A cosa pensate quando si parla di supereroi? Probabilmente, la maggioranza sarà condizionata da una precisa idea di supereroe, fondata su uno stereotipo figurativo tipico dell’industria cinematografica americana. Spesso accade che l’eroe sia innanzitutto un uomo, caucasico, fisicamente prestante, determinato e determinante. Le produzioni pongono al centro la figura dell’eroe, spesso rappresentato come un modello di virilità maschile. In gran parte delle narrazioni, il supereroe, supera efficacemente e coraggiosamente numerosi ostacoli, trionfando sul male.
Eroi e antieroi al confronto
Questo cliché narrativo risulta in parte invertito in The Boys. Infatti, la figura dell’eroe per eccellenza, corrispondente alle caratteristiche sopraelencate e incarnata nel personaggio di Patriota, risulta essere in realtà il vero nemico da combattere, il quale abusa del suo potere al fine di perseguire i suoi scopi. Coloro che si prefiggono l’obbiettivo di porre un freno alle prepotenze di Patriota, si fanno chiamare «The Boys», dal cui nome si evince la natura ordinaria dei propri membri. Tuttavia, durante il corso della serie, avranno modo di aggiungersi ai Boys anche alcune persone dotate di capacità sovraumane, contribuendo a contrastare le efferatezze del villain.
Brandizzazione di un’identità soprannaturale
Patriota appare come una vera e propria icona, un eroe nazionale, al quale vengono accreditate qualità e caratteristiche straordinarie. Tuttavia, dietro questa specifica caratterizzazione e apparenza si cela un intenso lavoro architettato da una équipe di specialisti alle dipendenze della Vought International, azienda di fantasia multimiliardaria, il cui obbiettivo è quello di monopolizzare tutti i mercati, in modo tale da avere il dominio sul mondo intero. Pertanto, si evince come Patriota – e la sua squadra di supereroi e supereroine – non sarebbe altro che uno strumento commerciale, per alimentare un intero sistema di mercato e i profitti aziendali che ne derivano.

Ad ogni modo, la Vought, sembra seguire uno specifico processo di costruzione identitaria che riprende in parte il modello drammaturgico teorizzato da Erving Goffman. La rappresentazione di Patriota come leader dei supereroi, al servizio del popolo che lo ama e lo rispetta viene infatti fabbricata nel retroscena dei suoi uffici, la quale si concretizza – anche se non senza qualche intoppo – nella ribalta sociale.
Dinamiche di potere in The Boys
Nella serie sono ben evidenti due diverse espressioni di potere. La prima riguarda Patriota, che pur detenendo capacità insuperabili, risulta essere privo dei mezzi per ottenere il potere politico, il quale gli consentirebbe di imporre maggiormente il suo volere. Egli risulta essere sottoposto alle dinamiche ben espresse da Max Weber riguardanti la legittimazione e l’autorità, le quali sono necessarie per detenere e mantenere il potere. Questi due elementi sono vincolati da un legame inscindibile a cui nemmeno un essere invincibile può sottrarsi. La seconda espressione di potere è in linea con gli assunti di Michel Foucault, secondo cui esso «è dappertutto».
Si tratta di un potere razionale, culturale, legittimato e pervasivo, il cui mantenimento è frutto di un’efficace campagna di manipolazione della realtà, la quale viene definita anche attraverso l’utilizzo dei nuovi media digitali come i Social Network o i mezzi di comunicazione di massa, come telegiornali e giornali. Questo tipo di potere è detenuto dalla Vought, che lo sfrutta per esercitare un rigido controllo anche sui supereroi. Tuttavia, tale dinamica è destinata a mutare e a capovolgersi nel corso della serie.
La svolta politica
Nella terza stagione Patriota sembra riuscire, più o meno fortuitamente, ad aumentare il suo consenso e ad ottenere una moderata legittimazione in virtù della sua evoluzione politica, incline ad una ideologia più affine ai valori della destra estrema americana.
Egli assume le caratteristiche di un vero e proprio testimonial politico, il quale sfrutta la propria immagine al fine di attuare efficaci strategie di comunicazione persuasiva a sostegno di alcuni leader politici. Come ricorda C. Riva (2020) riprendendo R. Stella (2012), nel momento in cui una persona celebre – come una star del cinema – dispensa dei consigli – relativi alla politica e non – assume «[…] delle vesti di leader d’opinione, secondo il falso sillogismo per cui se eccellono in una forma d’arte sono anche competenti e legittimati a scegliere per noi […]». Ad ogni modo è proprio grazie a tale svolta politica che Patriota è in grado di sottrarsi al controllo della Vought, e ad assumerne lui stesso la guida.
The Boys: è la società a essere super
The Boys sdogana la figura dell’eroe esemplare, risoluto e coraggioso, il quale agisce per difendere uno specifico ordine morale e sociale, essenza di valori e norme che stabiliscono ciò che sono meglio conosciute come le “forze del bene”. Patriota rappresenta gli ideali della popolazione e interagisce con i suoi sostenitori seguendo precisi codici comunicativi, in linea con le tendenze politiche e culturali americane.
Egli risulta essere ben consapevole che il suo peso in termini decisionali e la sua influenza, sono direttamente proporzionali alla sua fama a livello popolare. In altre parole, anche un supereroe invincibile come Patriota è in realtà sottomesso ad un potere persino superiore al suo, ovvero quello della società e ai limiti che essa gli impone. Il finale dell’ultimo episodio della terza stagione è caratterizzato da un non troppo inaspettato colpo di scena, che apre ad interessanti sviluppi nella quarta stagione, attesa per l’estate del 2023. Patriota sarà ancora in grado di mantenere il potere?
Carlo Polato
Riferimenti bibliografici e sitografici
- Goffman Erving (1997), La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino
- Foucault Michel (2013), La volontà di sapere, Feltrinelli
- Riva Claudio, Stella Renato (2020), Sociologia dei media, UTET Università