In una società caratterizzata da tecnologie sempre più sofisticate, costantemente interconnessa, contraddistinta da una moltitudine di informazioni e nuovi linguaggi comunicativi, genitori, educatori, insegnanti di una generazione di nativi digitali, si trovano a fronteggiare la sfida educativa in un terreno pressoché sconosciuto. Tutto questo merita una profonda riflessione. La necessità di investire in termini di formazione ed educazione a partire dal nucleo familiare proseguendo poi nella scuola, per acquisire un bagaglio sufficiente di competenza e cognizione sulle tecnologie moderne e sui rischi che esse comportano.

Social media

I Social media rappresentano oggi lo strumento di interazione maggiormente utilizzato da bambini e ragazzi della nuova generazione, che ne fanno un uso quotidiano. La registrazione sui social avviene già in età molto precoce, oltre il possesso di dispositivi digitali. I termini più conosciuti collegati al loro utilizzo sono selfie, chat, follower. Preadolescenti ed adolescenti bombardati da una moltitudine eterogenea di informazioni di difficile assimilazione e gestione, con a disposizione un’ampia scelta di tecnologie che imparano ad utilizzare in tempi ridottissimi, di cui spesso non conoscono l’origine, i processi di sviluppo, le caratteristiche fondamentali, le peculiarità e i rischi connessi.

New media literacy: l'avvento dell'alfabetizzazione 2.0
New media literacy: l’avvento dell’alfabetizzazione 2.0

Considerando i diversi tipi di Social oggigiorno utilizzati, possiamo osservare l’evidente distanza registrata tra Facebook e Instagram tra la precedente e la nuova generazione. I ragazzi stanno progressivamente sfuggendo dai luoghi virtuali frequentati dagli adulti, in particolare dai loro genitori ed insegnanti, rifugiandosi in altri in cui interagire con i pari senza particolari interferenze e controlli. La stessa cosa avviene per la messaggistica istantanea, da WhatsApp a Kik, Viber e Snapchat. Gli stessi servizi di comunicazione hanno “fatto sparire” gli oramai obsoleti SMS, oltre le classiche telefonate. Hanno introdotto il controllo sullo stato dei messaggi e dei destinatari, se siamo attivi, l’ultimo nostro accesso online, se stiamo scrivendo, se abbiamo ricevuto e quando il messaggio. Così si riduce di fatto il livello di privacy ed aumentando al contempo ansie e paranoie.

Linguaggio comunicativo

Il linguaggio comunicativo sta inoltre assumendo una nuova natura, da alfabetica a grafica, attraverso il crescente uso di emoticon, emoji, meme, immagini animate (GIF). Il risultato più evidente è la diminuzione della capacità espressiva scritta e verbale nella nuova generazione. Oltre che il proliferare di errori grammaticali, ortografici, lessicali e sintattici. Anche il fenomeno dei selfie può rappresentare una nuova modalità di comunicazione per affermare il sé: selfie significa autoscatto, ma anche “piccolo sé”. Mosso da uno spirito naïf, il fenomeno è tipico della cultura giovanile contemporanea. Non ha nulla a che vedere con la tensione del fotografo, preso tra l’attimo fuggente e l’eternità di un momento colta nel suo apparire.

La comunicazione umana

Il touch del selfie mira a condividere la propria esistenza, entrando in un’area mediatica altrimenti irraggiungibile. Lì il mercato del digitale impone una serie continuamente nuova di schermi che hanno inconsapevolmente preso il posto della finestra, cornice da cui le persone guardano il mondo. Il selfie può prendere qui una molteplicità di forme infinite riproducendo anche la banalità del quotidiano. L’omologazione appiattita del sistema di comunicazione globale, rispecchia la storia individuale ripiegata in un clic, senza pretese di durata bensì di immediatezza.

In definitiva, stiamo assistendo ad un’esponenziale accelerazione sociale e culturale che viene agevolmente cavalcata dai nativi digitali, amplificando le difficoltà delle generazioni precedenti di stare al passo.

Il ruolo educativo della famiglia e della scuola

I genitori che da sempre hanno il compito di accompagnare e supportare i propri figli, in particolare nelle difficili fasi della preadolescenza e dell’adolescenza, si trovano oggi a fronteggiare questo compito in un contesto ipertecnologico. La sua natura si conosce poco, poiché prima non esisteva. Si sentono quindi, inconsciamente o meno, tagliati fuori. Questo importante aspetto è al centro delle ansie dei genitori moderni ed è accentuato dalla costante ed accelerata evoluzione della tecnologia. La capacità di molte madri e padri di riconoscere i fattori di rischio viene a mancare e di conseguenza la possibilità di elaborare ed adottare contromisure educative che consentano di trasmettere efficacemente ai propri figli i principali strumenti cognitivi indispensabili per prevenire e gestire situazioni spiacevoli e pericolose.

C'era una volta la scuola, che adesso non c'è più

Tutto questo merita una riflessione profonda. La consapevolezza di investire in termini di formazione, educazione del nucleo familiare a partire dai genitori. Tutto per acquisire un bagaglio sufficiente di competenza e cognizione sulle tecnologie moderne e sui rischi che esse comportano. Se i genitori devono porsi l’obiettivo di fornire ai figli i migliori strumenti per riconoscere, prevenire e gestire esperienze spiacevoli e pericolose, promuovendo un saggio e prudente uso delle nuove tecnologie, altrettanto deve fare il sistema scolastico con i propri studenti, in maniera più strutturata. La qualità della società che sperimenteremo in futuro sarà il prodotto della qualità dell’impegno educativo e culturale che viene oggi profuso da genitori ed insegnanti.

Breve riflessione sulla DAD, la didattica a distanza ai tempi del Coronavirus

Considerando il ruolo educativo della scuola verso le nuove generazioni, qui si evidenzia brevemente come l’emergenza sperimentata con il COVID-19 abbia trasformato, improvvisamente, velocemente, intere classi dalla modalità in “presenza” alla modalità “virtuale”. Moltissimi docenti, impreparati, hanno saccheggiato le Reti alla ricerca di informazioni, imparando ad utilizzare ed interagire con tablet, netbook, smartphone attraverso app da utilizzare come strumenti ed ambienti di apprendimento in tempi record. Il mondo digitale si basa sui concetti di velocità, connessione, condivisione, rapida risoluzione dei problemi, quasi in opposizione alla scuola, rimasta statica, tradizionale. Gli insegnanti si sono rimboccati le maniche per far fronte a questo caos, come potevano, meglio che potevano.

La scuola oggi: tra meritocrazia e disuguaglianze sociali

La didattica a distanza è stata così sperimentata in maniera frettolosa. Portatrice di zone d’ombra e di potenziali opportunità su cui sarebbe opportuno fermarsi a riflettere per comprendere la direzione da prendere e costruire la scuola presente e dell’immediato futuro. Bisogna trovare un giusto equilibrio ripartendo dalle persone, dai fondamenti dell’azione didattico-educativa. Riprendere la scoperta del sapere e del sapere fare insieme, valorizzando le narrazioni e il raccontarsi. L’esperienza del Coronavirus cambierà la nostra vita. Ciò consisterà nel ripensare il modo di fare scuola, puntando su competenze vastissime. Parole come creatività, innovazione, comunicazione, digitalizzazione, dovrebbero diventare i pilastri del futuro sistema.

Rita Bimbatti

Bibliografia

  • Guarnaccia E., GENERAZIONE Z. Fotografia statistica e fenomenologica di una generazione ipertecnologica e iperconnessa, Amazon Kindle Direct Publishing (KDP), 2018
  • Marchioro F., Selfie. Il narcisismo digitale, in Psicologia Contemporanea n. 247 GEN.-FEB. 2015, Firenze, Giunti

Sitografia
Nota prot. 388 del 17 marzo 2020 in http://www.miur.gov.it

Print Friendly, PDF & Email