui mi concentrerò in maniera approfondita. La psicologia lavora inoltre sul tema dell’identità inconscia non oggetto di questo articolo.
  • Quello sociologico. E’ sempre H.Erikson (1950) che apre a una dimensione definita socialmente dell’identità, affermando che: “Lo sviluppo del senso soggettivo di continuità personale dipende in larga misura dalla possibilità dell’individuo di trovare riconoscimento in comunità e gruppi sociali più estesi.”

Sociologi sull’identità collettiva

Molti altri sociologi hanno affrontato il tema mettendo in risalto alcuni aspetti dell’identità collettiva. Solo per citarne alcuni:

  1. La definizione di “Altro generalizzato” di H. Mead (1910) che sostiene che se con il “me” l’individuo assume l’atteggiamento che gli altri tengono nei suoi confronti, con l’altro generalizzato il soggetto è capace di integrare i diversi “me” entro un “” unitario che è definito come l’assunzione dell’atteggiamento dell’intera comunità.  L’altro generalizzato rappresenta quindi uno dei primi tentativi di definire una identità collettiva.
  2. H. Erikson (1950) mette in luce come lo sviluppo del senso soggettivo di continuità personale dipenda dalla possibilità del soggetto di trovare riconoscimento in comunità e gruppi sociali.
  3. La Scuola di Chicago (primi decenni del XX secolo) che nell’alveo dell’”interazionismo sombolico” mette in evidenza con V. Foote (1951) il ruolo che il riconoscimento degli “altri significativi” giova nel riconoscimento del sé. In modo particolare V.Foote studia il meccanismo sociale di “dare nomi” e di attribuire alle persone delle categorie.  
  4. I sociologi P.L. Beger e T.Luckman (1966) che hanno descritto come la categoria “persona” non è una struttura psichica innata ma una struttura di credenze sociali che l’individuo impara ad apprendere.

Tre dimensioni fondamentali

Allo stato attuale possiamo sostenere che il concetto di identità ha tre dimensioni fondamentali:

  • Una locativa (Sciolla 1983) quando il soggetto concepisce sé stesso all’interno di un campo, entro confini che lo rendono affine ad altri che con lui lo condividono. Tale dimensione viene anche chiamata identità sociale in quanto: “parte della concezione sociale di sé di un individuo che gli deriva dalla conoscenza della propria appartenenza a uno o più gruppi” (V. Taifel 1974). Tale dimensione afferma che l’identità permette di definire sé stessi come individualità attraverso il riconoscimento della propria appartenenza a un insieme più ampio. Questo concetto rimanda a dei valori/dimensioni che permettono di stabile dei confini tra la categoria “noi” e la categoria “altri”.
  • Una integrativa che permette di collegare le esperienze passate e presenti in un insieme dotato di senso legato alla molteplicità dei ruoli che un soggetto agisce.
  • Una selettiva che rimanda a quei meccanismi in grado di risolvere un problema legato all’incertezza, ad esempio adottando una idea di continuità nel tempo che è impossibile sulla base di soli dati individuali, ma che comporta il riconoscimento intersoggettivo (Parsons 1980 e Pizzorno 1986)

Il presente articolo si concentra sull’aspetto locativo dell’identità, cioè sui meccanismi e sulle dimensioni che facilitano l’appartenenza di un soggetto ad un gruppo e il conseguente sviluppo di una identità collettiva che possiamo anche chiamare identità di un gruppo coeso. Inoltre l’articolo proverà a mettere in relazione la costruzione dell’identità collettiva con l’appartenenza territoriale.  

Seniga: appartenenza territoriale vs identità collettiva

Tale ipotesi (appartenenza territoriale versus identità collettiva), ragionevole ma da verificare in maniera empirica, è un assunto della sociologia e dell’antropologia culturale e un terreno di ricerca sperimentale adottabile.  

Villa Fenaroli a Seniga

A maggiore ragione diventa terreno d’indagine, quando la relazione tra identità collettiva e appartenenza territoriale non riguarda la comunità nel suo complesso, ma alcuni suoi segmenti, quali: lo sviluppo del senso di appartenenza legato a diverse classi d’età, a delle diverse abilità, al genere, alla classe sociale (su questo ultimo segmento diventa esiziale l’adozione di una definizione univoca di classe sociale attraverso lo studio che le varie teorie sociologiche moderne propongono).

Gli abitanti di Seniga (BS)

Partendo da queste premesse, si sono esplorate alcune caratteristiche identitarie degli abitanti di Seniga (BS).

Ci si è concentrati in prima battuta sull’individuazione di quelle dimensioni territoriali che facilitano la costruzione dell’identità collettiva/appartenenza al gruppo per poi proseguire con l’individuazione di quelle specifiche dimensioni che attivano il “dento-fuori” (es: ciò che mi fa sentire appartenente a questa comunità/ciò che mi fa sentire escluso e/o lontano da questa comunità, centrando l’attenzione sulle dimensioni che hanno una connotazione fortemente territoriale). Tali dimensioni sono quelle che se attivate possono essere considerate come agenti di appartenenza e quindi possibili supporti allo sviluppo di una identità collettiva che attinge dal territorio alcuni dei suoi vincoli di coesione. Non possono quindi essere considerate esaustive, ma comunque esplicative del rapporto “dentro-fuori” che si sta studiando. Ovviamente i motori che concorrono alla costruzione dell’identità sociale non sono tutti di natura “territoriale”, sono stati esclusi quelli intra-psichici e di relazione i-you.

In secondo luogo, si è cercato di approfondire solo alcune delle dimensioni legata alla costruzione di una identità collettiva e a evidenziare il rapporto tra identità collettiva/identità di genere/appartenenza territoriale.

Che identità collettiva hanno gli abitanti di Seniga (BS)? Come le si può collegare alle caratteristiche del territorio? Quali variabili territoriali concorrono alla costruzione di una identità collettiva di genere (femminile) in questo ambito geografico?  Queste sono le domande a cui si è provato a rispondere.

Il comune di Seniga

Avendo come obiettivo quello di far emergere il processo di costruzione di una identità collettiva in relazione ad alcune variabili territoriali, è necessario circoscrivere l’area geografica sulla quale si è lavorato.  Si è deciso di studiare la popolazione del territorio del comune di Seniga (BS).

Seniga è un comune di 1442 abitanti (fonte ISTAT 2021) della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune di Seniga sorge all’interno del parco regionale Oglio Nord.  Il territorio di questo comune è interamente pianeggiante e sul suolo del Comune c’è la confluenza di due fiumi: l’Oglio che è un emissario nord del Po e il Mella che confluisce nell’Oglio proprio su questo territorio. Inoltre, il Comune è ricco di canali e sorgive naturali che lo rendono un paese ricchissimo d’acqua. Questa ricchezza d’acqua facilita la cultura intensiva e permette una fiorente attività agricola che è la maggiore occupazione della popolazione del posto.

Maschi e femmine

Il numero di maschi è di femmine è quasi uguale, le famiglie sono 400 e si registra la presenza di una importante comunità indiana di circa 200 persone (fonte anagrafe del comune di Seniga). La popolazione maschile indiana trova facilmente lavoro nelle aziende agricole e quindi, essendo autonoma economicamente, si integra abbastanza bene nel tessuto sociale del paese garantendo a tutti una quotidianità tranquilla. Non si registrano tassi significativi di disoccupazione. Tutti coloro che cercano lavoro lo trovano in tempi ragionevoli o direttamente sul territorio del Comune o nelle zone limitrofe. La zona si caratterizza anche per alcuni allevamenti intensivi (maiali, tacchini, polli, lumache).  E’ distante dalla citta (40 km dal capoluogo BS) e poco servita dai mezzi di trasporto (non passa la ferrovia e la rete di autobus è poco organizzata). Gli spostamenti non sono sicuramente facili se non utilizzando mezzi propri.  

Queste caratteristiche del territorio hanno da sempre condizionato la vita dei residenti di Seniga e hanno influito sui processi che supportano la costruzione di una identità collettiva.

Alcune ipotesi su Seniga

Dopo aver analizzato le caratteristiche del territorio, si è cercato di capire quali siano gli elementi che possono mettere in relazione l’appartenenza territoriale, quella comunitaria e il vivere a Seniga (quindi: il vivere in un territorio pianeggiante, in un Comune molto piccolo, circondato dall’acqua). La storia insegna che una relazione tra queste dimensioni c’è sempre stata. Come individuare in maniera concreta quali sono le dimensioni che facilitando l’appartenenza al territorio e concorrono alla costruzione dell’identità collettiva? Queste sono state le ipotesi. 

  • 1a-Le persone che vivono a Seniga (BS) si riconoscono come appartenenti a una categoria particolare: quella delle persone che sono cresciute in campagna e vicino a un fiume, questo crea una identità collettiva.
  • 1b-Le donne che vivono a Seniga (BS) si riconoscono anch’esse nella categoria precedente, cioè quella delle persone che sono cresciute in campagna e vicino a un fiume, inoltre si riconoscono come appartenenti a una sotto-comunità femminile che si differenzia dalla prima soltanto per alcune caratteristiche.
  • 2-I processi identitari utilizzano come vettori di sviluppo (anche) alcune dimensioni legate all’appartenenza territoriale che è possibile esplicitare e utilizzare come indicazione per il mantenimento di tale identità, per il suo cambiamento, per la sua fortificazione. Tradotto in termini operativi questo focus dovrebbe essere in grado di fornire indicazioni utili al contenimento dello spopolamento dei piccoli borghi e anche suggerire delle possibili strategie da implementare per favorire il ripopolamento. 

Seniga: l’appartenenza territoriale come variabile

Per organizzare un confronto tra soggetti ritenuti autorevoli rispetto al tema da indagare, cioè le dimensioni e i meccanismi che concorrono alla creazione di una identità collettivo-territoriale è stato necessario individuare una cornice di riferimento entro la quale collocare e codificare le informazioni. Le due macroaree utilizzate sono l’appartenenza a un territorio come risorsa e come problema materiale e l’appartenenza a un territorio come risorsa e come problema immateriale.

cultura rigenerativa ambiente

È evidente che la differenza fra una risorsa materiale (ad esempio: la possibilità di allevare animali domestici o di muoversi a piedi) è sostanzialmente diversa da una risorsa immateriale (quali, sempre ad esempio, il silenzio o la capacità di mantenere relazioni durature con gli altri abitanti del paese); è anche vero che la distinzione è comunque più teorica di quel che si potrebbe pensare. L’esperienza insegna che la possibilità di muoversi a piedi e il silenzio sono variabili interconnesse.  Molto semplicemente è più bello passeggiare dove c’è silenzio o dove gli unici rumori presenti sono quelli della natura (cinguettio di uccelli, stormire delle foglie, scorrere dell’acqua) piuttosto che ai bordi di una strada trafficata dove gli automobilisti continuano a strombazzare. Resta il fatto che l’isolamento di alcune variabile e la loro cristallizzazione permette ragionamenti più rigorosi e più utili.

La metodologia di lavoro

Si è quindi deciso di intervistare, attraverso incontri destrutturati prima e un lungo questionario semi strutturato in seconda battuta, alcuni esperti che sono stati scelti nel seguente modo: Tutti abitanti a Seniga tranne un sociologo esperto di politiche territoriali,  tutti portatori di professionalità e ruoli riconosciuti come autorevoli “in paese”: la sindaca, la consigliera comunale referente per le attività di volontariato, una maestra in pensione che ha insegnato trent’anni a Seniga, due insegnanti di scuola superiore, un ingegnere, uno studente universitario, una proprietaria terriera, il presidente di ASC (associazione sportivo/culturale), un sociologo. A ciascuno di loro è stato chiesto quali fossero le dimensioni che permettevano loro di appartenere al territorio di Seniga e di vivere tale appartenenza come arricchente.

Si riportano le dimensioni che creano identità così come emerse e risistemate in maniera ex-post attraverso una analisi dei contenuti e una loro categorizzazione in criteri e sotto-criteri.

Appartenenza al territorio come risorsa materiale.

  • Possibilità legate al paesaggio naturale del paese: possibilità di muoversi a piedi e in bicicletta, possibilità di allevare animali domestici possibilità di passeggiate lungo i fiumi (Oglio e Mella), possibilità di vivere a contatto con la natura e con il ciclo delle stagioni, possibilità di consumare i prodotti della natura del territorio (funghi, more, germogli di Luppolo, Cicoria), possibilità di fare sport lungo il fiume (canoa e pesca).
  • Risorse legate al paesaggio naturale del paese: presenza di molta vegetazione, presenza di animali selvatici e transito di stormi d’uccelli, presenza di strade senza asfalto (sterrati di campagna), presenza di acqua per l’irrigazione di campi, orti e giardini, bassa densità abitativa, vicinanza all’abitazione di parenti (ad esempio nonni che possono accudire i bambini).
  • Risorse legate alle istituzioni del territorio: presenza del Comune e degli uffici comunali, della posta, della banca, del medico di base, del dentista; possibilità di contatti diretti con l’amministrazione pubblica; presenza della biblioteca; presenza della scuola per l’infanzia, presenza della scuola primaria, presenza della palestra e di spazi per le attività sportive, presenza della casa di riposo, presenza di negozi e di servizi per il benessere del cittadino (edicola, panetteria, frutta, macelleria ma anche parrucchiere e estetista).
  • Risorse legate al sentirsi in rete (tra compaesani ma anche col mondo): possibilità di essere interconnessi con il resto del mondo attraverso la rete, utilizzo di Internet, utilizzo dei Social network, utilizzo di apparecchiature informatiche di nuova generazione, utilizzo di Piattaforme condivise di lavoro.

Appartenenza a un territorio come risorsa immateriale.

  • Appartenenza alla comunità: Tutti conoscono tutti, senso di comunità (unione e solidarietà sia di fronte alle gioie che di fronte i dispiaceri), forte senso di appartenenza alle associazioni di volontariato,  assidue relazioni intergenerazionali,  possibilità di buone e durature relazioni,  presenza di persone con capacità di risolvere tutte le problematiche legate al territorio rurale, possibilità di acquisire e tramandare usanze e modi di fare e di dire che andrebbero altrimenti persi (possibilità di avere un soprannome distintivo).
  • Accrescimento individuale: Tempo per la riflessione, tranquillità, pace, silenzio.

Alcune considerazioni di sintesi

Una analisi ex-post, rispetto alle interviste e alla somministrazione dei questionari, permette alcune considerazioni di sintesi:

  • Per quanto riguarda le risorse materiali del territorio si evidenziano quattro grandi gruppi: – quelle legate al paesaggio naturale di Seniga (possibilità) tra le quali emerge: “la possibilità di passeggiare e di fare sport lungo il fiume” -quelle legate al paesaggio naturale del paese (risorse), quali “la presenza di molta vegetazione e di una bassa densità abitativa”, – quelle legate alle istituzioni del territorio quali la “Presenza dei servizi essenziali” – quelle legate al “sentirsi in rete” attraverso, ad esempio, l’utilizzo di internet. Si evidenziano inoltre altre  dimensioni legate alla rete, quali la “Possibilità di essere interconnessi con il resto del mondo attraverso la rete stessa”.  Questa ultima dimensione sposta il fuoco del lavoro sui meccanismi intra/extra della appartenenza identitaria e non sui meccanismi rafforzativi della stessa che interessano maggiormente ai fini delle domande poste.  
  • Per quanto riguarda le risorse immateriali si evidenziano: “l’appartenenza alla comunità” che si esplicita, tra l’altro, attraverso “la possibilità di buone e durature relazioni” e la “possibilità di acquisire e tramandare usanze e modi di fare e di dire che andrebbero altrimenti persi”.
  • Inoltre il lavoro nella sua totalità elenca anche le dimensioni sia materiali che immateriali che esplicitano i problemi e non i vantaggi del vivere a Seniga (appartenenza a un territorio come problema materiale/appartenenza a un territorio come problema immateriale). Non vengono qui presentate perché sono le dimensioni positive che, se presenti, facilitano la costruzione di processi identitari collettivi ed è quindi proprio su queste che si è concentrata l’analisi.
  • Si può infine assumere un dato inconfutabile: il territorio è una risorsa strategica per lo sviluppo, tanto più preziosa in quanto portatrice di specificità, di qualità e di eccellenze, tutti valori sempre più apprezzati e ricercati dall’economia e dalla cultura dello sviluppo territoriale.

Orientamenti strategici comunitari

Di particolare rilevanza sotto questo profilo è la recente esperienza di costruzione degli Orientamenti strategici comunitari. Nella nuova programmazione (2017-2021) il territorio, diversamente da quanto prospettato negli anni precedenti, ha assunto un ruolo importante nell’orientare l’agenda degli investimenti prioritari per lo sviluppo dell’Europa.

Esiste quindi un forte rapporto tra identità e appartenenza territoriale, così come esiste tra identità e appartenenza di genere. I processi identitari contribuiscono a costruire senso di appartenenza e di comunità e ad allertare quelle sentinelle cognitive che spostano l’attenzione versò il ciò che è buone e bello del posto dove si vive piuttosto che verso il ciò che mi manca e che è, in quanto tale, segnala di deprivazione. L’essere donne appartenente ad un piccolo comune crea inoltre senso di reciprocità tra donne e le orienta ad agire per preservare il territorio e, conseguentemente, rinforzare la sua specifica identità. I meccanismi specifici legati al genere possono essere ulteriormente approfonditi.

Catina Balotta

Bibliografia

  • Andrew Abott (2018): Lezioni Italiane. L’identità della scuola di Chicago –  Orthotes
  • Berger P.L. Luckman T. (1997): la realtà come costruzione sociale – Il Mulino
  • Cardano M. (2011): La ricerca qualitativa – Il Mulino
  • Mead George H (2010): Mente, sè e società – Giunti editore
  • Sciolla L. (1994) Identità personale e collettiva – Enciclopedia delle scienze sociali Treccani
  • Taifel H. (1999) Gruppi umani e categorie sociali – Il Mulino
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