Storie di sociologia“: abbiamo deciso di chiamarlo così questo nuovo progetto perché in effetti di storie di sociologia si tratta. Le storie di tutti noi, amanti, studiosi o semplici appassionati della sociologia. Il punto di partenza è stato tanto semplice quanto interessante: quanti di coloro che si sono laureati in sociologia svolgono a tutti gli effetti una professione inerente a ciò che hanno studiato? Sono stati coerenti con i propri studi o hanno virato su qualcos’altro per cercare di trovare il proprio posto nel mondo? E da queste domande che proveremo a raccontare le nostre, le vostre, storie di sociologia. Oggi ci siamo fatti una chiacchierata con Lorella, che da 15 anni e dopo oltre 60 incarichi, lavora nel settore delle politiche pubbliche. Lavora in quel settore per il quale ha studiato.

Quale è stato il tuo percorso di studi, Lorella?
Nel 2002 mi sono laureata in Sociologia ad indirizzo Politico-sociale (laurea quadriennale) all’università di Trento, mentre nel 2011 ho conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia presso l’Università degli studi di Bologna“.

Cosa fai attualmente?
Attualmente ho un assegno di ricerca con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPPS) inerente la valutazione delle politiche pubbliche. Ho poi una collaborazione stabile con una società specializzata nell’ambito del monitoraggio e valutazione delle politiche pubbliche, con la quale ho in corso un progetto di monitoraggio di progetti finanziati sul fondo FAMI, un progetto relativo alla valutazione della qualità dei servizi di accoglienza straordinaria di migranti (un progetto con il Ministero dell’Interno, per il quale sono stata nominata coordinatrice d’area), un progetto di elaborazione dei dati relativi ai minori stranieri non accompagnati (per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Sono poi consulente della Provincia Autonoma di Trento per la certificazione Family Audit e sto seguendo tre aziende che hanno avviato il processo di certificazione“.

Praticamente una vita al servizio delle politiche pubbliche! Ma quanto tempo è passato da quando hai conseguito il titolo a quando hai iniziato effettivamente a svolgere il tuo attuale lavoro? Ci sono state altre esperienze nel mezzo? Erano inerenti al tuo percorso di studi o si discostavano?
Ho iniziato nel gennaio 2003 ad avere incarichi coerenti con l’ambito di studio. In quell’anno, mi sono arrabattata in alcuni lavoretti assolutamente non pertinenti, come inserimento dati, vendita di card al supermercato o baby sitting. Dal 2003 ho sempre svolto lavori attinenti all’ambito di studio, sia in ricerche in università che in incarichi presso aziende pubbliche e privati, per un totale di oltre 60 incarichi. In diversi casi si è trattato di incarichi di una certa lunghezza (ad esempio, presso il SerT di Trento ho lavorato per oltre 5 anni). La continuità tuttavia non c’è stata perché ho avuto tre diversi periodi di disoccupazione abbastanza lunghi (ovviamente, non retribuita in quanto non ho mai avuto il piacere di avere contratti dipendenti)“.

Ma nonostante questo non ti sei mai abbattuta e hai continuato per la tua strada. Ritieni che la laurea in Sociologia sia stato un fattore determinante per la costruzione della persona che sei oggi, professionalmente e non?
Assolutamente sì, il percorso di studi è stato essenziale sia perché mi ha consentito di acquisire competenze che oggi spendo professionalmente, sia per farmi crescere sotto il profilo personale. Il percorso di studi, infatti, mi ha permesso di avere un approccio diverso alla realtà e di aprire la mente su quanto accade intorno a me, oltre al fatto che mi ha permesso di affrontare con uno spirito diverso le esperienze di forte precariato e di instabilità che ho vissuto dopo la laurea“.

Sociologicamente

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