Storie di sociologia“: abbiamo deciso di chiamarlo così questo nuovo progetto perché in effetti di storie di sociologia si tratta. Le storie di tutti noi, amanti, studiosi o semplici appassionati della sociologia. Il punto di partenza è stato tanto semplice quanto interessante: quanti di coloro che si sono laureati in sociologia svolgono a tutti gli effetti una professione inerente a ciò che hanno studiato? Sono stati coerenti con i propri studi o hanno virato su qualcos’altro per cercare di trovare il proprio posto nel mondo? E da queste domande che proveremo a raccontare le nostre, le vostre, storie di sociologia. Oggi raccontiamo la storia di Vincenza, 33 anni (anche se facciamo la figura dei cafoni nel rivelare l’età di un donzella), laureata in Sociologia presso la Federico II di Napoli.

Raccontaci un po’ la tua vita dopo la laurea in Sociologia.
Mi sono laureata nel 2012 e dopo pochi mesi dalla laurea ho iniziato a lavorare come segretaria amministrativa. Successivamente ho svolto altri lavori simili ma che ovviamente continuavano a non riguardare il mio percorso di studi. Solo quest’anno ho pensato di intraprendere un’attività che si avvicinasse un po’ di più alla mia laurea: ci sono riuscita e attualmente sono educatrice presso una comunità di minori, una casa-famiglia per la precisione. E sono felice“.

Quindi per nulla pentita della scelta di iscriverti a Sociologia?
La Sociologia ho imparato ad apprezzarla con il tempo. Credo che questa disciplina sia fondamentale per una realtà che è in costante cambiamento e credo anche che spesso venga troppo sottovalutata, quando in realtà le si dovrebbe prestare maggiore attenzione e proporla come vera e propria materia da insegnare a scuola. Posso ritenermi una persona fortunata ad aver intrapreso questo percorso perché una laurea del genere, se presa seriamente, può costituire un trampolino di lancio per qualsiasi cosa. Dà una visione e percezione della vita e di tutto ciò che ci circonda davvero unica e fuori dagli schemi. Ci fa andare oltre le banalità’ e le cose scontate, ci induce a riflettere in maniera autonoma, cosa che oggi sembra sempre più difficile e rara“.

Ritieni che la laurea in Sociologia sia stato un fattore importante per la costruzione della persona che sei oggi?
Sì, assolutamente.  La laurea in Sociologia mi è servita molto, più nell’ambito personale che professionale ma solo perché ho avuto paura di non essere all’altezza di poter svolgere determinati tipi di ruoli, ed oggi, un po’ per l’età, un po’ per le esperienze, ne sto apprezzando il valore anche in quest’ultimo ambito. A distanza di anni ti lascia una forma mentis capace di distinguerti dagli altri”.

Cosa consiglieresti a chi sta ancora studiando?
Di non smettere mai di credere in sé stesso e di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Ma soprattutto consiglierei di non sottovalutarsi: noi sociologi abbiamo la tendenza a farlo un po’ troppo“.

Nelle puntate precedenti di “Storie di sociologia”
1. Alessio, operaio con la passione per i fenomeni sociali

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