“Storie di sociologia“: abbiamo deciso di chiamarlo così questo nuovo progetto perché in effetti di storie di sociologia si tratta. Le storie di tutti noi, amanti, studiosi o semplici appassionati della sociologia. Il punto di partenza è stato tanto semplice quanto interessante: quanti di coloro che si sono laureati in sociologia svolgono a tutti gli effetti una professione inerente a ciò che hanno studiato? Sono stati coerenti con i propri studi o hanno virato su qualcos’altro per cercare di trovare il proprio posto nel mondo? E da queste domande che proveremo a raccontare le nostre, le vostre, storie di sociologia. Oggi raccontiamo la storia di Pasquale, 42 anni, che da 16 anni fa il lavoro che più gli piace.
Allora Pasquale, raccontaci un pochino la tua vita dopo la laurea.
“A 26 anni mi sono laureato in Sociologia, vecchio ordinamento, con indirizzo in Pianificazione Sociale alla Sapienza di Roma. Oggi lavoro, sempre a Roma, come educatore e case manager in una comunità per tossicodipendenti. In realtà ho fin da subito lavorato in questo settore, già dopo qualche mese dalla laurea, anche se in strutture diverse“.
Quindi con la Sociologia è stato amore a prima vista?
“La laurea in Sociologia l’ho fortemente voluta. All’inizio mi iscrissi a Giurisprudenza, sotto consiglio dei miei genitori, ma l’anno dopo ho cambiato facoltà, ben contento di farlo. Non sono per nulla pentito della scelta. Anzi. La formazione che ho scelto mi ha fatto crescere, migliorare, e lavorare nel settore che più preferivo. Ovviamente non mi sono fermato lì, perché oltre alle esperienze professionali ho proseguito con gli studi, conseguendo una seconda laurea in Scienze della formazione e educazione, e diversi corsi, uno dei quali specifico proprio sulle tossicodipendenze“.
Quali consapevolezze hai acquisito dopo 16 anni in campo sociale e in un settore delicato come il tuo?
“Credo, in generale, che nella professione così come nella vita, la tenacia, la forza di volontà, l’ottimismo, l’umiltà mi siano stati tutti di grande aiuto. Consapevolezze? Non si smette mai di crescere, di imparare. E questo mi (ci) permette di avere sempre nuovi obiettivi“.