Statistica. Un nome che molti studenti e studentesse faticano a pronunciare con serenità e senza smorfie di disperazione. Spesso è l’esame più ostico dei vari percorsi di laurea in scienze sociali. L’origine dell’astio parrebbe chiaro: è difficile. Eppure sembra esserci dell’altro. Proviamo a capire insieme la difficoltà di questa materia e proviamo ad affrontarla al meglio e magari vederla sotto una luce diversa.
La statistica come “bestia nera”
Iniziamo prendendo, come si suol dire, il toro per le corna: che cos’è la statistica? Già qui troviamo un primo ostacolo. Esistono diverse definizioni di statistica, tutte precedute da un immaginario confuso diffuso dal poeta Trilussa. L’idea dell’ingiustizia della divisione dei famosi polli unita alla possibilità percepita di un certo grado di manipolazione in effetti non rende la statistica appetibile a chi la incontra per la prima volta. Ma, da bravi scienziati sociali in erba, non bisogna fossilizzarsi sui pregiudizi, anzi: spesso e volentieri ciò che percepiamo come grandi ostacoli altro non sono che elefantiache esagerazioni della nostra percezione della realtà. E proprio su quest’ultimo punto che la statistica rivela la sua importanza.
La statistica non è una scienza perfetta. Volendo usare un primo tecnicismo, è una scienza probabilistica. In particolare è da intendersi come un modus operandi che consente di approcciare in modo scientifico la realtà che ci circonda. Con essa possiamo spiegare i fenomeni e ci consente di prendere la decisione migliore in base alle probabilità di successo.
Pensiamoci. Quante volte abbiamo visto film e serie tv con personaggi occhialuti che analizzavano la situazione esprimendosi con frasi del tipo “ci sono il 75% di possibilità di riuscita della missione” e simili. Puntualmente poi – complice l’esigenza di trama – accadeva l’imprevisto. Ecco, qui si evidenzia proprio un’altra caratteristica della statistica: essa ha come obiettivo quello di ridurre l’incertezza al minimo, ma accetta la possibilità che l’insuccesso possa essere dietro l’angolo. Questo elemento d’incertezza può far spavento ma vediamo il bicchiere mezzo pieno: possiamo pensare a delle soluzioni alternative, facendo nuovi calcoli e prendendo in considerazioni nuove variabili o variazioni delle variabili.
La statistica è importante per il sociologo
Questo appena descritto può anche essere un fattore eccitante ma mai determinante per le questioni sociali da analizzare. Infatti non bisogna esaltare troppo un sistema di conoscenze. È necessario invece conoscere e utilizzare a propri scopi l’insieme delle metodologie e delle tecniche che la statistica ci offre. Sappiamo che il sociale non è affatto un oggetto di studio facile, è cangiante e meravigliosamente complesso. Ragion per cui ha bisogno di una scienza compagna adeguata che sia in grado di ridurre e decodificare, sotto forma di dati, i fenomeni presi in analisi.
Per molti sarà dura da ammettere ma la statistica è importante per la vita privata e lavorativa di tutti noi. A maggior ragione per il sociologo che la deve acquisire – anche nelle sue forme basilari – non solo per definirsi tale ma per poter mettere in pratica i suoi studi. Basandosi sull’analisi dei bisogni della collettività e leggendo in anticipo l’eventuale impatto di scelte da compiere la statistica può essere un utile strumento per la politica che, ricordiamo, ha il compito non solo di comprendere i bisogni della collettività ma ha l’arduo onere di scegliere come operare e che criteri usare per allocare le risorse disponibili.
Da qui possiamo chiarire un passo fondamentale che scioglie una delle più grandi paure degli studenti. Se si pensa alla statistica – e perché no? Anche alla matematica – come una scienza a sé e non usabile per gli scopi pratici delle scienze sociali risulterà sempre ostica. Non bisogna pensare a un coacervo di formule e numeri che restituiscono diagrammi e istogrammi, ma a un metodo per decodificare e rendere fruibili i dati. Dare quindi un significato a quello che è stato – per forza di cose – ridotto a segni e numeri è un primo passo per spiegare ciò che abbiamo studiato. La statistica è dunque una specie compagna – volendo citare Donna Haraway – per le scienze sociali poiché, insieme alle metodologie e alle tecniche più afferenti all’antropologia e alla psicologia, ci aiuta a decodificare il mondo.
Il problema di base è la matematica delle scuole superiori
Tuttavia è necessario fare i conti anche con la matematica: lo scoglio più infamante di molti studenti. Non è facile ammettere che molti non hanno le basi. Non è difficile oggi incontrare, ad esempio, persone che hanno difficoltà a fare le divisioni senza calcolatrice. Colpa della scuola e dello scarso impegno? Forse entrambe le cose. Ma ora il punto è che la maggior parte delle persone che si dice in difficoltà con la statistica rintraccia come origine dei suoi problemi non la novità della stessa – ne tanto meno “il prof figlio di buona donna” che non sa spiegare o fa il birichino all’esame – ma le conoscenze di base di matematica.
Purtroppo il percorso universitario è un percorso di alto livello di formazione e non sempre – e non è neanche dovuto – è possibile attivare corsi di riparazione o di recupero in queste materie un po’ più tecniche, soprattutto se si parla di elementi che, orientativamente, tutte le scuole superiori dovrebbero trattare nei loro programmi di matematica. Per questo la statistica è ostica: ha bisogno, come la matematica, di uno studio costante e che non prevede il salto a piè pari di cose che non ci piacciono. È molto facile dunque ritrovarsi manchevoli di qualcosa.
Cosa recuperare prima di affrontare “la belva”
Per facilitare allora lo studio della statistica ecco un pratico elenco delle nozioni di matematica da recuperare per affrontare al meglio “la belva” statistica, tratto dal manuale di Statistica per le scienze sociali:
- Elementi di logica, insiemi, numeri
– quantificatori e altri simboli di base: sommatoria e produttoria
– insiemi, operazioni tra insiemi; relazioni binarie
– numeri
> insiemi di numeri naturali, di numeri interi, di numeri razionali; numeri decimali e il calcolo approssimato;
> addizione e moltiplicazione nei differenti insiemi di numeri: elementi neutri, opposto, inverso, ordinamento;
> potenza di numeri
– intervalli di numeri reali - il piano cartesiano: il metodo delle coordinate. Distanza tra due punti
- funzioni elementari
– le funzioni elementari che rappresentano la proporzionalità diretta, inversa, quadratica; le funzioni costanti.
– la funzione lineare; funzione esponenziale; la funzione logaritmica - limiti – cenni
– le funzioni continue - Derivate – cenni
- Grafici di funzioni – cenni
– massimi e minimi per una funzione
– funzioni convesse e concave - Integrali – cenni
– integrale definito - La matematica del discreto
– successioni
– calcolo combinatorio – cenni
> permutazioni
> Combinazioni
Bibliografia

Hr specialist, orientatore e giornalista pubblicista laureato in Sociologia con lode. Redattore capo di Sociologicamente.it.
| PUBBLICAZIONI | PROFILO ASNOR | LINKEDIN